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Marassi |
12/04/1964 |
h.15.30 |
GENOA - TORINO 1-1 (0-0) - 1-1 d.t.s., 3-6 d.c.r. Genoa: Da Pozzo, Bagnasco, Calvani, Colombo, Bassi, Rivara, Dal Monte, Pantaleoni, Meroni, Occhetta, Bean. All.: Santos. Torino: Vieri,Teneggi, Buzzacchera, Cella, Rosato, Ferretti, Crippa, Ferrini, Hitchens, Peirò, Moschino. All.: Rocco. Arbitro: Varazzani di Parma. Reti: Bean 57' (G), Ferrini 89' (T). Spettatori: 5.989 paganti per un incasso di 5.327.800 lire. Sequenza rigori: Peirò: parato, 0-0; Bean: gol, 1-0; Peirò: gol, 1-1. Bean: parato, 1-1; Peirò: gol, 1-2; Bean: sbagliato, 1-2; Peirò: gol, 1-3; Bassi: parato, 1-3; Peirò: gol: 1-4; Bassi: gol, 2-4; Peirò: gol, 2-5; Bassi: parato, 2-5. Cronaca [Tratto da La Stampa del 13 aprile 1964] Un po' di fortuna non guasta mai, anzi le grandi imprese riescono sempre e soltanto se la sorte è alleata. In questo momento i granata del Torino sono veramente sulla cresta dell'onda; non devono neppure remare troppo per raggiungere risultati di tutto elogio. Sette giorni fa a Ferrara un errore grosso e marchiano del pur bravo ed espertissimo Cervato aveva aperto a Hitchens la via del goal, dell'unico goal che doveva essere quello della vittoria. Ieri, quando ormai il pubblico genoano stava sfollando lo stadio di Marassi, tranquillo per la bella anche se molto sudata vittoria dei suoi beniamini, dovuta a un goal di Bean difeso poi a denti stretti dai vari Bassi, Colombo e Da Pozzo, ecco venire la rete di Ferrini. Proprio all'ottantanovesimo minuto, mentre l'arbitro stava già consultando il cronometro per dire che tutto era finito. Invece no: si è continuato (come vuole il regolamento), i tempi supplementari non hanno modificato la situazione, e la battaglia dei rigori è stata vinta da Peirò, che ha infilato la porta di Da Pozzo per cinque volte (su sei), per nulla emozionato e preoccupato d'aver fallito il primo tiro. Di contro, un Bean zoppo, stanco, sfiduciato, sostituito poi da Bassi, lui pure non tanto in palla. Risultato finale 6 a 3 per il Torino, con i genoani demoralizzati e reclamanti contro l'arbitro che non aveva visto una irregolarità di Peirò in occasione del secondo tiro dagli undici metri (finta da fermo dopo la rincorsa). Queste partite che devono per norma esprimere un vincitore lasciano sempre un po' di amaro nelle discussioni, specialmente quando le sorti della vicenda hanno dimostrato in linea pratica una parità di valori. Ieri fra Torino e Genoa non c'è stata una grande differenza di rendimento. I rossoblu di Santos hanno attaccato a lungo nel primo tempo, senza per altro impensierire troppo Vieri ed i suoi amici della difesa. La prima linea ligure è composta da pesi mosca, alcuni giocano anche benino (Meroni e Delmonte ad esempio), ma la loro azione è troppo fragile per avere consistenza e per essere efficace. Il calcio non è fatto soltanto di cose belle, è più che altro fatto per segnare dei goals, e l'attacco rossoblu è Quanto mai avaro di reti. Nella ripresa, dopo il punto di Bean è venuta la reazione del Torino. Poco importa se la rete del pareggio è stata realizzata da Ferrini proprio nei minuti finali; il goal era stato, preparato prima, con un'azione insistente, che aveva messo alle corde (tanto per usare un termine pugilistico) i difensori rossoblu. D'accordo che essere raggiunti proprio mentre si attende il fischio finale dell'arbitro fa dispetto e peggio, ma i genoani devono convenire che il Torino in quel momento non rubava nulla, conquistava con pieno diritto quanto aveva costruito prima. Pesi mosca nelle file liguri, decisione, e carattere tra i granata. Ieri mancava Puja, e diremmo che la squadra ha risentito dell'assenza del suo lungo e dinoccolato centrocampista. Puja è stato lasciato a riposa da Rocco per averlo fresco e pronto per domenica, giorno in cui scenderà allo stadio comunale torinese la Fiorentina. Senza Puja, con Ferretti in giornata di scarsa vena, con Cella non sicuro e con Suzzacchera che rientrava dopo lunga assenza, la situazione delle retrovie granata non era di certo tanto rosea. Ma il disastro non c'è stato. Diciamolo chiaramente: se il peggio non è venuto lo si deve alla scarsa compattezza dell'attacco avversario, non al reale valore del gioco delle retrovie granata. Comunque non è il caso di entrare in giudizi di troppo impegno, anche perché la prova non era eccessivamente sentita dagli attori. La Coppa Italia da noi è soltanto un riempitivo; nelle semifinali e nella finale s'accende poi l'interesse dei tecnici, dei giocatori e del pubblico. Ieri eravamo agli ottavi; perché pretendere un gioco bello e vibrante! Il Torino comunque, anche senza brillare molto, ha superato il turno, ed ora attende l'Inter per un confronto che porterà senza dubbio alle casse della società un grosso mucchio di milioni. L'Inter fa sempre richiamo e fa cassetta. Questo forse era il punto più interessante della partita di ieri: aprire la possibilità di un incasso con la grande Inter di mister Herrera. Il calcio spettacolo ha le sue esigenze, e sono più che altro esigenze di bilancio. Stiamo infatti entrando nella campagna acquisti-vendite, è ora di pensare ai nuovi. I soldi fanno sempre comodo quando si deve comperare. |
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