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Comunale
29/06/1961
h.21.00
JUVENTUS - TORINO 2-2 (1-1) - 2-2 d.t.s., 3-2 d.c.r.
Juventus
: Ferrero, Caroli, Bello, Mazzia, Cervato, Leoncini, Mora, Nicolé, Cavallito, Colombo U., Stacchini. All.: Cesarini.
Torino: Vieri L., Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Cella, Albrigi, Ferrini G., Locatelli, Mazzero, Danova. All.: Santos.
Arbitro: De Marchi di Pordenone.
Reti: Cervato 20' (J), Locatelli 29' (T), Cavallito 53' (J), Mazzero 80' (T).
Rigori: Mora (J) 3 su 6; Mazzero (T), 2 su 6.
Spettatori: 8.924 paganti per un incasso di 7.553.400 lire.
Note: Il grande pubblico ha disertato la partita, sugli spalti, complice il caldo asfissiante, pochissima gente.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 30 giugno 1961]
Tutto congiura per far terminare tardi le partite che già hanno un orario che sospinge nella notte. Questo incontro - di cui proprio nessuno sentiva la necessità, perché dell'occupazione del terzo o del quarto posto nelle gare di Coppa, nessuno al mondo si interessa - terminò con due reti per parte alla fine dei tempi regolamentari, e con nulla di fatto dopo i due tempi supplementari di quindici minuti ciascuno. Tutto in piena parità: reti, gioco, offensive, perfino i pali colpiti dalle due squadre, due di qua e due di là tutto sommato. Per non turbare l'equilibrio, proprio sul finire del secondo tempo supplementare. Cella aveva sbagliato la rete che avrebbe dato la vittoria al Torino, una rete che era in realtà più difficile da mancare che non da segnare. Si dovette, volenti o nolenti, ricorrere a quello strano rimedio che è rappresentato dai calci di rigore. Sei per parte. Ed anche allora parve si giocasse a chi meno indovinava, col tiro da fermo, il gran rettangolo della porta. Tre ne mancò Mora per la Juventus, e tre ne sbagliò Locatelli per i granata. Ed uno lo parò il portiere Ferrero mandando a sbattere la palla contro la sbarra trasversale. Vinse chi meno sbagliò, quindi. Ed il risultato della partita si potrebbe tradurre in cifre da gioco del tennis, nel modo seguente: uno a uno; due a due; due a due; due a due ancora; e poi finalmente tre a due per quanto riguarda i calci di rigore. Meglio così, dopo tutto, che se si fosse stati costretti a fare ricorso a quella soluzione antisportiva al cento per cento che è il getto della monetina in aria. C'era poca gente, malgrado la serata fosse bella: sette od ottomila persone in tutto. Di gioco del calcio ne hanno tutti abbastanza, quando si giunge a fine giugno ed il caldo imperversa fino a fare boccheggiare gli spettatori tanto quanto i giocatori. Il campo di gioco era in più che discrete condizioni. Le due squadre invece no. Il Torino era, dei due, quello che a minor numero di riserve aveva fatto ricorso, ma era molto meno vivace e meno mobile del consueto: risentiva palesemente della stanchezza per la lunga e sfortunata trasferta in Cecoslovacchia. Di uomini dal grande nome ne mancavano di più nelle file della Juventus, ma in compenso i giovani avevano portato un po' di freschezza e di slancio nei ranghi juventini. A voler trarre le somme, tutti i ventidue calciatori in campo fecero la stessa fine: si ridussero sulle ginocchia tutti quanti e nei tempi supplementari lo sfinimento era palese e generale. Le reti furono segnate nell'ordine da Cervato al 20° minuto per la Juventus su tiro di punizione: Cervato stesso aveva colpito uno dei montanti proprio in inizio di partita. Locatelli pareggiava nove minuti più tardi riprendendo al volo un lungo centro alto battuto da Ferrini in posizione di ala sinistra. All'8° minuto del secondo tempo Cavallito riportava i bianconeri in vantaggio con un tiro eseguito in posizione difficile ed in piena corsa. Al 35° minuto del tempo stesso, Mazzero approfittava di un malinteso fra gli estremi difensori della Juventus, e spediva la palla nella rete sguarnita. Un palo di Mazzia nel primo dei due tempi supplementari, ed uno di Albrigi nel secondo. Tre successi di Mora e due di Locatelli, nel settore delle punizioni massime.