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Martelli
06/10/1963
h.15.00
MANTOVA - TORINO 0-0
Mantova
: Zoff, Gerin, Schnellinger, Tarabbia, Pini, Cancian, Simoni, Jonsson, Nicolé, Mazzero, Recagni. All.: Bonizzoni.
Torino: Reginato, Poletti, Buzzacchera, Cella, Rosato, Ferrini, Gualtieri, Puia, Hitchens, Moschino, Peirò. All.: Rocco.
Arbitro: D'Agostini di Roma.
Reti: -
Spettatori: 16.748 di cui 4.748 abbonati e circa 12.000 paganti.
Note: Cielo grigio, terreno in buone condizioni, calci d'angolo 7-3 per il Torino. Ammoniti Rosato, Poletti e Jonsson.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 6 ottobre 1963]
Un altro pareggio per il Torino di Nereo Rocco, un pareggio conquistato sullo slancio dei suoi superbi difensori, pronti, precisi e attenti come sempre. Un pareggio utilissimo per la classifica, ma che deve far meditare chi al Torino pensa e chi il Torino guida. Perché lo 0 a 0 di ieri a Mantova deve essere considerato una lezione, deve dire che l'attacco granata vale ben poco in questo momento, e che qualcosa bisognerà pur fare allo scopo di rompere la monotonia delle partite senza goal. Uno a uno a Vicenza (rete di Peirò realizzata su rigore), poi tre 0 a 0 consecutivi. Questa la sintesi del campionato del Torino fino ad ora, e non è una sintesi molto confortante, nonostante la buona posizione in graduatoria, in quanto non sempre si può chiedere al settori della difesa il maggiore sforzo pretendendo anche il massimo rendimento. Rocco ha visto da tempo il problema, che sta nella scarsa disponibilità di uomini di classe, e ha detto chiaramente ai dirigenti le sue necessità. Il comm. Pianelli, Traversa, Cavallo e altri componenti il consiglio direttivo ieri erano a Mantova e hanno visto tutto.. Noi adesso non vogliamo aggiungere nulla che possa turbare la serenità delle trattative, ma a novembre qualcosa si dovrà pur fare per migliorare il gioco e il rendimento della squadra. Sarà Barison, oppure Leonardi, sarà forse qualcun altro. Poco importa. Occorre però dare al reparto l'uomo adatto al contropiede, perché l'impostazione tattica è e rimarrà quella della prudente copertura difensiva. Gualtieri, Hitchens e Peirò hanno dimostrato anche ieri di non potere sbrigarsela da soli. Peirò è stato addirittura nullo; qualche tocco, qualche puntata, un solo tiro a rete. D'accordo che lo controllava Schnellinger, che viene e a ragione giudicato il miglior terzino europeo del momento, ma Peirò non è un combattente, un uomo adatto e disposto alla fatica imposta dal rincorrere sempre la palla. Peirò è un classico della manovra, ha bisogno di avere vicino compagni capaci di capirlo e di farsi capire. Cosi con Hitchens, che pure ieri ha giocato abbastanza bene ma troppo da solo, e con Gualtieri, tenace ma non certo abituato al gioco corale, lo spagnolo rimane isolato, si demoralizza, perde vivacità e anche la volontà di lottare solo contro tanti. I difetti del Torino sono quelli di sempre, ma la partita di Mantova li ha presentati in modo clamoroso, perché a Mantova i granata avrebbero potuto vincere. Un Mantova strano, con tante riserve, con Tarabbia e Cancian (ricordate i due terzini del Torino di qualche anno fa?) impiegati come mediani, con Mazzero in fase calante, con Jonsson isolato, con Nicolè delle giornate tristi. Un Mantova povero, assai più povero del Torino, con il solo Schnellinger e il giovane portiere Zoff all'altezza della situazione. Pareggiare in certe circostanze vuol dire perdere un punto in classifica, non conquistarlo. I tifosi potranno anche accontentarsi di questo 0 a 0 in trasferta, diranno forse che il Torino ha il pareggio facile (quattro nulli in quattro partite), ma un'osservazione più attenta deve far ricordare anche che la squadra granata ha il goal difficile. E nel calcio contano soltanto i goals. E' vero che la difesa piace; si è inserito con autorità il giovane Reginato, è sempre attento e pronto Cella (bisogna perdonargli l'errore iniziale che quasi costava un punto al passivo), è vivace Poletti ed è ordinato Buzzacchera, è sempre generoso Puja, anche se per la grande volontà abbandona troppo sovente la posizione, è utile Ferrini, ed è un po' nervoso ma sempre sicuro Rosato, che ieri tornava nel ruolo di centromediano al posto dell'infortunato Lancioni. Tutti difensori, ma gli attaccanti? E' meglio non parlarne. Al fischio d'inizio Schnellinger cerca Peirò per controllarlo da vicino, ma la sua fatica risulta presto inutile, cosi che il biondo tedesco potrà svettare in zona difensiva con grande autorità. Al 5' fugge Simoni, Cella si ferma convinto che la palla sia uscita a lato, ma non è cosi. Simoni centra, ma nessuno dei mantovani è pronto ad accogliere l'invito e Reginato con abile intervento può salvare. Un'occasione clamorosa buttata alle ortiche. Si continua con il Mantova all'attacco, ma assai più pericolosi sono i granata nel contropiede; lavoro inutile, comunque, perché non succede nulla di interessante. Ripresa sullo stesso tono: sbaglia. Mazzero un goal facile al 16. Risponde Puja poco dopo regalando una rete al Mantova. L'invito di Peirò - forse involontario - aveva messo l'ex vicentino in posizione di tiro a rete, ma Puja ha sbagliato grosso. E' vero che l'arbitro è intervenuto inventando un fuori-gioco assolutamente inesistente, ma la mezz'ala granata aveva già sbagliato tiro. Al 34' comunque avanza ancora Puja e dà al centro un pallone d'oro per Hitchens: l'inglese è solo davanti a Zoff; potrebbe segnare con facilità, ma fallisce lo stop, incespica, e l'occasione sfuma. C'era da mordersi le mani per la rabbia. Il resto non ha storia. Il pubblico pretende la vittoria dai suoi, ma contro i difensori granata non c'è nulla da fare, anzi, proprio in chiusura dell'incontro, l'arbitro D'Agostini sorvola su un fallo di mani in area commesso da Pini, fallo che avrebbe benissimo giustificato il calcio di rigore. E' finita così sullo 0 a 0, un risultato giusto.