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Comunale di Bologna |
18/11/1962 |
h.14.30 |
BOLOGNA - TORINO 1-0 (1-0) Bologna: Cimpiel, Capra, Pavinato, Tumburus, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Renna, Haller, Pascutti. All.: Bernardini. Torino: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Rosato, Ferretti, Ferrini, Hitchens, Peirò, Crippa. All.: Santos. Arbitro: Francescon di Padova. Reti: Pascutti 17'. Spettatori: 33.514 di cui 30.000 paganti circa e 3.514 abbonati. Note: Giornata tipicamente autunnale, pioggia prima dell'inizio della partita. Espulso al 55' Nielsen F. Cronaca [Tratto da La Stampa del 19 novembre 1962] Lo avevamo previsto alla vigilia, quando Ostreicher e Santos avevano comunicato la formazione: questo Torino è fatto apposta per non perdere, se però gli avversari azzeccano un goal la frittata è completa. Così è stato. Pascutti al 18' del primo tempo ha mosso il suo terribile piede su un pallone respinto alla meglio da Vieri e il Torino non ha più potuto rimontare lo svantaggio. Pronostico facile, diremmo troppo facile perché il calcio ha regole fisse dalle quali non è possibile derogare, e la regola principale rimane quella di mandare in campo una formazione omogenea anche se tatticamente studiata. Che significa Ferretti ala destra? Significa impostazione difensiva, perché Ferretti, da quando giocava nelle file del Canelli, poi del Como e del Catania, ed infine della Fiorentina, è sempre stato un mediano. Lo si definisce un mediano d'attacco per la sua tendenza ad appoggiare l'azione offensiva della prima linea abbandonando il posto in zona, ma era ed è rimasto un difensore. Se vicino a Ferretti, cui affidiamo la maglia n. 7, mettiamo poi Ferrini, vuol dire che rinunciamo ad un attacco organico, affidando il difficile compito di tentare la sorpresa a soli tre uomini che possano essere chiamati attaccanti. A Bologna è successo questo, e ci sia permesso dire che è stato un errore. Il Torino attuale ha uomini capaci di far gioco, bisogna pur rischiare qualcosa. Comprendiamo il catenaccio di chi pensa a racimolare un punticino atto a puntellare una classifica piuttosto povera, oppure di chi cerca un risultato qualsiasi che dia forza e animo ad atleti sfiduciati, ma questo non è il caso dei granata. Loro hanno dieci punti in classifica, finalmente possono costruire il tandem Hitchens-Peirò, due uomini di fama internazionale, presenti entrambi - sia pure in squadre diverse - ai mondiali di Santiago del Cile, giocatori che sono costati qualcosa, meno di mezzo miliardo. E che succede? Anziché dare a questa coppia di assi un appoggio logico, capace di lanciarli a rete, si crea una squadra quasi tutta di mediani, si imposta la tattica a vantaggio della difesa. Hitchens e Peirò non hanno giocato bene a Bologna, anzi diremmo che hanno giocato addirittura male, ma hanno molte attenuanti per questa loro scialba prova. E' mancato l'appoggio, è mancato il suggeritore che potesse aiutarli a superare le difficoltà create dai vari Janich, Tumburus e Pavinato. Sarebbe troppo facile dire che il compito era riservato a Ferretti. L'ex-fiorentino, alla sua partita d'esordio nel granata, non aveva la possibilità reale di creare l'azione d'appoggio perché non conosce ancora le abitudini del suoi nuovi compagni. Probabilmente Ostreicher e Santos potranno presentare buone ragioni a giustificare la decisione di far esordire Ferretti come finta ala destra, ragioni contingenti dovute alle assenze dì Danova e di Cardino, entrambi infortunati. Però ci sia lecito chiedere: possibile che tra le riserve non esista un attaccante valido a cui affidare il compito di ala? Il ruolo di suggeritore poteva essere svolto da Ferrini. In questo caso, e la squadra avrebbe potuto affrontare il Bologna a parità di condizioni, sfruttando il vantaggio della novità (la coppia d'attacco Hitchens-Peirò per la prima volta assieme), e chiamando in causa proprio i reparti deboli della formazione rossoblu. Le cifre-delia classifica dicono che i bolognesi non hanno una difesa di ferro, tanto che contano al passivo tredici reti. Bisognava insistere in quel senso, non permettere agli avversari di mascherare i loro guai. Il goal di Pascutti, fortunoso forse ma comunque importante, ha così determinato il risultato, e il Torino se ne torna a casa con il rammarico d'aver perso una grossa occasione. Bologna era per i granata la prima tappa di una serie di ferro che continuerà nelle prossime domeniche con gare difficilissime: verrà a Torino la Roma, poi subito dopo giungerà la Fiorentina (entrambe le partite verranno disputate allo Stadio comunale e non in via Filadelfia), poi sarà in programma una trasferta a Milano per incontrare i rossoneri campioni d'Italia. Tre incontri che celano insidie notevoli, mentre sulla formazione pesa il rischio della squalifica di Hitchens, espulso ieri dall'arbitro Francescon per un fallo di reazione ai danni di Janich. Il centromediano bolognese non è in periodo di forma brillante, aveva maltrattato l'attaccante granata con interventi rudi a ripetizione, ma tutto questo non giustifica l'azione di Hitchens, anche perché è avvenuta a gioco fermo. Il direttore sportivo granata Ostreicher ha detto chiaramente dopo la partita che l'inglese pagherà una forte multa per il suo gesto, ma il Torino (almeno per una domenica) dovrà fare senza del suo centravanti titolare. Non abbiamo nascosto il nostro pensiero sulla partita di Bologna, ma obiettivamente dobbiamo aggiungere che la formazione di Santos ha bisogno di qualche settimana per trovare una logica formula di gioco. Ferretti indossava la maglia granata per la prima volta, e per la prima volta, come abbiamo già detto, si era costruita la la coppia Hitchens-Peirò. Bisogna dare a questi giocatori un po' di tempo perché si conoscano. L'esercizio quotidiano porterà senza dubbio buoni frutti. Importante è non perdere troppi giorni. Del resto a Bologna fino ad ora hanno perso tutti, ma non possiamo dimenticare che gli uomini di Bernardini non paiono ora così brillanti come all'inizio del torneo. In difesa qualcuno accusa la fatica, Bulgarelli non ha lo smalto né la freschezza atletica, Haller sbaglia molti goal che prima invece indovinava. Anche per questo possiamo ripetere che il Torino ha perso ieri una grande occasione. |
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