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La Favorita |
23/09/1962 |
h.15.30 |
PALERMO - TORINO 0-1 (0-1) Palermo: Rosin, Adorni, Calvani, Ramusani, Benedetti, Sereni, Faustinho, Malavasi, Volpi, Fernando, De Robertis. All.: Ballico. Torino: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Rosato, Danova, Locatelli, Di Giacomo, Ferrini, Crippa. All.: Santos. Arbitro: Francescon di Padova. Reti: Locatelli 23'. Spettatori: 25.000 circa. Note: Ammoniti Rosato, Crippa e Fernando, calci d'angolo 9-1 per i Palermo. Il Torino rimane in 10 uomini dal 79', quando in un gravissimo scontro di gioco, Lancioni, lascia il campo per essere trasportato d'urgenza all'ospedale: per lui si sospetta la frattura del bacino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 settembre 1962] Se quella che è stata allineata ieri contro il Torino è veramente la formazione più forte di cui possa disporre il Palermo, vi è da temere che la compagine siciliana non possa reggere a lungo nella categoria maggiore del nostro campionato. Come contenuto tecnico di gioco, l'undici si è dimostrato davvero un po' povero. Ieri esso ha dato prova di slancio, di impeto, ma di poco altro; di idee, per esemplo, non ne ha dimostrate affatto. Venutosi a trovare dopo venti minuti di gioco con una rete al passivo, il Palermo si è visto di fronte ad una situazione che è veramente tanto vecchia e stereotipata quanto il gioco. E' diventata. La squadra che deve attaccare contro un avversarlo che è costretto a difendere costi quello che costi. Non c'è altra soluzione. Lo stato delle cose era imposto dalle circostanze, perché il Palermo operava sul proprio campo ed il Torino giocava fuori di esso, e si riteneva in dovere di riabilitarsi davanti al proprio pubblico, della brutta figura fatta nella domenica di apertura; al Torino non occorreva invece ricorrere al programma massimo della partita. Chi deve per forza attaccare ha un compito ben più difficile. Specialmente quando deve andare all'arrembaggio senza idee proiettandosi in avanti alla cieca come una valanga, cercando di tutto travolgere. Di situazioni difensive del genere, il Torino è esperto, è maestro; per batterlo, bisognava escogitare trovate nuove, mezzi inediti. Occorreva cioè invitare i granata ad uscire dal loro guscio, ad aprirsi, a scoprirsi, per rendere possibile il cambiamento della situazione. La testarda ripetizione di martellate identiche nel tono e nel modo contro un Torino in buona giornata, non serve assolutamente a nulla, ed a nulla è servito. Anzi, passata una mezz'ora del secondo tempo, l'unità che per prima ha dimostrato di essere stanca e di avere perso fiducia nella propria insistenza operativa è stata proprio il Palermo. Può essere che la squadra siciliana migliori con l'andar del tempo, può verificarsi che essa si affini anche nel senso tecnico del termine. Può darsi che la guarigione completa ed il ritorno ad un nor male stato di efficienza di un elemento come Fernando, trascini verso il buon rendimento l'Intera compagine, ma è positivo che per ora la squadra siciliana non ha grandi possibilità, di affermazione né sul suo campo né fuori. L'unico elemento del Palermo che sia uscito ieri dalla morta e monotona gara degli attacchi stereotipati è stato l'ala ambidestra Faustinho, un brasiliano che ha fatto esperienza internazionale in Portogallo ed in Francia un piccolino vivace e pieno di intraprendenza e che, affiancato a gente svelta, mobile e decisa, dovrebbe poter trasformare il settore di avanguardia. Al Torino, questa vittoria riportata in occasione della prima uscita dovrebbe fare l'effetto di un'iniezione di entusiasmo e di fede. Ne aveva bisogno la squadra. Il lancio verso un avvenire forte e combattivo, l'undici lo ha trovato ieri nel suo capitano, nel suo unico giocatore anziano, in Bearzot. Era parecchio tempo che non vedevamo più Bearzot giocare in modo simile. Non ha commesso un errore pur rispondendo a tutte le sollecitazioni che gli sono state rivolte. Ha dato il la alla rete dalla quale è scaturito il successo ed ha spinto alla vittoria la sua squadra, una squadra nella quale parecchi uomini sono in netto progresso, fisicamente e tecnicamente. Gradito e decisivo è stato il miglioramento di cui ha dato prova Ferrini, sia quando si è soffermato a metà campo come quando è accorso in difesa a colmare il vuoto lasciato da Lancioni. Si sostengono spesso l'un con l'altro, in difesa: l'uno entra sull'uomo e gli fa perdere in qualche modo il controllo della situazione, e l'altro libera o si impadronisce della palla; flato e resistenza alla fatica ne posseggono tutti quanti. Se continua sulla strada sulla quale ha dimostrato di essersi messo ieri, il Torino apre il cuore dei suol sostenitori alla speranza di veder ritornare presto la bella squadra dell'anno passato. La partita di ieri, malgrado il vivo accanimento, fu disputata nel segno della correttezza e della lealtà. Due giocatori soli furono ammoniti, Rosato del Torino e Fernando del Palermo: furono ammoniti per nulla di veramente grave, cioè più per una soddisfazione platonica dell'arbitro che non per altro. |
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