WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Filadelfia
31/03/1957
h.15.30
TORINO - PALERMO 5-1 (4-0)
Torino
: Rigamonti, Grava, Ganzer, Rimbaldo, Bodi, Fogli, Armano, Ricagni, Jeppson, Arce, Tacchi. All.: Marjanovic.
Palermo: Angelini, Griffith, Bettoli, Benedetti, Mialich, Ballico, Vernazza, Biagini, Gomez, Passarin, Sandri. All.: Kossovel
Arbitro: Righi di Milano.
Reti: Armano 2', 7' rig. (T), Arce 26' (T), Jeppson 42', 84' (T), Vernazza 49' (P).
Spettatori: 15.000 circa.
Note: Cielo coperto, temperatura fresca, terreno in buone condizioni, leggero vento; calci d'angolo 11-4 per il Palermo.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 1 aprile 1957]
Aria nuova al Torino. Nello stesso giorno in cui i suoi dirigenti hanno annunciato la approvazione di uno statuto rimodernato, la squadra ha superato il Palermo con facilità sorprendente. Poche settimane or sono un simile incontro sarebbe stato preceduto da un'atmosfera di tensione generale, giocatori preoccupati, pubblico mobilitato, tecnici in imbarazzo. Il Palermo in lotta per la salvezza, come il Torino, il valore della posta che diventa doppio in un confronto diretto. C'era da rendere nervosi anche i titolari più anziani ed esperti. Nel ''nuovo Torino'' non si è verificato nulla di tutto questo. I granata hanno affrontato con serenità, la partita decisiva: hanno segnato due reti in sette minuti, si sono sbizzarriti in azioni di lusso, uscendo poi dal campo tra gli applausi. Motivi tecnici e psicologici sono alla base di questa rinascita granata. Quando Mario Rubatto ha accettato di prendere le redini della società torinese, insieme all'avv. Colonna, il suo programma rivoluzionario sembrava utopistico, le sue dichiarazioni coraggiose rasentavano la spavalderia. Invece erano dette a ragion veduta. Questo dirigente giovane e audace è riuscito ad infondere nei giocatori la fiducia che egli ha in se stesso: il Torino ora non affronta l'avversario con patemi d'animo. Può essere reduce dalla pesante sconfitta con l'Inter, ma travolge il Palermo senza esitare. Ed accanto al dirigente nuovo occorre ricordare Marianovic e non dimenticare Amandola. L'allenatore jugoslavo assunto dal conte Lora Totino nel mese di reggenza ha supplito con innato equilibrio e molta capacità professionale alla poca conoscenza dell'ambiente italiano. Il preparatore atletico Amandola - è bene darne atto a Don Liberti che lo ha presentato e difeso anche nei momenti in cui la colonia argentina pareva invadente - Amandola, si diceva, è risultato un eccellente istruttore. I giocatori del Torino danno ora un'impressione di freschezza. Sembrano all'inizio del campionato, non quasi alla fine. Il pericolo attualmente è di non spremerli troppo. Ieri Grava e Rimbaldo hanno riportato due stiramenti e sono stati costretti ad uscire dal campo alcuni minuti prima del fischio finale. E' un sintomo di stanchezza. I dirigenti granata terranno certamente presente questo campanello d'allarme. La partita. Il Palermo ha sperato di vincere esattamente per quarantacinque secondi. Mentre stava per scoccare il primo minuto di gioco un malinteso Grava-Bodi dava a Vernazza una palla da deviare facilmente in rete. L'italo-argentino sceso in campo appena guarito dal raffreddore ha alzato proprio sopra la traversa. Praticamente, per quanto riguarda il Palermo, l'incontro è finito qui. Al secondo minuto Arce scartava un paio di avversari e tirava in corsa, Angelini riusciva a deviare il pallone ed Armano irrompevain area (ecco la freschezza del gioco granata). Con un tocco di sinistro metteva in rete. Cinque minuti dopo Griffith doveva ricorrere ad uno sgambetto in area per fermare Tacchi lanciato in una delle sue tipiche fughe. Armano ancora tramutava il penalty in goal. A questo punto l'incontro poteva considerarsi finito anche per il Torino o almeno trovavano un alt le emozioni relative al risultato. Il Palermo ha cercato di sfruttare qualche tiro da distante di Benedetti e Gomez, ma Bodi e Grava salvavano proprio sulla linea di porta. Gioca bene, questo Palermo, ma in modo incredibilmente lento. Gomez spegne la classe di cui è dotato, in un palleggio quasi da fermo, Vernazza è in continua attesa di un lancio che non arriva mai, e Passarin è rimasto un gran tecnico, ma prima di decidersi apassare il pallone vuol dimostrare di saper scartare almeno un paio di avversari. In queste condizioni gli attacchi rosa-neri sono facilmente controllabili. Il peso della gara viene a finire sulle spalle dei mediani e dei difensori. Non basta un Angelini in buone condizioni, non bastano Griffith, Mialich e Bettoli, o l'esperto Baltico a fermare gli avversari. Ieri poi Mialich si è trovato davanti un Jeppson ringiovanito ed in vena, un Jeppson che pareva tornato ai tempi d'oro dell'Atalanta. Il terzo goal segnato da Arce al 26' è anche merito suo. L'arbitro aveva preso una papera fischiando in favore del Torino un fallo che in realtà era di Ganzer su Vernazza, comunque l'azione era proseguita attraverso una deviazione di Fogli, Il pallone giunse a Jeppson che in arca con un colpo di tacco imprevedibile e preciso mise Arce in condizioni di calciare a colpo sicuro. Arce completò la prodezza dell'amico con una finezza. Avanzò come per effettuare un grande tiro ma, quando Angelini scattò sulla destra, con un preciso colpo dato con l'esterno del piede mandò il pallone a rotolare adagio adagio in rete, a fil di palo. Il più bel gol della giornata era nato dalla collaborazione di due artisti del football: Jeppson, stile pratico del nord, Arce fantasia sud americana. Il Palermo ebbe ancora una occasione di segnare alla mezz'ora, allorché Rigamonti e Sandri si scontrarono e la porta rimase vuota. Bodi salvò proprio sulla linea bianca. A proposito di Bodi ricordiamone subito la prestazione franca e redditizia. Il ragazzo esegue il suo lavoro di centromediano con la precisione di una sentinella. Non, si concede distrazioni, non ha un attimo di rilassamento. Ieri aveva di fronte Walter Gomez, un asso della finta, eppure non si è mai lasciato ingannare. Bodi, elemento promettente come laterale o mezz'ala, ha trovato nella maglia numero 5 la sua vera divisa. Prima che il tempo scadesse Jeppson segnava ancora un goal, il quarto del Torino. Tacchi era scattato sulla sinistra poi difensori rosa-neri e attaccanti grattata, tutti ammassati in area, si erano quasi fermati di colpo. La palla era rimasta sui piedi di Arce, Lo uruguayano alzò a parabola sulla testa di un terzino (quasi un giochetto), Jeppson scattò, Benedetti per rimediare spedì la sfera contro il montante. Su rimbalzo il centravanti del Torino non si lasciò sfuggire l'occasione buona. Un Palermo già demoralizzato non poteva essere spinto a grandi azioni da un passivo di quattro reti. Difatti la ripresa ha avuto un tono quasi accademico. Non ha svegliato i giocatori neppure la rete ottenuta per i siciliani da Vernazza, al terzo minuto, con una formidabile stangata su punizione. Al 32' Jeppson, per la verità aiutandosi con una spintarella molto intelligente, piantò in asso Mialich, filò verso l'area e non ebbe difficoltà a battere ancora Angelini. Il Torino, che si era visto annullare poco prima un goal segnato con un acrobatico guizzo da Tacchi, ebbe ancora una occasione di raggiungere la sesta segnatura. Al 40' Benedetti fermò Tacchi facendolo cadere. Il piccolo argentino fu incaricato del penalty, ma Angelini, scattato in tempo, respinse a pugni uniti. Fogli non seppe approfittare del pallone capitatogli tra i piedi e fu questo uno dei pochi sbagli di questo giovane calciatore che va acquistando autorità di rendimento e sicurezza nei propri mezzi. A proposito di giovani, accanto al vistoso bilancio dei goals, altrettanto lusinghiero è quello che pone in tendenza le prestazioni dei prodotti granata. Rimbaldo, Bodi e Fogli, hanno disputato una bellissima partita, degna di quella degli esperti Ricagni, gran regista a metà campo, Armano e Jeppson. Arce infine, tenendosi lontano da inutili rudezze, e stato forse il migliore del quintetto. Bilancio completamente attivo, in definitiva, per il nuovo Torino. Anche se la matematica non lo conferma ancora, la prova di saldezza data ieri ed il gioco fluido assicurano che lo spettro della retrocessione è allontanato. Tutti quelli che si sono trovati ieri in via Filadelfia, palermitani compresi, ne sono convinti.