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Braglia
17/05/1964
h.16.00
MODENA - TORINO 0-0
Modena
: Gaspari, Barucco, Longoni, Balleri, Panzanato, Chirico, Gallo, Toro, Brighenti, Merighi, Conti. All.: Genta.
Torino: Reginato, Poletti, Buzzacchera, Cella, Rosato, Ferretti, Peirò, Puia, Hitchens, Ferrini, Moschino. All.: Rocco.
Arbitro: Adami di Roma.
Reti: -
Spettatori: 14.401 di cui 7.044 abbonati e 7.357 paganti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 maggio 1964]
Zero a zero fra Torino e Modena. Un pareggio giusto perché i granata hanno giocato meglio nel primo tempo - specialmente a centro campo - e perché i gialloblu hanno condotto un vero assalto nella ripresa, sfiorando anche il goal e il successo pieno. Un nullo sudato e contrastato, che non può essere discusso, neppure dai tifosi emiliani, i quali per altro non hanno perdonato a Rocco ed ai suoi granata d'aver lottato con spirito e con volontà. I tifosi sono come gli innamorati, guardano senza vedere, parlano senza ragionare molto, ed i simpatizzanti modenesi quasi pretendevano che i loro avversari di ieri giocassero con moderazione, con accondiscendenza, senza spirito agonistico. Pretesa assurda, perché nello sport se manca la lealtà manca tutto, ed il Torino che aveva vinto con il Bari, che aveva superato a Ferrara la Spal, che proprio nell'ultima giornata aveva bloccato anche il Messina, non poteva mutare atteggiamento di fronte al Modena. Cosa avremmo potuto dire di un Torino accondiscendente e tacitamente remissivo? E' bene precisare che i granata hanno giocato onestamente, con la grinta solita, con il solito modulo tattico, con la solita volontà. Senza cattiverie, senza fallacci assurdi. Se il Modena non è passato, la colpa non è certo del Torino. E che volevano i tifosi (ed anche qualche esponente) gialloblù? Gli insulti affibbiati a Rocco, ai giocatori ed allo stesso presidente Comm.Pianelli a fine partita erano gratuiti ed ingiusti. Ai granata ed ai loro dirigenti bisogna invece rendere merito di una lealtà e una correttezza e un atteggiamento consono al nome ed alla tradizione della vecchia e gloriosa società torinese. Lasciamo gli episodi finali, del resto senza conseguenze per l'energico intervento delle forze dell'ordine, per parlare della partita, giocata sotto un sole cocente in pieno clima estivo. Molta gente sugli spalti, gente venuta per incitare gli emiliani in questa partita che potrebbe significare o la salvezza o la condanna alla B. L'allenatore Genta ha inteso presentare una squadra d'attacco, ed ha formato una coppia di mezze ali sudamericane con Toro e Merighi. I granata erano in formazione completa (con Reginato al posto di Vieri però) ma con Poletti, che rientrava dopo la lunga assenza conseguente al noto incidente automobilistico. Il Modena ha cercato subito di forzare i tempi con un assalto disordinato anche se pressante, ma la retroguardia granata non si è fatta sorprendere nonostante qualche mischia in area, dovuta più che altro alla scarsa forma di Poletti (che comunque poteva riprendersi, per finire in crescendo). I torinesi manovravano egregiamente a centro campo, con Ferrini, Ferretti, Moschino ed a volte anche Cella; in ombra Puja, scarsamente servite le punte Hitchens e Peirò. Nessuna occasione per il Torino di segnare; sul campo opposto un tiro di Conti fuori bersaglio al 24', ed un salvataggio in perfetto stile di Rosato, che s'era sostituito a Reginato uscito su un cross di Brighenti al 42'. Tutto qui il gioco d'attacco delle due squadre, un gioco che non ha registrato che un solo tiro in porta ed un solo calcio d'angolo, entrambi a favore dei padroni di casa. Nella ripresa i gialloblù hanno tentato la grande impresa, hanno rischiato al 4' di incassare un goal su contropiede ad opera di Ferrini - la palla superato Gaspari ha lambito la base del montante destro - poi hanno iniziato il terribile assedio, dal quale i granata si sono salvati con molta abilità, e qualche volta con un pizzico di fortuna. Da segnalare una doppia parata di Reginato al 38' che ha salvato sicuri goals su tiri consecutivi di Conti e di Merighi. Nonostante un furioso batti e ribatti, la rete della vittoria modenese non è venuta, e non per colpa del Torino, ma per demerito degli stessi giocatori emiliani. Non basta infatti attaccare a lungo, non è sufficiente tentare l'assedio ad una porta; bisogna tirare a rete, occorre tentare almeno di colpire il bersaglio. Nel Modena di ieri invece, a parte la buona volontà ed anche molto nervosismo, non si è visto un atleta capace di far breccia. Sarà per la bella prova di Cella, sarà perché Rosato (che sta attraversando un momento di grande forma) non ha concesso spazio a Brighenti, sarà perché Poletti, rinfrancato dopo un inizio incerto, ha tenuto bene Conti. Sarà specialmente per la scarsa vena di Merighi e di Toro. Del resto, l'esperienza insegna che non si può di colpo trasformare una squadra creata ed istruita per la difesa, in squadra d'attacco. Il Modena paga ancora la gestione Frossi; il catenaccio insegnato dal tecnico milanese difficilmente si dimentica, pur se oggi occorre vincere, pure se lo 0 a 0 non basta più.