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Comunale di Firenze
28/05/1959
h.16.30
FIORENTINA - TALMONE TORINO 4-0 (1-0)
Fiorentina
: Sarti, Robotti, Orzan, Carpanesi, Cervato, Segato, Hamrin, Gratton, Petris, Lojacono, Morosi I. All.: Ferrero e Czeiler.
Talmone Torino: Sentimenti IV, Cancian, Farina, Bearzot, Varglien III, Bonifaci, Mazzero, Armano, Virgili, Marchi, Crippa. All.: Senkey.
Arbitro: Rigato di Mestre.
Reti: Hamrin 42', 58', 73', Segato 80'.
Spettatori: 13.000 circa.
Note: Pomeriggio quasi estivo con leggera foschia, terreno in buone condizioni, ammonito Farina. Al 40' Virgili esce dal campo senza farvi più rientro se non all'inizio della ripresa e relegato, in condizioni menomate, al ruolo di ala; calci d'angolo 7-2 per la Fiorentina.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 29 maggio 1959]
Se i granata di Torino condannati non lo erano ancora, ora dovrebbero esserlo definitivamente. A Firenze abbiamo assistito a quella che è stata praticamente la loro esecuzione capitale. Vi abbiamo assistito più che altro per dovere di cronisti, e diciamo sinceramente che mai dovere fu più penoso, mai incombenza più dolorosa, per quanto nessun dubbio si possa accampare sul risultato e nessuna eccezione sia possibile sollevare sull'andamento del gioco. Le speranze del Talmone Torino erano legate a un filo, un tenue filo. E questo si è trascinato e si è allungato per parecchio tempo: fino cioè a otto minuti dal segnale di riposo dell'intervallo. Poi, alla prima rete segnata dagli avversari, tutto è caduto e precipitato come un castello di carte che soltanto per miracolo si fosse retto fino a quel momento. Prima che il segnale del riposo venisse emesso dall'arbitro già il passivo degli ospiti avrebbe dovuto assumere proporzioni doppie di quelle effettivamente e ufficialmente raggiunte. A pochi istanti dalla chiusura del tempo, su un paio di ripicchi avvenuti proprio sull'orlo della porta torinese, la palla stava per sgusciare in rete quando un difensore granata - nel quale ci è parso di individuare Cancian - con un gran balzo e una deviazione miracolosa è riuscito ad allontanare, proprio in extremis, il pericolo. Faceva 1 a 0 invece di 2 a 0, e la cosa non voleva proprio dir nulla, perché quello che non era avvenuto nella prima parte dell'incontro avveniva nella seconda, con una fatalità che aveva dell'inesorabile. Al 14' e al 28' della ripresa, lo svedese Hamrin, che già aveva aperto la serie, segnava altre due volte, e più tardi, a dieci minuti dal termine, quando proprio la partita non aveva più nulla da dire, Segato batteva sul tempo Sentimenti IV e portava a quattro le reti al passivo del Talmone Torino. Tutto ciò, senza che si possa dire che la Fiorentina abbia svolto un gran gioco, e nemmeno condotto un incontro di medio valore, dal punto di vista tecnico. L'ambiente toscano risente vivamente del rovescio subito a Udine domenica scorsa, come botta ultima, e dell'estromissione dalla lotta per la conquista del titolo di campione, in genere. Già il pubblico aveva, come in segno di dispetto, semi-disertato la prova. Invece delle quaranta o più mila persone che sono solite accorrere allo stadio per gli incontri normali di campionato, se ne contavano a malapena 13 o 14 mila, nel recinto, tra paganti e non paganti. Ed ancora, queste erano tutt'altro che benignamente disposte nei riguardi della propria squadra. Sarebbe bastato che nella prima parte dell'incontro i viola avessero commesso qualche grosso svarione perché gli spettatori si fossero ribellati e si fossero voltati loro contro. Della tempesta avrebbero quasi certamente approfittato i granata, e si sarebbero risvegliati, avrebbero sfoderato un po' di impegno, e forse forse, intravedendo la speranza di salvare il risultato I risultati delle partite di calcio sono spesso legati ad un filo: dipendono da un nonnulla. Chi segna per il primo si sovrappone all'avversario, prende il vento in poppa, ed imprime agii eventi la direzione che gli conviene. Ma come poteva il Talmone Torino dare agli avvenimenti la spinta che gli sarebbe stata necessaria, col tenue spirito col quale ha giocato la partita? Così è avvenuto che la Fiorentina abbia stravinto, quando già, quasi senza difficoltà, aveva vinto. La partita in sé non merita affatto una lunga né minuta descrizione. Per quasi tutta la sua prima parte essa si è trascinata in tono fiacco e per nulla incisivo. Una povera cosa. Di pericoli per la porta difesa da Sarti nessuno o quasi. All'estremo opposto del campo, Sentimenti IV, senza essere chiamato a compiti veramente difficili, si difendeva bene. E il pubblico cominciava ad impazientirsi contro i giocatori della propria squadra, quando improvvisamente pioveva dal cielo il primo punto della giornata. Un paio di ripicchi a pochi metri dalla porta granata, e Hamrin riprendeva e deviava in rete. Poi, prima del riposo, il salvataggio, proprio sulla linea della rete torinese, di cui già abbiamo detto. L'undici granata già cominciava a mollare la presa. La mollava del tutto nel corso del secondo tempo. Hamrin portava a tre il suo bottino personale di reti, segnando dapprima al 14' su servizio di Petris, e poi ancora al 28' a seguito di un'azione condotta da Gratton, Petris e Lojacono. Sul 3 a 0, tutto era già finito ed i granata più non riuscivano che ad abbozzare qualche vaga azione a metà campo. E a dieci minuti dal fischio di chiusura, dopo che Lojacono ed altri avevano ancora mancato ulteriori occasioni di segnare, la nuova ala sinistra dei viola, Morosi, deponeva un pallone nell'area di nessuno, e su di esso si precipitavano in due: Segato da una parte e Sentimenti IV, uscendo di porta, dall'altra. Arrivava primo il mediano laterale fiorentino, e spediva nel la rete sguarnita. Faceva 4 a 0, e suggellava le sorti dei torinesi per la giornata, e si può dire ormai per l'intera stagione.