Comunale |
11/10/1964 |
h.15.00 |
TORINO - FOGGIA INCEDIT 0-0 Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Rosato, Cella, Simoni, Moschino, Hitchens, Ferrini, Meroni. All.: Rocco. Foggia Incedit: Moschioni, Valadé, Micelli, Bettoni, Rinaldi, Micheli, Favari, Lazzotti, Nocera, Maioli, Patino. All.: Pugliese. Arbitro: Rigato di Mestre. Reti: - Spettatori: 25.000 circa, almeno 5.000 dei quali tifosi del Foggia. Note: Ammonito Micheli per proteste; al 61' Vieri para un calcio di rigore a Bettoni. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 ottobre 1964] La felice giornata di Vieri, che ha parato al quarto d'ora della ripresa un rigore calciato dal mediano avversario Bettoni, ha evitato al Torino una sconfitta sul proprio campo, ieri nel confronto von il neo-promosso Foggia. La partita si è così chiusa con il punteggio di 0 a 0, un pareggio giusto, considerando che le occasioni fallite dai granata (ai quali Rigato, quanto mai approssimativo nelle sue decisioni, ha negato un evidente rigore) nel primo tempo a causa della bravura del portiere pugliese Moschioni, sono state bilanciate dalle pericolose, azioni condotte nel finale dal Foggia, e tutte sventate (oltre al penalty) dal bravissimo Vieri. La partita ha offerto lo spettacolo ormai consueto per gli stadi italiani. Una squadra - il Torino, ovviamente - che attacca a lungo in massa e male, ed un'altra che si difende come può, richiamando indietro mediani ed ali, rinviando il pallone il più lontano possibile, meglio se addirittura sulle gradinate. Il gioco moderno è ormai giunto ad un punto in cui le doti tecniche individuali passano in second'ordine di fronte all'irruenza: ed allora possono figurare degnamente in serie A anche difensori i cui rimandi - regolarmente ''sbucciati'' - finivano ieri più sulla pista atletica che sul campo di gioco. Non molti anni or sono, prima dell'invenzione del catenaccio, giocatori del genere - chiamati a lottare a testa a testa con l'attaccante avversario, senza l'appoggio del libero e degli altri compagni chiusi entro l'area - non avrebbero potuto figurare nella massima divisione, ma ora tutto è cambiato. Diminuisce però anche il pubblico sulle gradinate, e ieri soltanto la folta rappresentanza degli appassionati tifosi pugliesi ha permesso che si registrassero più di 25 mila spettatori. Se la serrata difesa del Foggia, che per altro non ha sorpreso, può costituire una parziale scusante per l'attacco granata, preoccupa invece i tifosi il modo in cui la retroguardia del Torino si è lasciata più volte superare nel finale dai contropiede avversari. Si può pensare che qualche atleta accusasse la stanchezza per la gara del mercoledì precedente a Geelen, ma gli errori di posizione e le incertezze nei rilanci dimostrate da Poletti e Fossati non trovano giustificazioni. Ieri, in difesa, soltanto Rosato e Cella (le cui rare battute a vuoto sono largamente scusabili, se si pensa che il piacentino è stato tenuto a lungo fra i rincalzi, pensando ad una cessione alla riapertura delle liste) hanno tenuto bene il loro ruolo, mentre a centro campo, sfocato Ferrini, il lavoro è pesato - sino a sfiancarlo - sulle spalle del solo Moschino. Ed i vuoti a centro campo (ma perché Rocco non ha scambiato di ruolo Fossati e Ferrini, vista la posizione assunta dai diretti avversari?) hanno inevitabilmente pesato anche sui settori arretrati. All'attacco, il problema del Torino è Meroni. Il ragazzo sta diventando per Rocco un rompicapo simile a quello rappresentato da Peirò nella passata stagione. Nessuno disconosce la classe dell'ex genoano, ma il suo dribbling troppo insistito nuoce alla manovra della squadra, senza contare che i suoi spostamenti al centro obbligano Hitchens a rinunciare all'unico gioco che sa fare (e che talvolta dà esiti positivi), ovvero il centravanti di punta. Simoni non lo si può giudicare, in quanto è sistematicamente ignorato dai colleghi; il comm.Pianelli dovrebbe far presente agli altri giocatori che - a parte il gioco di squadra - Simoni è un capitale per il Torino, e va quindi sfruttato. Come se il presidente granata acquistasse una nuova macchina per i suoi stabilimenti, e poi la lasciasse inoperosa. Il Foggia, dopo avere badato soltanto a difendersi per lunghi periodi della partita, si è accorto nel finale (rimasto il Torino praticamente in dieci per un infortunio a Meroni, che ha ricevuto una botta ad un ginocchio) di avere più fiato degli ormai stremati avversari. Ed allora si è visto che i pugliesi sanno anche far del gioco, con una mezz'ala - Maioli - dalle ottime doti, ed un centravanti - l'atteso Nocera - scattante e pericoloso. E' stato proprio Nocera, al 15' della ripresa, ad avanzare sulla destra, aggirare Rosato, entrare in area e costringere Poletti ad un fallo di mano per arrestare la palla. Calciava il penalty Bettoni, il rigorista della squadra. Vieri, che già conosceva le abitudini dell'avversario, fingeva di lanciarsi sulla sua sinistra obbligando Bettoni a cambiare direzione nel tiro, e poi si gettava a destra, respingendo il pallone. Si avventavano lo stesso Bettoni e Favalli per raccogliere il rimbalzo, e qui Vieri compiva la seconda prodezza, ancora più difficile della prima: un volo in avanti che gli consentiva di bloccare il pallone, ricevendo una botta al capo ma salvando la squadra dalla sconfitta. |