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Filadelfia |
06/03/1960 |
h.15.00 |
TORINO - COMO 1-0 (0-0) Torino: Soldan, Gerbaudo, Cancian, Ferrini, Ferrario, Bonifaci, Crippa, Mazzero, Virgili, Pellis, Santelli. All.: Senkey. Como: Lonardi, Ballarini, Marsili, Beretta, Ghelfi, Baccheretti, Perversi, Stefanini I, Dell'Omodarme, Governato, Campagnoli. All.: Lamanna. Arbitro: De Marchi di Pordenone. Reti: Pellis 88'. Spettatori: 19.000 circa. Note: Ammonito Virgili, giornata grigia, terreno in buone condizioni. Cronaca [Tratto da La Stampa del 7 marzo 1960] Più difficile per l'abilità dei ragazzi del Como, ma anche per la scarsa vena di alcuni granata. Il goal di Pellis - che ha determinato il risultato - è venuto proprio alla fine (43'), quando forse nessuno più lo attendeva, ma è venuto a coronare un periodo di supremazia di gioco dei torinesi. Non è il caso di parlare di merito o di demerito. E' giusto sottolineare il vigoroso finale degli uomini di Senkey, tutti proiettati all'attacco, spinti da un pubblico generoso quanti altri mai. Dì errori ne abbiamo contati a decine, ma al momento giusto ecco l'avanzata prepotente di Ferrario, il tocco indovinato a Pellis, e il tiro secco e preciso di quest'ultimo: goal! Le bandiere che i tifosi avevano già arrotolato con mestizia, sono uscite come d'incanto a ravvivare la scena, e l'urlo della folla ha accompagnato i vincitori sul traguardo di questo dodicesimo successo. I bravi giovanotti di Como sono usciti a capo chino. Ghelfi, il centromediano esordiente in azzurro, aveva gli occhi gonfi di lacrime. Aveva sognato la prima squadra per due lunghi anni, ma aveva perso la sua prima partita come titolare. Si disperava per non essere riuscito ad intercettare quel pallone che viaggiava veloce verso Pellis. Un errore di posizione forse, un errore dovuto all'inesperienza. E' bastato per determinare la condanna. Ma il risultato negativo non cancella la bella impressione lasciata dai lombardi sul campo di Torino. E' una squadra veloce, tecnicamente dotata; tutti i giocatori sono in perfetta condizione atletica. Il gioco scorre in rapidi passaggi, c'è continuità nell'azione dei mediani, c'è equilibrio all'attacco dove forse manca soltanto un risolutore. Dell'Omodarme non è migliorato da quando giocava nei ragazzi della Juventus, Governato (che proviene dal Torino) era forse emozionato di ritrovarsi sul campo che vide i suoi primi passi, Campagnoli, brillante nel primo tempo, è scomparso nella ripresa, Stefanini si è dimostrato utilissimo sia in fase di interdizione che nei rilanci ai compagni della prima linea. Fra tutti comunque si è fatto ammirare il mediano Beretta; fisicamente piuttosto tarchiato, è elegante nel palleggio, pronto nell'entrare in azione, preciso nei passaggi. E' nato nel dicembre del '41 e potrà fare ancora meglio in avvenire. Contro un avversano veloce, il Torino ha perso un po' la caratteristica del suo gioco. Non è il caso di invocare attenuanti, perché gli ospiti non hanno adottato nessuna prudente tattica di catenaccio, né hanno usata la maniera forte. Ci da dire piuttosto che Senkey ha dovuto all'ultimo momento mutare lo schieramento annunciato in precedenza per l'indisponibilità di Grava (che accusa un leggero risentimento muscolare). Il tecnico granata non ha semplicemente sostituito il terzino titolare, ha chiamato in squadra Gerbaudo, ma ha messo Ferrini laterale davanti all'esordiente, ha spostato Bonifaci a sinistra ed all'attacco ha ripresentato Pellis. Una vera rivoluzione. Bisogna comunque ammettere con tutta sincerità che la squadra non è piaciuta. Sempre forte la difesa, ma all'attacco quanti guai..! Santelli, Virgili, Mazzero, lo stessi Pellis sono apparsi al di sotto del loro normale rendimento. Le impressioni di una partita comunque non tolgono i meriti alla squadra che conduce con largo margine la classifica. Non è facile stare per molto tempo in vetta alla graduatoria, ogni partita cela una insidia, ogni avversario dà il massimo per ben figurare. E' anche per queste ragioni che la vittoria sul Como può essere accettata senza tante discussioni. In fondo nel foot-ball contano i goals, contano i punti. Su questi argomenti aritmetici il Torino ha pienamente ragione. Le vicende della gara non meritano una cronaca diffusa. Si gioca su un terreno in buone condizioni, temperatura ideale, cielo coperto, ma non piove. Arbitra De Marchi. L'inizio è a vantaggio dei padroni di casa, che sembrano intenzionati a chiudere presto la questione per non correre rischi. Mazzero potrebbe segnare già al 6', ma il suo tiro da facile posizione è sbagliato di una decina di metri. Man mano che il tempo passa entrano in scena i comaschi; è una manovra più fluida la loro, ed anche più piacevole. Soldan (sempre in gamba il vecchio) anticipa Governato e l'occasione per gli azzurri sfuma. Al 33' Virgili colpisce la traversa e Stefanini per liberare quasi non crea un autogoal; Lonardi deve parare con difficoltà. Cancian prima del riposo esce dai campo per una botta ricevuta, ma rientrerà in piena efficienza nella ripresa. La situazione non muta neppure nel secondo tempo: il Como attacca ma non riesce a passare, il Torino conferma la giornata no di molti suoi uomini. La possibilità di un pareggio deve narcotizzare i muscoli degli azzurri, che man mano rallentano il ritmo. Si snoda allora la reazione del Torino. E' un vero assalto: Stefanini e Perversi danno man forte ai loro compagni di difesa, ma Virgili continua a sbagliare, Santelli non azzecca un solo tiro giusto, Mazzero è latitante. Avanza Ferrario, dà a Pellis che indovina il corridoio giusto con un tiro diagonale da quindici metri circa (45'). E' il goal della vittoria. L'incontro si chiude con uno scambio di scortesie fra Ballarini e Virgili, l'arbitro non vede, ma vede molto bene il guardialinee dalla parte dei popolari, che al termine della partita riferirà tutto al signor De Marchi. Un incidente spiacevole ed inutile. |
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