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Marassi
11/06/1936
h.15.30
ALESSANDRIA - TORINO 1-5 (1-2)
Alessandria
: Ceresa, Lombardo, Turino, Barale, Parodi, Milano, Busani, Notto, Robotti, Croce.
Torino: Maina, Brunella, Ferrini, Gallea, Janni, Prato,Bo, Baldi III, Galli, Buscaglia, Silano.
Arbitro: Mastellari di Bologna.
Reti: Galli 8', 70' (T), Riccardi 15' (A), Silano 22', 78' (T), Buscaglia 57' (T).
Spettatori: 9.697 per un incasso di 61.930 lire.
Note: La finale è stata giocata sul campo neutro di Genova. Il Torino si aggiudica la Coppa Italia. Sprazzi di sole con accorrere di nubio innocue. Terreno sodo, quasi privo di erba, temperatura ideale. In tribuna presenti i membri del Direttorio Federale al gran completo, tutte le autoritá cittadine e numerosi calciatori delle varie squadre di Serie A.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 12 giugno 1936]
Bella finale, finale degna di quella grande manifestazione, che è e deve essere la Coppa d'Italia. Dal lato spettacolare nulla mancò all'incontro. Bella giornata, temperatura non esageratamente, calda folla numerosa, seguaci delle due squadre convenuti in massa da Torino e da Alessandria, autorità numerose in tribuna d'onore, consegna immediata del trofeo ai vincitori non appena terminata la gara con tutta la coreografia del caso. E, per ultimo, il fatto sportivamente più bello: la vittoria della squadra migliore e più meritevole. Questa vittoria, occorre soffermarsi un istante prima di soffermarvisi ai particolari della gara, fu come il premio dell'attività di tutta una stagione. Fu così simpatica perchè compensò le fatiche di una delle più interessanti e meritevoli squadre italiane dell'annata. Unita, giovane, fresca, vogliosa, il Torino, sfuggito l'anno scorso per un miracolo di volontà alla retrocessione, si è assicurato quest'anno, prima il terzo posto in campionato ed ora il possesso della Coppa Italia. E' tipica "squadra di Coppa" quella del Torino. La virtù sua sta nel fatto che lo stile di giuoco prescelto si adatta meravigliosamente alle capacità ed ai mezzi che posseggono gli uomini suoi, n&eacujte; è la conseguenza diretta e naturale. Stile semplice, chiaro, lineare, privo di fregi e di fronzoli, basato sulla ricerca del risultato per la via più breve, reso franco ed efficace dalle eccezionali condizioni di salute fisica dei singoli elementi. Questo stile combacia a perfezione colle necessità di una gara ad eliminazione diretta ed immediata. Dall'urto con una compagine di simile fattura, l'Alessandria uscì ieri nettamente battuta. A cose fatte, non sapevano con precisione come spiegarsela, i grigi, la sconfitta subita. La attribuivano ed proprio cattivo giuoco del secondo tempo, mentre il motivo essenziale va ricercato nel giuoco di levatura superiore dell'avversario. L'Alessandria volle seguire il Torino sul terreno della velocità, lo stimolò, lo aizzò quasi alla combattività ed allo slancio. Male gliene incolse i granata, spronati in quelle che sono le loro doti migliori, sfoderarono virtù eccezionali. I grigi ressero il confronto fino alla metà tempo, poi scontarono l'errore, crollarono stroncati e sfiduciati. Una tattica più prudente basata su armi tecniche avrebbe meglio corrisposto le capacità ed alle possibilità dell'Alessandrla ed avrebbe in minor misura il giuoco del Torino. Come andarono le cose: il combattimento ebbe prevalentemente carattere brioso e veloce, ed in brio e velocità i granata finirono per soverchiare in modo netto l'avversario. La constatazione emerse chiara verso la metà del secondo tempo, quando gli alessandrini apparivano come fermi davanti ad avversari che galoppavano. Esempio tipico: ad un quarto d'ora dal termine. Buscaglia, scattando da metà campo colla palla al piede, piantò in asso lattei una squadra di inseguitori ansimanti: più correva, lui colla palla, e più distanziava avversari che non avevano impedimenti da sospingere. Il primo tempo fu bello in tutta l'estensione del termine. Raramente si assiste a quarantacinque minuti di giuoco così avvincente. Ambedue le squadre giuocavano in tono frenetico e spiegato, senza soverchie preoccupazioni distruttive, protese in avanti, impegnate in reciproca sfida a chi meglio sapesse costruire. Il campo, dal fondo tutt'altro che ideale, non favoriva il bel giuoco, eppure di cose belle singolarmente e collettivamente se ne vedevano parecchie, La maggioranza del pubblico sosteneva l'Alessandria, ma fu il Torino il primo a segnare. Si era giunti all'ottavo minuto di giuoco, quando un bell'allungo in profondità verso il centro del rampo trovò allo scoperto la difesa dei grigi. Galli s'intrufolò nel vano lasciato aperto dai due terzini, giunse solo avanti al portiere, e, prima che questi potesse intervenire, sospingeva la palla in rete prima che fuori dalla portata del braccio sinistro di Ceresa. Un magnifico punto. Sul vanttaggio, i granata non poterono vivere a lungo. Al 15' già grigi avevano pareggiato con un punto che valeva in bellezza quello dell'avversario. Un centro dell'ala sinistra, un attimo di esitazione e di confusione nella difesa torinese, e Riccardi sparava al volo dall'altezza della linea dell'area rigore e infilava di precisione l'angolo basso della rete, sulla sinistra di Maina, che si gettava in tuffo con qualche ritardo. Ottimo giuoco videro i minuti che seguiriono: Al 22' il Torino ritornava in vantaggio. Sitano filava via da solo a grandi falcate, stringeva al centro, entrava in area di rigore e sparava senz'altro in porta. Come una saetta, la palla filava verso il lontano angolo della porta, picchiava nell'interno del palo e rimbalzava violentemente in rete. Il portiere alessandrino non aveva fatto in tempo che seguire con gli occhi il fulmineo volo della palla. La reazione dell'Alessandria portò i grigi a sfiorare più di una volta il pareggio. Fu il periodo migliore dell'incontro. Giuoco largo, velove, tutto ad offensive alterne. Fatto ad azioni in profondità ed stile pratico. A metà tempo, la folla era entusiasta: il giuoco aveva appagato i gusti di tutti. Alla ripresa si doveva, però presto notare un leggero deterioramento del giuoco. Era dopo aver mancato una facilissima occasione con Riccardi, che l'Alessandria cedeva: la seconda linea come se già risentisse dello sforzo, perdeva rapidamente di mobilità e conseguentemente la difesa sovraccarica di lavoro si sbandava. Al 12' giungeva l'inevitabile sotto forma di un punto di Buscaglia. A seguito di calcio d'angolo, Silano spediva alto al centro. Baldi di testa, metteva in possesso Buscaglia, e questi tirava in porta senza grande forza, verso la destra di Ceresa. Completamente coperto, il portiere alessandrino lasciava penetrare la palla nella rete. Dal fatto che la reazione alessandrina fu priva di carattere di convinzione si ebbe conferma che i grigi si consideravano oramai come battuti. E la catastrofe tardò a giungere con due ulteriori palloni in rete al 23' ed 33 minuto. Fu prima Galli che ben servito da Galli in piena area di rigore, batté Ceresa da pochi passi. Fu poi Silano che ricevuto il pallone, da Bo, si portò verso l'interno, e, cosa per lui insolita sparò di destro, infilando in modo imparabile il lontano, angolo della rete. Quando la sconfitta ebbe preso queste proporzioni, allora solo, l'Alessandria reagì una splendida parata alta di Ceresa su un tiro fortissimo di Galli, rincuorò la squadra che tornò all'attacco. Da parte sua il Torino, pago dei rsultato - e ne aveva ben donde, - aveva rallentato lo sforzo negli ultimi minuti di gioco. Il trofeo fu immediatamente consegnato ai vincitori. Non appena reso il saluto, le due squadre si recarono nella tribuna d'Onore ed il Prefetto di Genova prese la Coppa dal Presidente della Federazione Calcio e la consegnò al capitano del Torino. Si deve dire quel che si vuole, ma dopo tutto un campionato, ha un fascino suo particolare una partita il cui risultato ha un valore assoluto con un premio a carattere di immediatezza. La Coppa Italia ha un avvenire anche in Italia. Dell'Alessandria, abbiamo detto, impostò il gioco in modo che risultò nettamente favorevole all'avversario. L'attacco, buono tendenzialmente in Busani, Robotti e Notto, risentì dell'assenza di Celio. La linea mediana, ottima nel primo tempo, ebbe un lungo periodo di esaurimento nella ripresa, e la difesa non funzionò che a tratti ed a sbalzi. Il Torino in stato di grazia. Un mese fa stava calando: ora è tornato quello dei giorni migliori, con in più un tono di sicurezza ed un'aria di esperienza che prima non possedeva. Il modo con cui consquistò la Coppa Italia fu magistrale: un primo tempo smagliante, una ripresa che servì come a raccogliere il frutto del lungo lavoro fatto nei primi quarantacinque minuti. Nessuna citazione personale. L'intera squadra va accomunata nella lode. Così accomunò il pubblico e la folla dei sostenitori alla stazione di Porta Nuova, quando nella serata l'undici, raggiante dalla gioia fece ritorno a Torino, portando con sè la Coppa. I bravi ragazzi del Torino meritano questa grande soddisfazione.