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Valmaura |
07/10/1956 |
h.15.30 |
TRIESTINA - TORINO 1-0 (0-0) Triestina: Baldini, Bellone, Brunazzi, Petagna, Ferrario, Tulissi, Renosto, Szoke, Olivieri, Petris, Brighenti. All.: Pasinati. Torino: Rigamonti, Grava, Brancaleoni, Rimbaldo, Grosso, Ganzer, Armano, Bodi, Arce, Ricagni, Tacchi. All.: Baldi. Arbitro: Righi di Milano. Reti: Petris 69'. Spettatori: 4.500 circa. Note: Terreno pesante e scivoloso a causa della pioggia che, assieme al forte vento, hanno disturbato sensibilmente il gioco delle due squadre compromettendone anche la visibilità. Calci d'angolo 8-5 per la Triestina. Nei padroni di casa fa il suo esordio il terzino Brunazzi. Cronaca [Tratto da La Stampa dell' 8 ottobre 1956] Una strenua lotta di due tenaci compagini, contro tutti e contro tutto, è stato quest'incontro. L'una contro l'altra, le due squadre, e tutte e due insieme contro l'intemperia scatenata. Da sereno che era, il cielo si è fatto scuro nel pomeriggio, minacciando un uragano di quelli da lasciare una traccia dove passano. La bufera ha atteso i giocatori alla loro entrata in campo, e poi si è scatenata senza pietà, ricorrendo a tutti i mezzi a disposizione: vento, pioggia, tuoni, lampi. L'incontro si è svolto in una atmosfera degna di una delle vecchie illustrazioni di Dorè, ed è terminato sotto una cappa di nuvole così plumbee che non ci si vedeva più niente all'infuori delle luci accese nelle strade, nelle case che attorniano il campo. Ha vinto la Triestina perché i suoi ragazzi hanno corso una sfumatura di più degli avversari. Ma nessun appunto può essere mosso ai granata, in quanto a volontà, a impegno e a combattività. Il Torino si è trovato di fronte a un undici che lo ha superato di qualche poco, come capacità, sia atletiche che tecniche, ma è caduto in piedi, gladiatoriamente. La presenza del Capo dello Stato in città ha tenuto lontano da Valmaura parte della folla. Una decina di migliaia di persone erano comunque presenti, e fu così avvincente lo spettacolo che nessuno abbandonò il campo quando il tempo, con spietata puntualità, sferrò la sua offensiva. Stessa formazione del Torino che aveva battuto la Fiorentina e novità diverse nell'undici della Triestina, invece. I giovani messi in squadra da Pasinati si sono fatti subito notare. Sono stati essi che hanno Impresso al gioco quello straordinario tono di velocità che doveva contraddistinguerlo. La difesa degli ospiti fu chiamata subito all'opera: urgentemente e duramente. E rispose in modo egregio alla chiamata. Al quinto o sesto minuto, il suo portiere usciva per intercettare un pallone alto, mancava l'intervento e un avanti triestino sospingeva prontamente di testa verso la rete sguarnita: sorgeva allora, non si sa da dove, Grosso, e con una grande rovesciata salvava in extremis. Ripamonti doveva riabilitarsi più tardi con parate veramente notevoli. I granata non rimanevano passivi, reagivano ma le loro avanzate non erano così incisive e pericolose come quelle dei padroni di casa. Szoke, Petris e compagni, non stavano fermi un momento, si smarcavano e sgusciavano via dappertutto. E Brighenti, per non far uso del piede destro, esitava, e Olivieri mancava una buona occasione per precipitazione invece. Dura sicura, forte la difesa del Torino superava felicemente la prova in quel difficile primo tempo. E ciò senza ricorrere all'uso del catenaccio Nella ripresa la bufera cresceva di tono: pioggia, raffiche di vento, cupi mormorii di tuono, lampeggiare di fulmini lontani, un mezzo finimondo. Per metà del tempo i granata parvero reagire meglio anche all'altra tempesta, quella scatenata dagli attaccanti e dai mediani della Triestina, che continuavano a correre come del dannati. Grosso e compagni affrontavano e arginavano le offensive avversarie, più lontano dalla propria area di rigore che nel primo tempo, e riuscivano a lanciare con maggior frequenza i loro avanti al contrattacco. Fu allora che Arce ebbe l'occasione di salvare il risultato per la sua squadra: due occasioni, non una, e se le divorò entrambe. Nella prima Ricagni lo liberò degli avversari e lo servì con un preciso tocco, ed il ''guarany'' con la possibilità di mirare o di avanzare, sparò a lato. Nella seconda l'interessato approfittò dell'entrata a vuoto dì un difensore, andò via a grandi falcate, e giungendo tutto solo davanti al portiere mancò il bersaglio con un gran tiro alto. L'episodio che doveva decidere l'incontro capitò fra capo e collo del Torino al 24° minuto. Una delle tante avanzate triestine si sviluppa sulla destra e in area Grosso, pressato da vicino da qualche avversario, respinge corto. Petris, da posizione di mezz'ala destra, piomba prontamente sul rimpallo e fa partire un gran tiro basso. La palla passa fra una piccola selva di gambe e acquista ancora velocità schizzando sul terreno viscido e penetra in rete quasi a filo del montante sulla sinistra di Rigamonti. La forte e infruttifera reazione dei granata avviene nell'oscurità sempre maggiore. Sullo sfondo della fungaia degli ombrelli aperti dal pubblico non si riesce più a distinguere che a fatica la palla, nera di colore. E le luci che gradatamente si accendono attorno al campo non fanno che aggravare la situazione. La Triestina, paga di quanto ha in mano, va più cauta nei minuti finali, ma il tono del gioco non muta: l'incontro termina alla stessa velocità con la quale era cominciato. Della prova di condizione fisica e di combattività dell'intero undici torinese: menzione speciale per Grosso, Grava, Ganzer e Ricagni. Qualche ottima parata da parte di Rigamonti. La Triestina, quando imbatte una giornata simile sul suo campo, è ben difficile da fermare. Il maltempo non l'ha sentito, o meglio le ha servito da stimolante. E la presenza in squadra di tanti giovani non le ha nociuto: a giudicare da tanti segni le ha, forse, giovato. |
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