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San Siro |
26/05/1963 |
h.16.00 |
INTER - TORINO 1-1 (0-0) Inter: Bugatti, Burgnich, Facchetti, Maschio, Guarnieri, Masiero, Jair, Mazzola, Di Giacomo, Suarez, Corso. All.: Helenio Herrera. Torino: Vieri, Rosato, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Ferretti, Danova, Ferrini, Hitchens, Peirò, Piaceri. All.: Ellena. Arbitro: D'Agostini di Roma. Reti: Mazzola 56' (I), Ferrini 60' (T). Spettatori: 52.447 di cui 12.827 abbonati e 39.620 paganti per un incasso di 28.659.400 lire. Note: Terreno in buone condizioni, tempo bello. Cronaca [Tratto da La Stampa del 27 maggio 1963] I tifosi dell'Inter speravano che la squadra del cuore - dopo le molte delusioni offerte nelle ultime settimane, non appena raggiunta la sicurezza matematica dello scudetto - chiudesse il campionato con una affermazione. A San Siro, nella partita di ieri con il Torino, i nerazzurri non sono invece riusciti ad andare più in là del pareggio (1 a 1; reti di Mazzola e Ferrini), ma la festa c'è stata lo stesso. Una festa, improntata a quell'entusiasmo eccessivo, che accompagna ormai - purtroppo - tutte le manifestazioni calcistiche in Italia. Non appena l'arbitro D'Agostini ha fischiato la fine della gara, con due minuti di anticipo, la folla ha invaso il terreno di gioco. Dapprima qualche ragazzino, saltando la rete di protezione, poi una fiumana attraverso i cancelli di accesso, apertisi come per miracolo. E' cominciata, subito la caccia alla maglia: ogni giocatore, nerazzurro è stato sballottato e trattenuto, sino a quando non gli è stato sfilato di dosso il prezioso trofeo. Esaurite le maglie nerazzurre, sono state prese di mira quelle dei granata; si è salvato soltanto Peirò, che ha dribblato gli ostacoli - gettandone anche a terra alcuni, bruscamente - con uno scatto ed una decisione, che certo non aveva mostrato nei novanta minuti di gioco appena conclusi. Ad un certo punto, la mischia è diventata pericolosa per l'incolumità dei giocatori. Guarneri, ormai a torso nudo, è stato issato sulle spalle e sospinto sino a sfiorare le punte di ferro della rete di recinzione, alla quale il giocatore si è aggrappato per non essere travolto e ferito. Intanto gli avevano tolto le scarpe: due giovanotti, e non più ragazzini, se ne contendevano unacon furore, e nessuno voleva mollare la presa. Più composta e tranquilla, logicamente, era stata la breve cerimonia che aveva preceduto l'inizio della gara. All'ingresso delle squadre in campo, i giocatori granata hanno offerto a ciascun avversario un mazzo di garofani rossi ed uno scudetto simbolico. Mazzola, che negli spogliatoi aveva ricevuto una medaglia a nome del Granata Club, si è visto consegnare da Bearzot la maglia numero 10 che suo padre aveva vestito nel Torino. Con gesto delicato, Sandrino ha piegato con cura la casacca granata sulla spalliera della panchina dell'Inter, ed ha gettato i fiori al pubblico del parterre. Doveva essere proprio Mazzola a portare in vantaggio l'Inter, al 12' della ripresa, dopo un primo tempo fiacco e povero di emozioni, se si esclude il brillante inizio dei nerazzurri. Sandrino ha ricevuto al limite dell'area un passaggio da Jair, ha scartato elegantemente prima Rosato e poi Buzzacchera per battere Vieri con una puntata precisa, giù sto nell'angolo basso a destra del portiere granata. Per il pubblico era la fine di un incubo, era il primo goal dopo le magre dell'attacco nerazzurro nelle ultime due giornate, contro la Roma (0-3) ed il Modena (0-0). Sulle gradinate si scandiva ''l'Herrera cha chacha'' accompagnandolo col battere delle mani, ma quattro minuti dopo giungeva il pareggio granata. Danova lanciava la palla a Ferrini a centro campo e la mezz'ala avanzava quasi al passo, attendendo che qualche collega si smarcasse. Giunto al limite dell'area Ferrini si decideva al tiro: la palla filtrava nell'area affollata e si infilava di precisione sfiorando il montante, toccata ma non trattenuta da Bugatti. Era la ventesima rete incassata dai nerazzurri nella stagione; se Bugatti non l'avesse subita, l'Inter avrebbe battuto il record dei campionati a girone unico, detenuto dalla Fiorentina appunto con venti goals al passivo. La squadra di Herrera ha quindi eguagliato questo primato. Oltre al goal, il portiere milanese non è stato impegnato molto. Per la prima volta, da Piaceri, al 15' di gioco, poi da Ferrini al 35', ed in questa occasione Bugatti è stato bravissimo a deviare in angolo la staffilata della mezz'ala, ieri pronta nel tiro. Nella ripresa, prima della rete granata, Peirò al 6' aveva tentato di ingannare il portiere, ma da posizione troppo angolata per avere successo. Nel finale, poi, è stato il Torino a dimostrare una migliore tenuta alla distanza e tiri di Peirò (due volte), Piaceri ed Hitchens sono finiti a lato di poco. Maggiore, comunque, il lavoro di Vieri. La difesa granata, con l'inedita coppia di terzini Rosato-Buzzacchera (entrambi al rientro dopo i noti infortuni) ha affrontato l'attacco nerazzurro con puntiglio, ma senza quella decisione che sarebbe stata posta in altro momento. Era giusto che fosse così, e ne sono scaturiti dei duelli bellissimi, da ricordare come i motivi più interessanti che la gara abbia offerto. Buzzacchera si è battuto benissimo contro Jair, raramente lasciandosi ingannare dalle finte e dagli ondeggiamenti del brasiliano; Rosato ha lottato di stile con Mazzola: qualche volta è stato battuto - vedi l'azione del goal - ma in molte altre è uscito vittorioso dal confronto. Un suo tunnel a Sandrino ha strappato applausi al pubblico nerazzurro. Al centro, Bearzot ha tenuto la solita posizione di libero, ma nella ripresa ha lasciato volentieri il ruolo per assumere la posizione di vero mediano laterale, e risultando ancora una volta fra i migliori della squadra. A metà campo Ferrini ha sbagliato tattica nel primo tempo, attendendo cheSuarez avanzasse palla al piede con il risultato di vedersi più volte battuto nel dribbling; nel finale, rinfrancato dal goal realizzato, è tornato il centrocampista tenace di sempre, ed è stato allora Suarez ad avere la peggio nei confronti diretti. Logicamente, giocando di stile contro quattro fuoriclasse come Jair, Suarez, Corso e Mazzola e contro uno scattista dalla velocità di Di Giacomo, in alcune occasioni la difesa granata è stata superata, ma Vieri si è opposto adogni tentativo avversario, dimostrando ni pubblico di San Siro di meritare il ruolo di portiere nazionale. L'Inter è andata vicino al goal tre volte: al 6' con un tiro lungo di Suarez rimbalzato contro la traversa; al 15' con Jair, la cui improvvisa deviazione su cross di Mazzola è finita fuori a fil di montante; al 28' con un tiro di Mazzola non trattenuto dal portiere granata, e con salvataggio di Ferretti sull'accorrente Corso. Nelle altre occasioni - in particolare al 19' su una staffilata al volo di Jair - Vieri è stato brillantissimo. L'Inter ha dimostrato la solita difesa saldissima (bella la lotta fra Maschio, che Herrera sta provando in mediana, e Peirò; fra Guarneri ed Hitchens), ed un attacco pericolosissimo più per la classe individuale dei componenti che per gioco d'assieme. L'unico a cercare sempre la manovra à stato Suarez, indubbiamente il migliore fra i nerazzurri. Il ritmo della partita è stato fiacco, ma la giornata afosa ha ostacolato non poco gli atleti, L'Inter ospiterà mercoledì prossimo a San Siro il Portuguesa (l'ex squadra di Jair), il Torino sarà mercoledì a Vienna contro l'Admira per la Mitropa Cup e domenica tornerà a Milano per la finale di Coppa Italia con l'Atalanta: è comprensibile quindi se i ventidue non si sono impegnati al massimo delle loro possibilità. |
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