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Filadelfia |
16/09/1962 |
h.15.30 |
TORINO - CATANIA 1-1 (0-1) Torino: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Rosato, Danova, Ferrini, Di Giacomo, Locatelli, Crippa. All.: Santos. Catania: Vavassori, Giavara, Rambaldelli, Corti, Bicchierai, Szymaniak, Vigni, Prenna, Calvanese, Milan, Morelli. All.: Di Bella. Arbitro: Genel di Trieste. Reti: Calvanese 39' (C), Locatelli 85' (T). Spettatori: 22.000 circa. Note: Ammonito Calvanese. Cronaca [Tratto da La Stampa del 17 settembre 1962]< Un tiro di Locatelli a cinque minuti dal termine della partita con il Catania ha salvato il Torino dalla sconfitta e ventimila spettatori da una grossa delusione. Era il primo incontro di campionato; il Torino si presentava dopo una serie di prove contrastanti, una amichevole tutto bene vinta contro lo Standard di Liegi ed una partita tutta incertezze pareggiata in Coppa Italia a Trieste. Il pubblico sognava una affermazione raggiunta con tale autorità da cancellare ogni dubbio. Merita miglior fortuna, questo pubblico che si presenta puntuale ad ogni appuntamento in via Filadelfia e che già pensa al modo di seguir in aereo la sua squadra domenica prossima fino a Palermo. Ieri anche il più entusiasta del tifosi granata non ha avuto invece alcun motivo di rallegrarsi. Il Torino appariva irriconoscibile, non ordinato nelle marcature, incerto in difesa, eccezione fatta per Vieri, evanescente all'attacco. La squadra si era schierata con Bearzot battitore libero, ma il capitano è incappato in una giornata nera, tanto che il goal incassato dai torinesi è dovuto ad una sua distrazione. Chi conosce la costanza e la serietà di questo atleta non ha motivo di preoccuparsi. Bearzot tornerà certo ad essere il solito pilastro del gioco granata. I guai veri (perché non se ne vede per ora un pronto rimedio) stanno nel due terzini, entrambi militari e quindi non a posto nella preparazione, e stanno soprattutto in Ferrini egli pure sotto le armi è ben lontano dall'essere il calciatore da maglia azzurra che tutti conoscono. II rendimento dei granata dipende molto dal gioco di metà campo praticato da Ferrini. Nella prima partita di campionato, l'atleta è scomparso gradatamente dalla lotta, mancandogli la tenuta alla distanza, e neppure ha saputo all'inizio, assumere una posizione precisa. Ferrini avrebbe infatti potuto controllare in continuità Szymaniak, il più pericoloso dei catanesi, oppure avrebbe dovuto appostarsi in una zona ben definita, in modo da facilitare a Rosato il lavoro di interdizione ed a Locatelli quello di mena ala creatrice di attacchi. Ferrini non ha scelto nessuna delle due possibilità e tutto il complesso granata si è messo a traballare. L'attacco ha completato l'opera. Da questo attacco non ci si può attendere molto, in questi tempi, poiché manca uno sfondatore. Danova, Locatelli, Di Giacomo e Crippa (Ferrini ha la maglia numero 8 ma sta a centro campo), hanno uno stile forse troppo simile. Tutti sono ottimi palleggiatori, tutti amano il dribbling e lo scarto elegante, pochi puntano a rete con decisione. Prova ne sia che nel primo tempo i tiri più pericolosi sono partiti dal piede del mediano Rosato e che anche nella ripresa ben raramente gli avanti sono entrati di prepotenza in area catanese. Hanno impegnato Vavassori, questo sì, ma o con puntate da distante o al termine di fughe individuali. Segnaliamo subito una unica e bellissima eccezione, quando al ventisettesimo minuto Di Giacomo ben lanciato in profondità è scattato tra i due terzini e soltanto l'abilità e la fortuna di Vavassori hanno evitato il goal. Il pallone infatti è rimbalzato sul viso del portiere che era uscito con buona scelta di tempo. Lascia dunque perplessi, questa prima esibizione del granata, non solo per il risultato ma soprattutto per il comportamento della squadra. Si attende ora che il mistero di Arizaga si risolva (Diego è un bravo centravanti in ritardo di preparazione? Oppure è un attaccante qualsiasi, non adatto al campionato?). Si parla di giocatori controllati in Danimarca. Vi è da augurarsi che qualche fatto si verifichi presto per migliorare il rendimento della prima linea e che i militari pensino soltanto a fare il soldato, ad allenarsi ed a.. Niente altro. La vita di caserma non sarà l'ideale per un calciatore, è vero, ma un professionista serio deve trovare modo di prepararsi in maniera da rendere in gara quanto è necessario per il suo buon nome e per la sua squadra. Vieri, l'estroso ma attualmente sicurissimo portiere, può essere citato ad esempio: anche lui è sotto le armi, tuttavia è in forma. Il Catania, presentatosi come un complesso modesto ma solidamente inquadrato, ha accentuato con il suo franco comportamento le manchevolezze del Torino. Vavassori, Szymaniak e Calvanese - un portiere, un centrocampista e il centravanti - sono stati i tre punti base dell'undici di Di Bella, ed accanto ad essi tutti hanno lavorato senza sfasamenti. Anche tra nuovi, Bicchierai, Vigni e Milan si sono inseriti bene nella manovra. Soltanto Morelli è risultato troppo ingenuo per il gioco dei siciliani (o meglio per il gioco da serie A) e solo Prenna ha sulla coscienza un intervento al volo mancato in pieno, quando con un debole tocco il goal sarebbe stato sicuro. Per il resto i rossoazzurri hanno disputato una partita sicura, meritando il pari. Essi hanno iniziato subito bene non cedendo alla paura e rinunciando ad opporre catenaccio a catenaccio avversario. Poiché il Torino aveva richiamato indietro Ferrini liberando automaticamente un atleta della retroguardia siciliana, il Catania ha adottatelo schieramento normale, tenendo soltanto Corti leggermente spostato verso il centro e Prenna arretrato. La abilità dei catenesi (o la ingenuità del torinesi) è stata di lasciare Szymaniak libero a centrocampo, con conseguenti buone possibilità di interdizione o di lanci offensivi. Il tedesco si è subito presentato passando a Milan che ha servito bene Morelli, ma Vieri ha assunto d'autorità il ruolo di migliore in campo nel Torino ed ha parato. Dopo una serie di azioni alterne al 40' si è avuto il primo goal. Un pallone lungo è stato rincorso da Bearzot che avrebbe potuto voltarsi e rinviare. Il mediano ha preferito invece attendere che la sfera uscisse in fondo campo poi pressato da un avversarlo ha messo in corner. Tiro di Vigni dalla bandierina, colpo di testa di Prenna, girata al volo di Calvanese e vano tentativo di Scesa di salvare alla disperata. Vieri era uscito per intercettare il corner senza riuscire nell'Intento ed è stato questo il suo unico sbaglio della giornata. Negli ultimi cinque minuti del primo tempo Rosato ha battuto il record della sfortuna poiché due suoi tiri forti e ben diretti sono stati casualmente intercettati dai rossoazzurri. Il secondo di essi anzi ha messo k. O. Corti, che aveva respinto di testa. Nella ripresa si fa notare Di Giacomo (il quale era sceso in campo nonostante i dubbi espressi alla vigilia circa il riacutizzarsi di un dolore alla gamba) ed anche Crippa e Danova diventano più intraprendenti. Al 6' Valvassori pare battuto da un traversone dell'ala sinistra, ma il terzino Rambaldelli respinge di piede sulla linea del goal (ecco un classico caso di aiuto reciproco tra piemontesi: Vavassori è di Rivarolo e Rambaldelli proviene da Lanzo). Vavassori deve ancora intervenire in un palo di situazioni ingarbugliate, poi, al 40', è battuto. Locatelli serve Di Giacomo spostatosi a destra; l'ex-lecchese centra di precisione e Bearzot, spintosi all'attacco, devia di testa verso Locatelli. Con una bella girata italo-argentino mette a segno. L'incubo della sconfitta è finito per il Torino. Giocatori e tecnici possono ora mettersi al lavoro per evitare in futuro altri rischi del genere. |
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