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Filadelfia |
14/04/1957 |
h.15.30 |
TORINO - S.P.A.L. 3-2 (3-1) Torino: Rigamonti, Grava, Cuscela, Bodi, Ganzer, Fogli, Armano, Ricagni, Arce, Bertoloni, Tacchi. All.: Marjanovic. S.P.A.L.: Romano, Boldi, Lucchi, Villa, Costantini, Dal Pos, Dido, Di Giacomo, Firotto, Broccini, Prenna. All.: Tabanelli Arbitro: Coppa di Como. Reti: Bertoloni 3' (T), Armano 18', 24' rig. (T), Prenna 38', 82' (S). Spettatori: 13.000 circa. Note: Giornata di sole con venticello fresco, terreno in ottime condizioni, calci d'angolo 4-3 per la S.P.A.L.; Tacchi, infortunatosi ad inizio partita, ha disputato l'intero match con rendimento minimo. Cronaca [Tratto da La Stampa del 15 aprile 1957] Dopo 23 minuti dall'inizio della partita il Torino vinceva per tre a zero. Si pensò ad una seconda edizione dell'incontro col Palermo, ma non è stato che un pensiero presto fugato dalla realtà. Nel momento in cui per l'abbondante margine di sicurezza da una parte e per l'impossibilità di smantellarlo del tutto dall'altra, pareva che il gioco dovesse prendere una andatura tranquilla, la partita improvvisamente si guastò. La Spal accorciò la distanza verso la fine del primo tempo, la ridusse ancora negli ultimi dieci minuti della ripresa e fu ad un pelo dall'ottenere il pareggio che, del resto, avrebbe meritato essendo apparsa la migliore squadra in campo. Mai visto, sul suo terreno, un Torino così caotico, così assolutamente privo di gioco, così disorientato, disperatamente arrancante per non farsi travolgere. Tentennante nella manovra, assente pressoché del tutto a mezzo campo, incapace anche di un'azione sommariamente elaborata, incerti gli uomini negli spostamenti, della squadra vista altre volte non restava pressoché nulla. Quando Rigamonti abbrancò l'ultima palla su centro di Firotto dalla sinistra, a pochi secondi dalla fine, i compagni corsero ad abbracciarlo. Svaniva l'incubo del pareggio, la vittoria era salva. E il pubblico che aveva visto la sua squadra sgretolarsi progressivamente, piegata sotto i martellanti assalti degli avversari, tirò un sospirodi sollievo quando l'arbitro fischiò la fine. Nocquero al Torino due fatti: l'azzoppamento di Tacchi nei primi minuti di gioco in seguito ad un'entrata fallosa di Boldi e la troppo facile segnatura nellaprima metà del primo tempo. Boldi entrò violentemente calciando con forza la palla che era ferma fra i piedi di Tacchi e che non avrebbe potuto in nessun modo rinviare. In un caso simile il tentativo di rinvio può essere solo un pretesto, lo scopo è un altro. Tacchi dovette uscire dal campo e rientrò bendato e zoppicante, del tutto inutilizzabile avendo riportato uno strappo al legamenti del ginocchio sinistro. Mancò così al Torino la punta più efficiente del contropiede, l'attacco si vide ridotto a quattro uomini effettivi e Tacchi ne restò inasprito lasciandosi trascinare nella ripresa a commettere dei falli che avrebbe invece dovuto evitare. La troppo facile segnatura iniziale risultò in seguito addirittura un guaio per il gioco del Torino. La squadra considerò l'impresa facile e sottovalutò forse l'avversario che si era schierato abbondantemente rabberciato. Il primo gol già maturava al 3' minuto. Armano ceduta la palla ad Arce, spostato all'estrema destra, si trasferiva subito al centro e riceveva di ritorno il passaggio al limite dell'area tirando immediatamente rasoterra verso la rete: usciva il portiere in tuffo, toccava ma non tratteneva la palla, Bertoloni vi balzava sopra e la sospingeva entro i pali. Passava circa un quarto d'ora di gioco senza particolare rilievo poi al 16' Armano, quasi nell'identica situazione precedente, riceveva un centro di Arce e tirava da una quindicina di metri e di nuovo usciva. Romano buttandosi in tuffo, ma la palla gli sgusciava di sotto e finiva in rete. In vantaggio di 2 reti il Torino dovette sentirsi già sufficientemente tranquillo. Due contrattacchi della Spal, al 20' e al 22' provocavano due calci d'angolo, il primo per una parata difettosa di Rigamonti, il secondo per una deviazione su fortissimo tiro di Prenna il più pericoloso uomo da rete dell'attacco spallino. E' nel contrattacco succeduto a questo secondo corner che il Torino arrotondava ancora il suo bottino. Un atterramento in area di Bertoloni da parte di Lucetti e Costantini era punito dall'arbitro con un rigore: tirava Armano e il terzo gol ora fatto A questo punto il Torino pareva avviato ad un'affermazione clamorosa. Non c'era stato nemmeno bisogno di spingere a fondo l'assalto. Debole era apparso il portiere che doveva poi invece mostrarsi fortissimo nella ripresa, disarticolata la difesa. Ma avvenne quello che non si sarebbe potuto prevedere: finì la partita del Torino e cominciò quella della Spal. Di fronte al gioco più nutrito, meglio manovrato e più saggia mente organizzato degli ospiti, i granata si dimostrarono presto in difficoltà e furono palesi i difetti che poi dovevano prendere un rilievo più marcato nel secondo tempo. Fogli non era nella sua giornata ideale pur dimostrandosi il migliore della squadra; Bodi era pressoché nullo per quanto la buona volontà di fare fosse evidente; i quattro avanti che si riducevano a tre per l'arretramento di Ricagni non avevano possibilità di un'ampia stesura di gioco, cosicché il peso della partita cominciò a gravare sulla difesa che appariva incerta e avventurosa un po' per difetti propri di piazzamento e un po' perché lasciata scoperta dalla fragilità del baluardo di centro campo. Gli spallini raccoglievano il primo frutto del loro gioco in crescendo al 38' su una punizione battuta da Broccini sulla sinistra in prossimità del corner: sul tiro raso terra Prenna precedeva il tuffo di Rigamonti e mandava in rete da un passo. A tre minuti dalla fine un violentissimo tiro di Dido era parato col pugni in angolo da Rigamonti. Nella ripresa il Torino passava nel campo opposto e aveva sole e vento favorevoli. Le condizioni parevano propizie per una ripresa dell'offensiva, ma doveva essere invece la Spal a prendere il comando delle azioni. Ad aggravare la situazione dei granata già al primo minuto Fogli era stato costretto ad uscire dal campo per una gomitata allo stomaco ricevuta nel contrastare una discesa di Firotto dalla estrema destra. Rientrava dopo un paio di minuti rinfrancandosi gradatamente, e ce n'era bisogno perchéil Torino dava a vedere che nemmeno il sole alle spalle gli giovava. La Spal cominciava a macinare il suo gioco, veloce, pronto, aggressivo. Da parte loro i granata operavano dei contrattacchi che generalmente erano troppo lenti, un po' per l'impossibilità di Impiegare Tacchi e un po' per i palleggi ostinati, complicati e ritardatari di Arce. Tuttavia al 19' proprio Arce ebbe l'occasione del tiro, balzato alle spalle dei difensori e solo in area, ma indugiò, forse volle aspettare l'uscita del portiere ma quando questi uscì già gli altri avversari gli erano addosso e l'occasione sfumò sebbene poi i difensori complicassero da parte loro la situazione, fino a soffiare la palla a Romano il quale, ancora in tuffo, avrebbe voluto ricuperarla. La partita si fece fallosa, astiosa, in certi momenti addirittura violenta. Due punizioni a tre metri dal limite provocavano allarme nel Torino. Il gioco degli ospiti si snodava facile, vario nella trama, con uomini che coprivano tutta la zona ove l'offensiva si svolgeva. La superiorità tattica e tecnica degli spallini era confermata dalla loro prevalenza territoriale che lasciava poco margine alle controffensive dei granata. Di Giacomo, Broccini, Prenna erano i perni su cui questo lavoro offensivo girava, alimentato da due mediani laterali che sovrastavano nettamente quelli torinesi.Diventava sempre più difficile per il Torino resistere ad una pressione che era frutto non solamente di una superiore freschezza atletica, ma anche e soprattutto di una organizzazione tattica più concreta e dell'apporto di fattori tecnici non eguagliati nel campo opposto. Quando al 38° minuto Prenna, raccolto un passaggio di Broccini fulminò nella rete granata il secondo pallone, nel Torino apparvero del segni di sbandamento. La squadra non opponeva più una massa ordinata, opponeva delle individualità operanti ciascuno per proprio conto. La difesa si trovò sulle spalle un lavoro enorme, impetuoso, indaffarata, solo preoccupata di liberare. Lavorò con molto affanno e certe situazioni parevano proprio già decise, e salvò la vittoria. Al 44' l'ultimo corner a favore degli ospiti, come già abbiamo detto sopra. Rigamonti abbrancò la sfera e da quel momento il Torino si sentì sicuro in porto dopo tanto tempestosa navigazione. |
w w w . a r c h i v i o t o r o . i t | ||
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