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Filadelfia |
10/05/1956 |
h.16.00 |
TORINO - S.P.A.L. 0-0 Torino: Rigamonti, Grava, Brancaleoni, Bearzot, Grosso, Moltrasio, Antoniotti, Rimbaldo, Pellis, Buhtz, Cazzaniga. All.: Frossi. S.P.A.L.: Persico, Delfrati, Lucchi, Fabbri, Viney, Dal Pos, Lofgren, Pratesi, Macor, Broccini, Rossi. All.: Baldi. Arbitro: Marchetti di Milano. Reti: - Spettatori: 6.000 circa. Note: Tempo buono, terreno jn ottime condizioni, calci d'angolo 10-2 per il Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 11 maggio 1956] Il Torino ha decisamente perduto la via della vittoria, non sa più dove trovarla. Riesce inspiegabile il declino di questa squadra che aveva disputato tutto il girone d'andata con freschezza di gioco e di mezzi atletici. Essa si presenta ora come una raffazzonatura senza ordine, senza idee, senza gioco. Uomini che non sanno come piazzarsi, che non sanno cosa fare, che si ignorano l'un l'altro. Alcuni non posseggono neppure una minima capacità di controllo della palla, corrono e calciano alla ventura, finiscono perfino col dar fastidio. Portare' una squadra nel periodo più impegnativo del campionato in tali condizioni è una colpa. Il pubblico dopo aver cercato di incoraggiarla ha finito col fischiarla. Si salverà? Speriamo che la salvino le disavventure delle altre squadre. Con tutto ciò, il Torino ha dominato pressoché ininterrottamente dall'inizio alla fine. Non era un grande avversario quello che aveva davanti. La Spal si è presentata con una mezza dozzina di riserve, un po' perchè i titolari erano indisponibili e un po' col proposito di riservarli per domenica in attesa della visita della Fiorentina. Una formazione così rabberciata non poteva pretendere di rendersi pericolosa e difatti non lo è stata che in una sola occasione del secondo tempo. Per il resto gli avanti ospiti hanno abbondantemente sbagliato, gareggiando in tal modo con quelli granata, e fornendo una prova cosi mediocre che proprio non sarebbe stato necessario compiere dei prodigi di abilità per intascarsi comodamente i due punti della partita. Una cosa rattristante. Le occasioni migliori il Torino le ebbe tutte nei primi minuti, e furono almeno tre. Diciamo pure che c'è entrata, in questa fase iniziale, la sfortuna. Al 4' Rimbaldo si è precipitato con un attimo di ritardo su di un centro di Cazzaniga cercando di deviare la palla nella rete ma colpiva invece da un paio di passi il montante. La prima occasione l'aveva già perduta Pellis un minuto prima, ma la più vistosa doveva essere la terza. Buhtz si lanciava su di un allungo proveniente dalle proprie retrovie e che chiamava fuori dai pali Persico. Lo scontro avveniva ad una decina di metri dalla porta e aveva naturalmente la meglio Persico che poteva respingere col pugno la palla, non tanto però che non riuscisse ad impadronirsene Antoniotti al limite dell'area. Il tiro che ne seguiva era vlolentissimo, ma la palla, a porta vuota, rimbalzava sulla traversa. Tutto questo avveniva in una diecina di minuti. Il Torino aveva perduto l'occasione di segnare e non l'avrebbe più ritrovata. La partita cominciò a questo punto a prendere quell'andamento convulso che doveva durare sino alla fine. Mentre i granata reiteravano i loro assalti resi vani dalla sommarietà del gioco, gli ospiti riuscivano raramente ad affacciarsi nell'area di Rigamonti. Mediani e difensori erano a posto, ma anche i loro attaccanti rivelavano tali ingenuità e tale incapacità tecnica da non riuscire nemmeno a minacciare, né da vicino né da lontano, il portiere granata. Nella ripresa il Torino giocava contro sole. Soffiava anche un vento fastidioso che ora allungava ora accorciava la traiettoria della palla, e questa era una difficoltà che aggravava il lavoro degli elementi meno maturi. Intanto Rimbaldo, avendo riportato uri leggero stiramento ad una coscia, s'era confinato all'estrema destra, e poiché egli è un atleta generoso, della sua forzata limitazione di impegno la squadra doveva risentirne. Avvenivano poi, nel corso del gioco, altri mutamenti nell'attacco granata, finché verso la fine Antoniotti, accusando pure lui uno stiramento muscolare, si trasferiva zoppicante all'estrema sinistra. Al 10' la Spal perdeva una apparentemente facile occasione di segnare. In una azione di contrattacco Macor veniva a trovarsi a pochi metri dal portiere. Subitamente l'azione si faceva minacciosa. Il tiro di Macor rimbalzava su Rigamonti uscito, riprendeva Pratesi che ritentava da pochi passi ma questa volta la palla colpiva in pieno la traversa. Bearzot riusciva poi a liberare la zona, ma il pericolo superato eccitò i granata. Da questo momento si è giocato quasi costantemente nel campo degli ospiti. Ne risultò una ridda tumultuosa di azioni, calò dalle gradinate un'ondata di incoraggiamenti per dare anche maggior spinta alla riscossa della squadra, negli ultimi dieci minuti comparve all'attacco anche Grosso che aveva richiamato indietro CazzanAga, e fu proprio Grosso l'attaccante migliore. Nulla da fare. Il destino della partita era stato segnato nei primi dieci minuti. I granata rientrarono stanchi e sfiduciati. Alla loro volontà, almeno, nessun rimprovero poteva essere mosso. |
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