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Filadelfia |
03/01/1960 |
h.14.30 |
TORINO - NOVARA 1-0 (0-0) Torino: Soldan, Grava, Cancian, Bonifaci, Lancioni, Pellis, Angeli, Mazzero, Virgili, Ferrini, Crippa. All.: Senkey. Novara: Lena, Miazza, Scaccabarozzi, Baira, Corbani, Testa, Renosto, Feccia, Cella, Passarin, Scaglia. All.: Mainardi e Scaglia. Arbitro: Butti di Como. Reti: Crippa 77'. Spettatori: 15.000 circa. Note: Cielo sereno, temperatura fresca, terreno molle a causa dello strato di segatura cosparsovi per attenuare gli effetti del disgelo. Ammoniti Ferrini e Passarin per reciproche scorrettezze; il Torino scende in campo con il lutto al braccio in memoria di Fausto Coppi, socio onorario granata, scomparso prematuramente. Per l'occasione è stato osservato anche un minuto di silenzio. Calci d'angolo 6-2 per il Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 4 gennaio 1960] Beniamino Cancian, come tutti i giocatori del Torino, era sceso in campo con il lutto al braccio in ricordo di Coppi. Non sapeva, il terzino granata, che la fascia nera lo avrebbe riguardato anche personalmente. Tra il primo e il secondo tempo dell'incontro col Novara è giunta infatti da Sacile, presso Udine, una telefonata. Si avvertiva che il padre di Beniamino era morto. Antonio Cancian aveva sessantasette anni. Si era messo a letto sabato mattina. Lo ha stroncato un infarto. I dirigenti del Torino hanno lasciato che il loro atleta terminasse la gara - non c'era neppure un treno utile per farlo partire immediatamente - poi il maestro Ugolini ha avuto il triste compito di dare la notizia al ragazzo. Cancian, con la maglia ancora intrisa di sudore, è rimasto sulla panchina dello spogliatoio senza parlare. Attorno il presidente Morando, Senkey, tutti i dirigenti cercavano di dirgli le povere parole che in caso del genere fanno almeno sentire in chi è colpito il pallido calore della solidarietà umana. Poi Beniamino Cancian si è rivestito di furia e accompagnato da Grava è partito per Sacile. Il pubblico che non sapeva lo ha applaudito sorridendo, mentre correva svelto verso un taxi. Così, con una nota di pena, e finita una scialba partita che anche dal lato sportivo ha detto ben poco ai quindicimila presenti, Il Novara, penultimo in classifica, non poteva orerò molte sperante di sconfiggere i granata. Ha puntato sul pareggio, tenendo Baira battitore libero. Faccia nella posizione di mediano e tutti gli altri giocatori arretrati. Contro un simile catenaccio il Torino ha urtato a testa bassa. Ieri Bonifaci, uomo d'ordine a centrocampo, appariva stranamente fuori forma. Pellis e Ferrini hanno cercato di sostituire il francese nel compito di regista, ma non è facile avere la visione chiara del gioco propria di Bonifaci. Inoltre, Ferrini innervosito dal palleggio elegante ed estroso di Passarin (peccato che il novarese non unisca a tali doti anche uno spunto maggiore di velocità), Ferrini, si diceva, è apparso meno brillante del solito. In altre parole, si è ripetuta, con l'aggravante di Bonifaci, una situazione ormai abituale nel Torino. Sicurezza assoluta nella difesa, pasticci in serie all'attacco. Virgili cercava di sfondare con azione di forza. Crippa alternava discese incisive a ghirigori controproducenti nell'affollata area avversaria, Angeli attendeva invano i lanci lunghi ed improvvisi. E' stata insomma una brutta partita che il Torino ha vinto meritatamente. Con tale superiorità che Soldati ha effettuato una sola parata, una sola di numero, in tutto l'incontro. Al 16' del primo tempo il terzino Scaccabarozzi dalla linea di metà campo ha fatto partire un tiro molto insidioso, causa la traiettoria a zigzag. Soldan ha deviato in corner, poi non è più stato disturbato. In compenso il Torino, pur nella confusione, ha avuto parecchi spunti per segnare. Già in apertura di gara una stangata di Virgili ha colpito nettamente il braccio di Baira in area. Non vi era alcuna volontarietà da parte del difensore novarese e l'arbitro - a ragione - non ha concesso il rigore. Più sfortunati ancora sono stati i granata, al 16' quando il solito Virgili piombato d'impeto su un passaggio corto di Baira verso Corbani si impadroniva del pallone, evitava anche il portiere e con una mezza girata calciava con violenza. La sfera rimbalzava sul palo e terminava lontano accompagnata da un mormorio di delusione degli spettatori. Molti altri tiri (da distante per lo più) dei granata venivano deviati dall'ottimo portiere novarese Lena. Il periodo migliore per gli azzurri si è avuto nella ripresa, quando l'affannoso attaccare del Torino avrebbe permesso agli avversari di puntare al contropiede. Ma il giovane Scaglia non aveva autorità (e mira esatta). Renosto era lento, Cella ben controllato da Lancioni. Così il Torino colpiva ancora un palo con Crippa (14'), si vedeva annullare una rete di Mazzero per netto fuorigioco fischiato, del resto, prima del tocco conclusivo, e attaccava, attaccava molto, ma senna ordine. La rete decisiva scaturiva al 38' della ripresa in un modo fortunoso. L'ala sinistra Crippa, portato dal suo generoso vagabondare nella nona della mezz'ala destra riceveva un involontario-passaggio dal novarese Renosto e calciava immediatamente; Baira si scartava, invece di intervenire, e Lena restava sorpreso. Come sfortuna finale per gli azzurri la palla rimbalzava a terra e sfiorando il montante terminava in rete. Sarebbe stato assai più logico un goal in occasione dei due pali colpiti, ad ogni modo l'episodio ha un valore a se. Resta il successo meritato e il fatto che la difesa granata nelle ultime cinque partite non è mai stata battuta. Basandosi su una retroguardia tanto solida la squadra torinese avanza ed è ora seconda in classifica, avendo raggiunto il Lecco. E può sperarenel rientro di Moschino per avere anche un gioco d'attacco. |
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