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Olimpico di Roma |
07/06/1959 |
h.16.30 |
ROMA - TALMONE TORINO 4-1 (2-0) Roma: Cudicini, Griffith, Corsini, Giuliano, Mazzone, Guarnacci, Ghiggia, Menegotti, Tasso, Selmosson, Lojodice. All.: Nordahl. Talmone Torino: Vieri, Cancian, Farina, Bearzot, Varglien III, Bonifaci, Cella, Mazzero, Piaceri, Marchi, Crippa. All.: Senkey. Arbitro: Jonni di Macerata. Reti: Lojodice 14', 86' (R), Selmosson 45' (R), Mazzero 57' rig. (T), Tasso 83' (R). Spettatori: 25.000 circa. Note: Giornata calda e afosa, terreno duro, calci d'angolo 7-5 per la Roma. Per la prima volta nella sua storia il Torino retrocede in serie B. Cronaca [Tratto da La Stampa dell' 8 giugno 1959] Il fischio finale dell'arbitro ha sancito la condanna del Torino. Con la testa china, a passo lento, i giocatori granata hanno lasciato il campo mentre scendevano dalle gradinate le ondate di applausi diretti ai giallo-rossi vittoriosi. L'undici granata si è battuto bene e non è caduto in modo inglorioso, per quanto il risultato possa affermare il contrario. La sconfitta si è aggravata proprio nel periodo migliore del Torino, quando cioè sul due a uno esso stava accanitamente attaccando per raggiungere il pareggio. In questo periodo che è durato per quasi tutto il secondo tempo, i granata hanno fallito alcune preziose occasioni di segnare. Due o tre rimpalli di mischia hanno salvato la porta della Roma dalla capitolazione. E' questione non più di capacità ma di fortuna. Due azioni di contropiede hanno colto la difesa granata del tutto scoperta e ne sono scaturite due reti segnate mentre il portiere era lontano dai pali, piazzato al limite dell'area di rigore quasi per sostenere l'impeto della squadra tutta proiettata all'attacco. Era fatale che così avvenisse e non può essere incolpato il Torino di non aver preso le necessarie precauzioni difensive perché stava in quel momento ancora perdendo e nulla aveva da difendere perché nemmeno un pareggio avrebbe potuto salvarlo. La squadra ha così adottato la tattica che la situazione le imponeva ed era fatale, ripetiamo, che essa cadesse sulle azioni avversarie di contropiede perché questo rischio in quel momento doveva correrlo. L'appunto che si può fare alla squadra riguarda piuttosto la sua condotta nel primo tempo disputato a ritmo troppo lento come se tutti gli uomini avessero già le gambe pesanti per la stanchezza. Se avesse dimostrato lo spirito agonistico che poi ha sfoggiato nella ripresa, forse la situazione avrebbe potuto cambiare per quanto fosse indiscutibile la superiorità di classe e di manovra della squadra avversaria, particolarmente dell'attacco, dotato della struttura che a questo reparto è necessaria, cioè con uomini di manovra ed elementi di raccordo, che difettava, invece nello schieramento granata. E' da rilevare che la Roma mancava di uomini come Panetti, Losi, Pestrin, Da Costa, Zaglio, gli ultimi quattro chiamati per la nazionale militare. I vuoti erano quindi parecchi ma non si è avuta l'impressione che l'attacco ne risentisse molto, almeno nelle azioni di manovra, salvo poi a rivelare nelle fasi conclusive la importanza dell'assenza di Da Costa, è del tipico uomo di punta e da rete, mediocremente sostituito con Tasso. Malgrado gli errori, le insufficienze e le sfortune, il giuoco del Torino non è stato quello di una squadra condannata. Sarebbe ingiustizia giudicarla troppo severamente. In certi momenti, particolarmente nella ripresa, la sua azione è stata spigliata ed energica. In modo speciale l'attacco si è messo in evidenza con offensive serrate che hanno sempre duramente impegnato la difesa romana. Il migliore è stato Piaceri, il peggiore Marchi. Piaceri, sia come centravanti che come ala - gli spostamenti sono stati continui -, ha dimostrato di possedere un tocco tecnicamente pregevole della palla e una scioltezza di palleggio veramente notevole districandosi abilmente da situazioni difficili. Mazzero è stato infaticabile e va posto subito dopo Piaceri in ordine di merito, per quanto abbia sulla coscienza un goal fallito da tre passi su centro di Grippa ad appena 30'' dall'inizio. Cella ha dato meno di quanto è nelle sue possibilità normali, ma è stato sfortunato nei tiri e bisogna inoltre tener conto del fatto che è più adatto come mezz'ala che come ala. Crippa è apparso uno degli elementi più aggressivi del reparto e anche dei più pericolosi. Marchi non ha il giuoco che si adatta all'attacco granata nella sua impostazione attuale. A parte la resistenza, non ha misura negli allunghi. In quanto alla difesa, quanto abbiamo detto sopra spiega già tutto. Bonifaci e Bearzot hanno risentito le conseguenze di una situazione tattica insostenibile, come del resto anche Varglien. In quanto a Vieri non si possono approvare le sue troppo rischiose uscite dai pali nella ripresa. Nel primo tempo aveva invece effettuato parate veramente belle guadagnandosi anche qualche applauso, poi è affondato fatalmente con l'intero blocco difensivo. Quanto abbiamo finora detto può dare già un'idea sommaria dello svolgimento della partita. Possiamo aggiungere, a completare il quadro, alcuni particolari. La prima azione è stata del Torino scattato al fischio d'inizio all'offensiva. Un passaggio in profondità di Marchi imbeccava Crippa, il quale scavalcato Griffith, centrava basso quasi sulla linea di fondo: da tre passi Mazzero sopravvenuto come un bolide mandava a lato. Allora si metteva in moto l'attacco romanista e presto il suo giuoco giungeva a segno. Al 14' Ghiggia, dall'estrema sinistra centrava a Lojodice che si era spostato verso il centro, e questi con un tiro secco e montante da pochi metri batteva Vieri. Dopo un paio d'occasioni di pareggiare perse per un soffio dai granata, al 45' già scaduto, Tasso imbeccava Lojodice che, spostato all'estrema destra, serviva Selmosson. Questi benché affiancato e ostacolato da Cancian riusciva ad avvicinarsi fino a una decina di metri dai pali battendo Vieri con un tiro preciso. Sul due a zero la sorte del Torino poteva dirsi decisa. Ma proprio nella ripresa e con una situazione pressoché senza rimedio, la squadra granata doveva svolgere il suo gioco migliore. Cominciavano a verificarsi le prime conseguenze dell'offensiva a fondo degli ospiti, cioè il rischio difensivo. All'8' Vieri doveva uscire e buttarsi in tuffo sui piedi di Lojodice che capitombolava insieme con Cancian. Al 12' su punizione battuta da Bonifaci, Cudicini selva a vuoto e Corsini deviava con la mano la palla diretta in rete. Bui rigore Mazzero accorciava le distanze: due a uno. Reagiva la Roma e otteneva in due minuti tre calci d'angolo ma il Torino era ormai lanciato all'offensiva. Le mischie si succedevano nell'area giallorossa. Al 20' un sospetto fallo in area di rigore sollevava proteste subito spente. Un tiro di Cella veniva parato. Poi al 28' Piaceri con una bella azione sulla destra offriva a Crippa un pallone prezioso. Tiro e rimpallo nella mischia. Due minuti dopo nuovo tiro di Crippa ma troppo alto. Ancora Crippa tirava due minuti dopo ma questa volta la palla rimbalzava sul portiere e finiva in corner. Altro rimpallo di Grippa al 35' dopo un'abile e veloce fuga sfuggendo a Griffith. Mancavano dieci minuti alia fine e tutta la squadra granata era nel campo avversario. Ecco al 36' Giuliano servire Tasso che vola a campo libero. Vieri è a due metri dal limite dell'area di rigore e Tasso lo batte facilmente. Nuovi attacchi granata e al 40' secondo contropiede. Imbeccato da Guarnacci, Lojodice fila su di un terreno sgombro, nessun dubbio che segnerà e difatti anche il quarto pallone finisce nella rete di Vieri. Più nulla da fare. "Siamo scesi negli spogliatoi dopo la partita. Nessun rammarico, ma commenti sereni. Per il Torino il campionato è stato deciso non ieri ma nel giorno in cui è stato battuto sul proprio campo dall'Udinese. Tutto quello che è avvenuto dopo non è stato che la conseguenza di quella giornata disgraziata. |
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