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Filadelfia
04/12/1955
h.14.30
TORINO - PRO PATRIA 6-0 (1-0)
Torino
: Rigamonti, Grava, Cuscela, Bearzot, Grosso, Rimbaldo, Sentimenti III, Buhtz, Antoniotti, Bacci, Cazzaniga. All.: Frossi.
Pro Patria: Longoni, Colombo, Podestà, Gimona, Cattani, Frascoli, Toros, Pantaleoni, Vicariotto, Danova, Benelli. All.: Senkey.
Arbitro: Grillo di Napoli.
Reti: Buhtz 36', Bacci 50', Sentimenti III 57', 77', Antoniotti 66', Cazzaniga 79'.
Spettatori: 7.500 circa.
Note: Temperatura fresca, terreno soffice e umido, gioco senza gravi ruvidezze, calci d'angolo 7-6 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 5 dicembre 1955]
Il risultato rispetta l'andamento della partita ma è evidentemente eccessivo. La Pro Patria era riuscita a chiudere il primo tempo con il passivo di uno a zero che non era certo gravoso e che essendo stato provocato da un causale errore d'intesa fra Podestà e Longoni poteva apparire uno svantaggio ricuperabile. L'episodio del gol era avvenuto al 35° minuto. A circa metà campo Rimbaldo passava ad Antoniotti il quale effettuava uno spiovente in profondità in area in direzione dell'accorrente Buhtz. Usciva Longoni su Buhtz ma Podestà gli intralciava l'azione e il granata poteva toccare la palla mandandola nella porta Indifesa. Un gol regalato. La Pro Patria, che fino a questo momento aveva giocato non certo al di sotto del Torino, risentì moralmente il colpo. La squadra ospite, scivolava su di una buccia di limone, sferrò alcuni attacchi che i granata durarono fatica a contenere. Al 39' Bearzot non potè far altro che afferrare per un braccio Toros che, già in area, gli stava sfuggendo. All'arbitro sfuggì il fallo. E' stata una reazione impetuosa ma era disordinata; una reazione, si può dire, che riassumeva tutto il lavoro del primo tempo condotto dagli ospiti con sobrietà, intelligente sfruttamento del contropiede, capacità di manovra, e certo con maggiore efficienza del Torino a giudicare dalle situazioni create, senza dubbio più pericolose di quelle maturate dal gioco dei granata. La Pro Patria, per quanto lo meritasse, non riuscì a chiudere alla pari il primo tempo. Trovò sul suo cammino una difesa ben chiusa, trovò soprattutto Rigamonti in vena. Toros iniziò la ripresa con speranze ancora fresche e una non diminuita spinta aggressiva, ma cadde al 4° su un colpo d'incontro. Sentimenti batteva una punizione da una trentina di metri, Bacci deviava con la testa verso la rete, la palla rimbalzava contro la traversa e nel disorientamento che avviene in queste situazioni, lo stesso Bacci, prevenendo l'intervento di Podestà, riprendeva ancora di testa mettendo in rete. Questa volta la reazione della Pro Patria è stata anche più vigorosa di quella succeduta ai primo gol. Durò forse solo cinque minuti ma fece traballare la difesa. Rigamonti, più che vedere, fiutò un tiro in mischia da pochi metri ed evitò un punto che parve sicuro. Quando si dice che malgrado i sei gol segnati, il portiere granata è stato uno dei migliori uomini in campo, si dà la visione della lotta e si definisce nello stesso tempo la prova di un atleta. Il Torino superò il momento critico, potè riordinarsi e attaccare. Al 12° in seguito ad una rimessa laterale di Buhtz sulla destra dell'attacco, la palla, attraverso Bearzot e Bacci, perveniva a Sentimenti IV al centro. Il granata era solo, tanto che si ebbe l'impressione, rivelata poi errata, di un fuori gioco. Sentimenti avanzando da circa 25 metri, poichè vide Longoni uscire (e non c'era altro da fare) effettuò un tiro parabolico fuori da ogni possibilità di elevazione del portiere, e la palla finì nella rete. La posizione libera di Sentimenti già era un segno della crisi difensiva avversaria determinata dall'inutilità di chiudere i ranghi quando il compito è di ricuperare. Le maglie si allargavano sempre più e gli avanti granata cominciarono a diguazzare in quel vasti spazi vuoti ove i tamponamenti richiedevano un oneroso dispendio di forze. Si vide allora il Torino che piace al pubblico, estroso nelle azioni offensive, incalzante; un Torino non più tattico ma in piena fantasia di gioco, finalmente sottratto al guinzaglio e libero di lanciarsi sulla preda. Tre minuti dopo il gol di Sentimenti, Antoniotti, scattando da circa metà campo, puntava diritto verso la porta senza essere seriamente ostacolato e deponeva nella rete il quarto pallone. La Pro Patria aveva ormai visto che la partita non poteva più essere raddrizzata, si disunì, perse mordente anche l'attacco, la lotta era portata sul piano dei contrasti individuali, non su quello di una organizzazione collettiva. Il passivo si aggravò ulteriormente, ma a questo punto anche i gol avevano cessato di avere un significato. Segnò ancora Sentimenti con un tiro un metro fuori dell'area al 33°, poi al 35° fu la volta di Cazzaniga a concludere di testa, a due passi dalla rete, una bellissima azione sulla sinistra di Sentimenti e seguita da un centro a traiettoria tesa, quasi sulla linea di fondo. In conclusione un bel primo tempo della Pro Patria e una ripresa travolgente del Torino. Della prima °rave; piaciuto particolarmente Pantaleoni; del secondo, oltre le prestazioni individuali, il respiro forte e sano della squadra, la cadenza crescente del gioco, il senso di una compattezza creata da fattori che hanno carattere più morale che tecnico. La folla ebbe questa volta la razione di spettacolo che si attendeva, e ne fu soddisfatta.