WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Sinigaglia
18/10/1959
h.15.00
COMO - TORINO 2-1 (2-0)
Como
: Leonardi, Marsili, Valpreda, Beretta, Baccheretti, Stefanini I, Bellini, Stefanini II, Governato, Perversi, Baldini.
Torino: Soldan, Scesa, Cancian, Bonifaci, Lancioni, Pellis, Santelli, Ferrini, Virgili, Moschino, Crippa. All.: Senkey.
Arbitro: Babini di Ravenna.
Reti: Aut.Lancioni 3' (C), Bellini 36' (C), Virgili 66' (T).
Spettatori: 8.950 di cui 7.500 paganti e 1.450 abbonati per un incasso di 5 milioni e 500 mila lire.
Note: Presente in tribuna l'ex allenatore del Torino Blagoje Marjanovic. Giornata di sole, calci d'angolo 7-3 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 ottobre 1959]
Prima sconfitta del Torino (1 a 2). Si potrà sostenere che i goals del Como sono scaturiti da situazioni fortuite, ma si deve anche ammettere che la squadra granata ha disputato una prova deludente, che converrà valutare con serena obiettività, traendone gli opportuni ammaestramenti. Inutile nascondere la verità: il Torino visto a Como non è piaciuto neppure ai suoi più accesi tifosi, né vale lo sforzo di scovare attenuanti, che caso mai si accostano tutte a favore dei lombardi, costretti a giocare per l'intera partita senza il terzino destro Marsili, uscito dal campo al sesto minuto per infortunio. Drammatizzare il primo insuccesso sarebbe un errore, ma più grave ancora risulterebbe di facile accomodamento di una situazione che deve invece destare perplessità: il Torino attuale non ha un gioco valido. Costretti dalle circostanze (un disgraziato autogoal di Lancioni) a rimontare lo svantaggio, i granata hanno palesato i limiti del loro attacco: Virgili da solo non può far tutto, Moschino è sempre piì fragile, Crippa è volenteroso ma impreciso, Ferrini dà uno scarso aiuto, Santelli non è ancora a posto. Contro un simile attacco i comaschi hanno avuto la possibilità di resistere; subito il secondo goal su contropiede, i torinesi hanno tentato con il massimo sforzo di ricuperare, ma proprio in questo periodo i difetti organici della squadra sono apparsi ingigantiti: non manovra ma assalto, gioco improvvisato senza uno schema logico, senza un solo sprazzo. E' venuto il goal di Virgili (su punizione) ad attenuare il bruciore della sconfitta, ma è rimasta egualmente l'impressione di una povertà tecnica notevole. Una soia partita non può far testo di giudizio sulle possibilità di una squadra in un campionato che dura nove mesi esatti, ma le risultanze di una gara insufficiente devono essere esaminate dai tecnici responsabili per le opportune decisioni. Non vogliamo essere noi a suggerire a Senkey le modifiche logiche sia nella composizione dell'undici che nel dispositivo tattico, diciamo soltanto che queste modifiche sono necessarie in difesa ed all'attacco, necessarie e urgenti. La partita ha avuto un inizio rapido, e già al 3' il Como era in vantaggio. Su rimessa laterale effettuata da Bellini a tre quarti campo la palla è giunta a Stefanini II (la mezz'ala tanto per intenderci) che ha crossato secco al centro. Lancioni era piazzato giusto sulla traiettoria, è saltato però in anticipo colpendo la palla mentre ricadeva a terra; sbagliato il salto e sbagliata la direzione: la sfera si è infilata in rete a fil di traversa: un autentico e disgraziato autogoal! La reazione del Torino è stata vibrante; l'attacco zoppicava un po' nel settore destro, ma Moschino aveva ancora le idee lucide, Virgili si batteva con il solito coraggio, Crippa era più vivace che mai. Al 6' minuto su azione confusa Virgili, Ferrini e Santelli si ostacolavano a vicenda permettendo così a Lonardi (un ottimo portiere) di parare. Nella confusione è rimasto a terra il terzino Marsili: distorsione al ginocchio sinistro. Il bravo difensore del Como non ha potuto reggere al dolore e si è ritirato negli spogliatoi. Rivoluzionata la difesa del lombardi: Stefanini I da mediano è passato a terzino, Perversi - un giocatorino alto non più di un metro e sessanta, ma pieno di entusiasmo e di vigore - è retrocesso mediano, mentre l'attacco rimaneva ridotto a quattro unità, con in più il vecchio Baldini fermo per il peso degli anni, fermo ma assai preciso nel servizi, tanto che al 18' minuto si sono resi necessari un intervento di Pellis ed una parata di piede di Soldan per bloccarlo. Pochi minuti dopo Moschino ha obbligato Lonardi ad una parata volante assai difficile, ed al 36' il secondo strano goal del Como: un lungo rilancio di Gian Luigi Stefanini (l'improvvisato terzino) ha pescato Bellini e Franco Stefanini in netto fuori gioco. Sulla palla però si sono avventati Lancioni e Cancian, quest'ultimo ha sbucciato di testa la sfera ottenendo il duplice risultato: rimettere in posizione regolare i due attaccanti comaschi correggendo oltretutto la direziona della palla. Bellini ha fatto pochi passi, ha evitato Soldan in precipitosa uscita e ha mandato in rete. Goal regolare, senza possibilità di discussione, perché le norme in materia sono precise. L'arbitro Babini di Ravenna ha allargato le braccia, come per dire che lui non poteva proprio far niente, ed ha convalidato il punto: Como 2 Torino 0. Inutile, anche se vivace, la reazione dei granata, che si è fatta più violenta nella ripresa. Si è assistito allora al gran lavoro di tutti. Si difendevano disperatamente gli azzurri, attaccavano con decisione ma anche con orgasmo i piemontesi. Tutti palloni alti però, tutti palloni che erano facile preda dei difensori. Bonifaci, piuttosto lento nella corsa ma il migliore come organizzatore della manovra, cercava di aggirare lo schieramento avversario, ma aveva scarsa collaborazione. Più che un gioco organico però era un assalto, un urto contro il muro che gli azzurri ergevano correndo con dedizione e volontà là dove il pericolo pareva più grave. Rare le azioni di contropiede, però gravissimi i rischi corsi dai difensori torinesi, specialmente da Lancioni e da Cancian, in evidente difficoltà. Al 20' la rete di Virgili: fallo di Perversi su Moschino al limite dell'area; mentre i lombardi cercavano di fare la barriera Virgili tentava il tiro indovinando proprio l'angolo giusto: 2 a 1. Si scatenavano allora i granata alla ricerca del pareggio, ma l'orgasmo aggravava i difetti del gioco. Imprecisi i tiri a rete, confusa la manovra, difettosa l'impostazione tattica. Niente da fare. Il risultato non cambiava più. Al fischio di chiusura gran festa in campo azzurro, mentre i granata uscivano a testa bassa. Una sconfitta che deve servire da lezione. Ha assistito alla partita l'ex-allenatore del Torino Marianovich.