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Filadelfia |
02/05/1948 |
h.16.00 |
TORINO - ALESSANDRIA 10-0 (4-0) Torino: Bacigalupo, Ballarin, Tomà, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Fabian, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. All.: Sperone. Alessandria: Diamante, Delaude, Di Gennaro, Gallea, Tortarolo, Coscia, Armano, Albertelli, Stradella, Soffrido, Sotgiu. All.: Kovacs. Arbitro: Guarda di Padova. Reti: Ossola 5', Loik 7', 42', 86', Mazzola 35', Grezar 75', 77', Fabian 81', 83', Gabetto 88'. Spettatori: 10.500 circa per un incasso di 2.620.000 lire. Note: Partita giocata tra pioggia e schiarite su un terreno in perfette condizioni. Tra gli spettatori, in tribuna, i giocatori della Juventus, che osservavano il loro turno di riposo. Il punteggio finale di 10-0 rappresenta il risultato piú ampio mai ottenuto da una squadra di Serie A dalla nascita del girone unico. Cronaca [Tratto da La Stampa del 3 maggio 1948] Una vittoria, per 10 a 0 pone in imbarazzo il commentatore. Che dire? Che l'Alessandria non è esistita? Che al Torino nessun traguardo è vietato? Eppure chi ha assistito alla gara sa che i granata non hanno voluto infierire su di un avversario che dopo pochi minuti di giuoco era già battuto senza scampo; sa che i goals sono venuti, a grappoli, solo quando la folla. Stizzita per il fatto che alla lotta s'era sostituita una placida esibizione con chiara rinuncia ai punti, ha fischiato i propri giuocatori richiamandoli a far tutto il loro dovere. Sì che, se si pensa al dominio che il Torino ha esercitato, alle innumerevoli occasioni che ha fatto maturare, alle reti che ha mancato vuoi per puro caso vuoi per non accanirsi maramaldeggiando contro una squadra che non era in gradi di opporsi allo straripare della sua offensiva, dieci reti, che pure costituiscono un primato ed una punizione tremenda, non sono il massimo profitto che i campioni avrebbero potuto trarre dalla loro schiacciante superiorità. E se per sentimentalismo ci si può dolere che una tal paga sia toccata ad un'Alessandria che pure tante prove meritorie ha sostenuto in questo campionato e che è affannosamente in lotta per salvarsi dalla retrocessione, praticamente il risultato è da accettare nella sua dura realtà. Ci sono due cose che spiegano, a parer nostro, la partita e il suo punteggio. La prima è che il Torino quando è in vena, è irresistibile. Giuoca con la palla a terra, con intesa perfetta, con un'intelligenza che travolge ogni tattica difensiva. Passaggi ubriacanti, finte, rilanci, spostamenti, scatti, tiri, diavolerie di attaccanti estrosi, potenza di uomini che sono nel pieno delle loro forze, finiscono per disanimare, indurre alla resa a discrezione. Non è in base a questa vittoria che si deve scoprire il Torino, ma pur si constata, mentre gli avversari vicini e lontani gli crollano attorno, che esso è più che mai lo squadrone veramente degno di tale nome, la macchina da goals che vince e stravince perchè è in possesso di un giuoco d'attacco che è basato non già sul caso o sull'improvvisazione, ma su basi tecniche formate dal valore di autentici campioni. Seconda cosa: l'Alessandria s'è scorata. Le sono bastati cinque minuti, i primi cinque, per capire che nella formazione di ripiego nella quale malauguratamente le è toccato scendere in campo, priva cioè di Della Frera e di Rosetta, che sono gli uomini sul quali ha bisogno di poter contare per dare saldezza ed omogeneità alla propria difesa, ogni resistenza sarebbe stata inutile. Allora ha giuocato accettando il duello in pura linea tecnica. Senza cattiveria, senza scorrettezze, ligia alla sua tradizione ed alla sua scuola che la vogliono squadra d'attacco. Ed all'attacco non ha rinunciato mai sino al 90 minuto, allorchè un palo beffardo le ha impedito di segnare almeno un goal. Ha giuocato sempre come se il passivo ed il punteggio non avessero importanza, rifiutandosi di far barriera nella propria area per conservare alla propria azione tutto il respiro che occorre per attaccare. In tal modo ha potuto uscir dal campo tra gli applausi, s'è meritata tutta la lode che può toccare a chi sa perdere senza stizzirsi, ma ha preso tanti goals quanti nessun'altra unità aveva mai accettato. Perchè la difesa, che non ha avuto aiuto, è stata travolta, e l'attacco, pur arrivando a creare parecchie situazioni propizie, non le ha sfruttate, molto perchè manca di forza di penetrazione ed un po' anche per sfortuna. Ad ogni modo è stata bella, da parte dei grigi, la rinuncia a quei mezzucci antipatici ed antisportivi ai quali purtroppo molte squadre sono solite ricorrere. Ed ora ecco l'incontro svoltosi tra pioggia e schiarite, su terreno perfetto, essendo spettatori in tribuna, i cugini della Juventus che osservavano, nella giornata, il loro turno di riposo. Immediata offensiva del Torino e primo gol al 5', allorchè Mazzola lancia Ossola, scattato via sulla sinistra da sospetta posizione di fuori giuoco. L'arbitro non interviene ed Ossola serra verso il centro, inganna il portiere con una finta e mette in rete nell'angolo opposto. Due minuti dopo avanza Castigliano ed effettua un centro esatto che Loik raccoglie di testa e tramuta in punto. Fine del preludio. Purtroppo Ossola nell'azione della prima rete s'è prodotto uno stiramento muscolare per cui è costretto a limitare il proprio giuoco e dovrà poi, al 37' della ripresa, abbandonare la lotta. L'Alessandria risponde ai due goals d'apertura del Torino con uno splendido tiro di Soffrido ma Bacigalupo sfoggia una fulminea parata a pugno chiuso e devia in corner. Tornano sotto i granata, che passano come vogliono attraverso le allentate maglie della difesa avversaria ma gli attaccanti a turno mancano tutta una serie di reti.. Quasi fatte. Si giuoca proprio a gatto e topo ed è evidente che il gatto non vuol graffiare, Tanto che qualche spettatore manifesta la propria delusione ed allora si ha l'intermezzo di un bisticcio verbale tra Mazzola e gli.. Incontentabili. Avviene così che Valentino, seccato, al 35' decide di segnare dopo di aver scavalcato anche il portiere, e che Loik lo imita al 43'. Si riprende sotto una pioggia battente che cederà poi il posto ad un timido sole. Armano al centro e Stradella all'ala, ma per poco tempo. Svogliatezza generale, piccolo trotto. Forse il Torino pensa che questa è la settimana delle tre partite, e si risparmia. Gabetto, Ossola, Fabian tirano fuori a turno anche quando basterebbe un tocco per segnare. Alla mezz'ora si riodono dei fischi. La folla, crudele, vuole dei goals.. Viene avanti Grezar (30') e va in porta con la palla; ma due minuti dopo è con un tiro da 40 metri che lo stesso Grezar infila un angolino alto. Ora il Torino s'è nuovamente scatenato ed è come una fiera che ha gustato sangue caldo. Mazzola duella con Diamante, la spunta e dà a Fabian: testa e goal (37'). Ossola se ne va, ma la musica non cambia. Stangata di Mazzola (39'), respinta del portiere, altro punto di Fabian. Il tutto mentre l'Alessandria si accanisce a contrattaccare e manca più di un'occasione. Al 41' Loik parte dalla propria area di rigore per andare a cogliere, tutto solo, il nono successo. Allora gli spettatori si avvedono che manca, nel conio, il goal di Gabetto. Su richiesta, il centrattacco marca il suo punto, naturalmente difficile. E' il decimo della serie, il centesimo dall'inizio del campionato.. |
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