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Comunale di Ferrara |
28/03/1954 |
h.15.30 |
S.P.A.L. - TORINO 2-3 (1-1) S.P.A.L.: Camilloni, Lucchi, Dell'Innocenti, Busnelli, Bernardin, Castoldi, Fontanesi II, Olivieri, Sega, Ekner, Bulent. All.: Janni. Torino: Soldan, Farina, Cuscela, Giuliano, Nay, Moltrasio, Boscolo, Biagioli, Antoniotti, Buhtz, Bertoloni. All.: Miconi. Arbitro: Valsecchi di Milano. Reti: Bulent 32' (S), Biagioli 43' (T), Fontanesi 70' (S), Buhtz 84' (S), Bertoloni 86' (T). Spettatori: 12.000 circa per un incasso di 3 milioni e mezzo di lire. Note.: Terreno pesante per le abbondanti pioggie, cielo limpido solo nel secondo tempo. Calci d'angolo 9-1 per la S.P.A.L. Cronaca [Tratto da La Stampa del 29 marzo 1954] La partita del Torino è cominciata solo dopo circa mezzora dal via. Mezz'ora iniziale di catenaccio stretto di fronte allo sfrenato assalto dei ferraresi, un vero arrembaggio da togliere il respiro. In questo periodo il Torino ha incassato cinque corners e ne ha restituito appena uno. Rari i contrattacchi delle due punte avanzate, Buthz e Biagioli, dominava l'impetuosa cavalcata spallina, lanciata ad un galoppo in cui impegnava tutte le sue forze e le sue speranze. Il problema era di poter resistere e il Torino non resistette. Al 32' Ekner tirava una punizione dall'angolo alto dell'area sulla sinistra dei granata: Nay riusciva a sfiorare la palla di testa deviandone la traiettoria, intervenivano Bulent e Farina, ma prevaleva la testata del primo e Soldan era battuto. Qui è finito il gioco passivo del Torino. Trovandosi in svantaggio, la squadra granata lasciava il catenaccio e prendeva a giocare aperto. Sarà perché, la Spal s'era già un poco, spremuta in quella mezza ora di tutto slancio, sarà perchè il Torino aveva all'attacco armi più efficaci di quanto si pensasse, sta di fatto che l'andamento della partita si capovolse. Disteso, l'undici granata rivelava una vitalità agonistica e una capacità di manovra diciamo pure sorprendenti. Il pubblico che aveva inveito contro il catenaccio vedendo in esso un sopruso che toglieva alla Spal i suoi diritti di squadra superiore, notò che i suoi uomini stavano perdendo l'iniziativa del gioco. Non erano stanchi, ma dopo quella gran tensione di nervi e di muscoli, doveva sopravvenire un periodo di rilassamento. Ed ecco che il Torino passava. Al 43' Antoniotti imbeccava Biagioli affiancato da Dell'Innocenti. Il granata piegava verso la porta, l'avversario cercava di spostarlo dalla sua direzione di corsa. I due percorrevano a stretto contatto una quindicina di metri, poi, mentre il portiere usciva, Biagioli con una mezza puntata da sette od otto metri infilava la palla nell'angolo basso della rete. Due minuti dopo il tempo finiva. Nella ripresa il catenaccio non tornava più. Il Torino aveva capito che di fronte al gioco degli avversari, tutto a palloni volanti accompagnato da cariche impetuose, il muro difensivo non rappresentava più una copertura di sicurezza perchè poteva crollare magari per un rimpallo disgraziato. I granata adottavano dunque uno schieramento più aperto, uno schieramento di manovra con le messe ali arretrate una delle quali era Boscolo essendosi Biagioli spostato all'estrema. La Spal non capì il mutamento che era avvenuto e continuò a tenere Bernardin su Buthz col risultato di sguernire pericolosamente la zona centrale del suo dispositivo di difesa. Su questo particolare tattico la Spal doveva perdere la partita. Essa continuava però ad attaccare in prevalenza sospinta da grandi ondate di incoraggiamenti, poco ordinata ma esuberante di volontà, lanciata come una catapulta, con la febbrile ansia di vincere. All'8' Soldan salvava un gol sicuro col pugno su colpo di testa di Bulent da tre o quattro passi. L'attacco spallino insisteva. Al 25' Dell'Innocenti batteva una punizione sulla sinistra ad una trentina di metri dalla porta. Soldan parava il tiro ma non poteva trattenere la palla, Nay allungava la gamba per ricuperare la palla che cadeva nella mischia, su quella gamba tesa capitombolava Fontanesi II mentre Soldan, che era caduto lui puro dopo la parata riuscita appena a metà, vistosi fuori causa abbrancava le gambe di Fontanesi per impedire che si rialzasse. Trovandosi così bloccato, lo spallino allungava il pugno verso la palla mandandola in rete. Giubilo dei ferraresi, proteste dei granata, per un paio di minuti la partita venne interrotta dalle discussioni. I granata volevano non il gol ma il rigore per il fallo di Soldan che aveva preceduto l'azione decisiva, fallosa anch'essa. L'arbitro andò ad interpellare il segnalinee, ma non modificò la sua decisione: il gol era valido. A questo punto il Torino sembrava spacciato, ma non era che un'impressione. La squadra si rizzò in piedi, veniva a galla la sua maggior freschezza, il suo morale era intatto. Contenne le sfuriate della Spal e diede alle sue azioni di contropiede la consistenza di una manovra più robusta. Mentre la Spal si buttava a capofitto nella lotta, gli avanti granata avanzavano circospetti, con gli occhi aperti perchè di tempo da buttare ce n'era ormai poco. Un primo tiro di Buthz passava a lato del montante, ed era tuttavia un bel tiro. Al 39' Boscolo, scendendo sulla destra, centrava a mezza altezza. La palla era catturata da Buthz il quale, scartati due avversari, tirava di destro da una quindicina di metri: il portiere cercava di bloccare, ma la palla sfuggiva al tentativo di presa ed entrava in rete. Tre minuti dopo, al 42', il gol della vittoria. Un lancio di Moltrasio raggiungeva Bertoloni al centro, il terreno era sguernito perchè Bernardin si trovava su Buthz arretrato. Bertoloni filò fra i due terzini, li ingannò fingendo di voler passare alle ali, e visto che non chiudevano accelerò la corsa. Quando Lucchini precipitò sul granata era troppo tardi: Bertoloni era già entrato in area ed aveva sferrato il tiro. Il portiere, preso di contropiede mentre stava uscendo, non potè farci nulla, la palla era nella rete. In conclusione, di tiri buoni il Torino non ne effettuò che quattro o cinque, e tre li mise a segno. Questo si chiama saper far fruttare il proprio lavoro. Ma non è solo questo. Occorre dire che la squadra granata ha finito in condizioni di notevole freschezza, aveva ancora delle energie da spendere. Più che altro la sua partita è stata un capolavoro di tattica potenziata oltre che da una condizione atletica ammirevole, da una volontà di ferro. Quest'ultima caratteristica va ricordata perchè essa è costante nel Torino, è l'espressione del suo animo e del suo gran cuore. La Spal ha creduto di averlo bloccato col suo impeto e di averne soonquassata l'andatura di gioco. Al momento buono s'è visto invece che la squadra era ancora in piedi e con una tal forza di reazione da rovesciare l'andamento avverso della partita. Abbiamo già rilevato l'errore tattico della Spal; essa ha superato il Torino come potenza, combattiva e ne è rimasta al disotto come organizzazione. Le falle della difesa hanno avuto un peso determinante nel risultato. Ed anche questo torna a lode del Torino che è stato l'undici più avveduto e più positivo sul terreno. |
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