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Fratelli Ballarin |
20/09/1959 |
h.16.00 |
SAMBENEDETTESE - TORINO 0-0 Sambenedettese: Dreossi, Alberti, Lorenzini, Bronzin, Santoni, Thermes, Valentinuzzi, Mecozzi, Tasso, Buratti, Pennati. Torino: Soldan, Scesa, Cancian, Bearzot, Lancioni, Bonifaci, Crippa, Mazzero, Virgili, Moschino, Ferrini. Arbitro: De Marchi di Pordenone. Reti: - Spettatori: 9.000 circa di cui 8.694 paganti per un incasso superiore ai 10 milioni di lire. Note: La Sambenedettese scende in campo con un'insolita divisa verde. Terreno in ottime condizioni, giornata radiosa, calci d'angolo 4-2 per la Sambenedettese che, nell'occasione, presenta il tutto esaurito e batte ogni precedente record di presenze e incassi. Cronaca [Tratto da La Stampa del 21 settembre 1959] Tutto considerato si può dire che il Torino abbia portato via un bel punto da uno dei campi più difficili che esistano nella serie B del campionato. Saremo curiosi di vedere, al termine del torneo, chi sarà riuscito a fare di meglio. E' stata quella di ieri una lotta atletica più che un vero e proprio incontro di calcio: un correre senza interruzione, un gran saltare per il pallone che era sempre in aria, un gran picchiare sodo nella palla. Il tutto, senza costrutto, che di tiri in rete che meritassero successo, diciamo pure di tiri in rete nel rettangolo della porta, decisivi cioè nel senso assoluto del termine, non se ne sono visti, né da una parte, né dall'altra. I due portieri non hanno avuto a che fare che con palloni provenienti da lontano e lasciati loro quasi sempre su richiesta dai terzini che operavano di fronte ai portieri stessi: roba di ordinaria amministrazione, insomma. Da parte granata risultò impossibile fare di meglio, un po' per una certa congenita leggerezza fisica dei componenti il settore di avanguardia, e molto per la facilità con la quale i difensori avversari si ammucchiavano in area di rigore e davanti a chi aveva la palla nei piedi. Da parte dei marchigiani la stessa cosa: un po' perché la loro prima linea invece di condurre dei veri e propri attacchi, si sfogava tutta in arrembaggi a palla alta e allunghi in avanti, e un po' perchè i difensori torinesi costituiscono nel loro complesso un settore robusto e ben assestato: un settore a posto, si può dire. Il campo era quello che abbiamo descritto nelle nostre note di sabato sera: duro sul fondo e cosparso di uno strato di sabbia alla superficie. Esso fu bagnato da un'innaffiatrice poco prima dell'inizio dell'incontro; ma dopo un quarto d'ora faceva nuovamente polvere e al termine della partita i giocatori della squadra ospite avevano la pianta dei piedi indolenzita dalla penetrazione dei tacchetti attraverso la suola delle scarpe. Un campo sul quale chi è abituato a giocare sull'erba, ben difficilmente può compiere prodezze. Regolare come lunghezza e un po' ristretto come dimensioni di larghezza, per cui una quantità inusitata di palloni sono finiti fuori dalle linee dei falli laterali: gli alti e lunghi rimbalzi sul terreno arido e duro portavano la palla oltre i limiti del campo a ogni pie sospinto. Di pubblico ve ne era quanto il recinto può contenere: circa novemila persone, diecimila al massimo, tutto compreso. Una folla strabocchevole, appassionata, per le circostanze: una folla che a parte gli incitamenti e alcune espressioni verbali - di quelle che ormai si sentono su tutti i campi d'Italia a qualunque Divisione appartengano le squadre ospitanti - finì per portarsi bene, non dando luogo a incidente alcuno. L'undici granata, che era stato accolto con viva simpatia al suo ingresso sul campo, si ebbe anche applausi a scena aperta nel corso dell'incontro. Richiamato dal nome degli ospiti, era accorso sul campo anche il Prefetto della provincia di Ascoli Piceno per assistere alla partita. Vivace e veloce come essa fu, la partita non offre rilievi per una narrazione particolareggiata sull'andamento del gioco. Sotto l'aspetto episodico essa non presenta quasi materia per descrizione. Non che i giocatori delle due parti in causa battessero la fiacca: tutt'altro. Come abbiamo già detto, la gara fu delle più veloci e combattute. Piuttosto, essa fu uniforme nel suo svolgimento, e di fatti salienti quasi non ne produsse. Per la prima mezz'ora del primo tempo l'undici locale, che si era gettato nella lotta con grande foga, si prodigò senza economia. Ben contenuto dalla salda difesa granata nella quale brillava per acume di piazzamento e intercettazione il corso Bonifaci, essa calò alquanto a un quarto d'ora dal termine del primo tempo. Il Torino prese allora decisamente il sopravvento e si ebbe l'impressione che in quel periodo potesse anche imporsi e segnare. Ma l'unica discreta occasione che si presentò allora, capitò a Moschino, al quale la palla sgusciò via dalla gamba destra al momento critico. Si ebbe allora il sospetto che l'undici marchigiano stesse per cedere allo sforzo, per scarsità di preparazione e che così perdurando le cose i torinesi avrebbero potuto spuntarla alla ripresa. In tutti i primi quarantacinque minuti si ebbe da registrare un tiro basso di Buratti e una stoccata di Virgili, ambedue fuori bersaglio di poco. Nel secondo tempo la Sambenedettese invece di calare, come speravano i granata, ebbe un energico ritorno di fiamma. Ma il Torino, che giocava ora contro sole, resse esso puro allo sforzo, grazie innanzitutto all'opera costante e tenace dei due mediani laterali. Subirono diversi calci d'angolo, i granata, ma di grossi pericoli non ne corsero mai. In tutto e per tutto Soldati dovette intervenire per bloccare due tiri, uno su punizione e l'altro sferrato in corsa, da lontano. Da parte sua, Virgili pure fallì il bersaglio con un tiro fatto partire da notevole distanza. Partita sterile sotto tutti gli aspetti, quindi. La Sambenedettese ha l'abitudine ai risultati pari, e sul suo campo e fuori. La stagione scorsa ne registrò la bellezza di ventuno su un totale di trentotto incontri disputati. E chi l'ha vista all'opera ieri non se ne meraviglia, con tanto prodigarsi dei suoi uomini. Ha diritto ai primi posti, come riserva eli fiato e di energia, se si pone mente al fatto che quella a cui abbiamo assistito era la prima prova dell'annata sportiva. Possiede un saldo centromediano in Santoni e due più che discrete mezze ali in Megozzi e Buratti. Ma il Torino ha un diritto di considerare come attiva la giornata. L'incontro ha messo in luce doti e difetti. La difesa, nella quale sia Scesa come Lancioni si sono portati egregiamente, può essere considerata come una salda base per le dure prove avvenire. L'attacco può e deve migliorare più che altro nel senso fisico del termine. Contro avversari dalla salda tempra, esso pare un po' leggerino, al momento attuale. Ma Moschino, la mezz'ala sinistra, possiede eccellenti doti tecniche e un Mazzero irrobustito dovrebbe pur fornire il suo apporto. |
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