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Comunale
12/09/1965
h.15.30
TORINO - LAZIO 2-2 (1-0)
Torino
: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Rosato, Bolchi, Meroni, Ferrini, Orlando, Moschino, Simoni. All.: Rocco.
Lazio: Cei, Zanetti, Vitali, Carosi, Pagni, Dotti, Renna, Bartu, D'Amato, Governato, Ciccolo. All.: Mannocci.
Arbitro: Carminati di Milano.
Reti: Meroni 18' (T), D'Amato 57' (L), Ciccolo 74' (L), Simoni 78' (T).
Spettatori: 19.883 di cui 13.983 paganti (di cui 375 ridotti) per un incasso di 15.058.200 lire più 5.900 abbonati circa.
Note: Giornata calda e soleggiata, calci d'angolo 5-1 per il Torino. In seguito ad uno scontro di gioco dopo soli 4', Ferrini usciva dal campo per farsi medicare al piede destro. Rientrato dopo 8', si è relegato al ruolo di ala sinistra venendo sostituito nel suo ruolo prima da Simoni poi da Meroni. Al termine della partita è stato ricoverato all'ospedale di Torino con una sospetta infrazione del perone. Si apprenderà successivamente che il capitano del Torino verrà ingessato.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 12 settembre 1965]
Il pareggio fra Torino e Lazio, con Ferrini infortunato al terzo minuto di gioco, è peggio di un libro giallo che abbia le pagine dell'episodio principale strappate. Il lettore può interessarsi alla vicenda, ma è costretto a supplire con la fantasia al buco rimasto nella tela del romanzo. Ferrini rappresenta un elemento decisivo nella trama del gioco granata e la sua assenza sconcerta chi deve parlare della partita di ieri allo Stadio. L'interno destro, cadendo malamente, sbilanciato da Carosi, con il peso del corpo tutto sulla gamba piegata, si è azzoppato. L'attaccante è rimasto ugualmente in campo, per cercare di rendersi utile, ma non poteva più essere l'atleta autoritario che ben si conosce. Il Torino dapprima ha rimediato con lo slancio all'infortunio, poi ha finito per accusare la disorganizzazione di centro campo, la fatica ed una strana disinvoltura dei difensori. Tutto quanto si dirà su questo pareggio, che certo non ha entusiasmato i fedelissimi accorsi con festose bandiere e laceranti sirene d'incitamento, va legato a quella decisiva disavventura iniziale. Che cosa sarebbe successo se Ferrini fosse rimasto al massimo delle sue forze. Se Simoni non fosse stato costretto a spostarsi per coprire il vuoto lasciato dal compagno infortunato? Senza restare ancorati al gioco delle ipotesi, si può tuttavia aggiungere che il Torino avrebbe ugualmente potuto vincere, se l'arbitro Carminati avesse concesso almeno uno dei due falli da rigore verificatisi in area laziale. Sul secondo non potremmo giurare al cento per cento. Si è trattato di una entrata - palla o gamba - di Pagni, piombato alla disperata per fermare Orlando-ma nell'episodio numero uno (fallo di Dotti ancora su Orlando) non esistono dubbi. L'arbitro, infatti, ha fischiato la punizione, collocando però la palla fuori della linea bianca, mentre l'intervento era avvenuto chiaramente in area. Torino poco fortunato dunque, ma anche Torino non del tutto convincente, pur tenendo conto delle attenuanti. La sorte volta le spalle a chi non si aiuta da solo e la squadra di Rocco ha peccato in parecchie ingenuità. Ciccolo, lasciato spesso libero, ha colpito un palo, nel primo tempo; Vieri non era ben piazzato in occasione del secondo goal, Meroni si è mangiato un paio di occasioni per tentare il tiro diretto invece che passare ad un compagno, Meschino e Rosato (il regista ed il difensore libero) non sono apparsi al massimo della forma, Bolchi è ancora lento e la difesa, infine, non è sempre attenta nelle marcature. Ferrini a parte, il Torino poteva far di più ed il pareggio raggiunto a pochi minuti dalla fine, dopo che la sorprendente Lazio era passata in vantaggio (quasi a confermare la precedente buona gara con il Milan) è stato accolto come il risveglio da un brutto sogno. Prova che il secondo tempo granata aveva fatto dimenticare agli spettatori le belle azioni viste, nella prima fase della partita. L'inizio ò stato brillante. Due tiri di Meroni in poco meno di novanta secondi. Al 3' Ferrini, pressato da Carosi, cadeva a terra e si produceva il distacco di un legamento. Rimaneva fermo alcuni minuti ai bordi del campo a farsi curare e rientrava poi all'estrema sinistra. Più tardi Ferrini ritornava mezz'ala. Spostamento coraggioso ma non troppo utile. I compagni di squadra, però, non potevano appoggiare efficacemente il gioco su un atleta menomato, né egli risultava in grado di contrastare le avanzate avversarie. Meglio era forse attendere in zona morta i palloni da sfruttare, sia pure zoppicando, e tentare di approfittare del minor controllo avversario. Torniamo alla cronaca. Al 6' Orlando era messo a terra in area, ma la punizione veniva fatta battere dal limite. L'arbitro non si è addossato la responsabilità di fischiare il penalty ed ha sbagliato. Ancora un'azione torinese molto applaudita, al 9': centro di Meroni, finta di Simoni, colpo di testa di Orlando, palla alta di poco. Una promessa di gran gioco, purtroppo non mantenuta. La Lazio si fa minacciosa con Renna soltanto verso il quarto d'ora ed il Torino va quindi in vantaggio al 19' con pieno merito. Fuga di Puja sulla destra e tiro potente che Cei devia alla meno peggio. Meroni accompagna la palla in rete. I granata potrebbero raddoppiare al 13' - secondo fallo su Orlando in area - ma l'arbitro ignora questa volta l'intervento di Pagni. In compenso Ciccolo, su centro di Carosi, devia di testa sul palo. La Lazio, che aveva affidato a Vitali il controllo di Meroni, mettendo Carosi su Simoni, inverte le marcature, con risultato di bloccare uno dei più pericolosi attaccanti granata. Resterà Orlando a battersi con coraggio (nonostante un duro colpo ricevuto alla testa) tra lo stopper Pagni ed il difensore libero Dotti, resterà Simoni a lottare come ala e mezz'ala. La ripresa, anche se più movimentata, è risultata meno tecnica. Il Torino incassava un goal, un po' per colpa di un rinvio sbagliato di Moschino il quale mandava in corner un faille rinvio e per l'eccesso di confidenza di Rosato che, impossessatosi della palla, la tratteneva invece di spedirla subito lontano. Governato, con astuzia e prontezza, la rubava al difensore e serviva D'Amato, che metteva a segno. Il colpo era sentito dai torinesi. Vieri doveva effettuare una difficile parata, ancora su D'Amato, ma al 30' su contropiede dei laziali veniva battuto. Fuga di D'Amato, spostatosi all'ala destra, centro, deviazione con la fronte di Ciccolo, goal. Dove erano i terzini incaricati di controllare gli avanti biancazzurri? E perché Vieri non ha tentato di uscire sul traversone? Rocco spostava Poletti a contrastare il pericoloso n. 9 della Lazio ed ordinava un'offensiva generale. Tutti si spostavano nella metà campo del romani, Puja compreso. I popolari sostenevano la squadra con un incitamento appassionato e tra il clamore della folla il Torino riusciva a riportarsi in parità su passaggio all'indietro di Meroni verso Simoni e stangata imparabile del n. 11. Lo stesso Simoni si è visto deviare dal portiere un colpo di testa apparso a molti irrimediabile. Cei - e non solo per questo intervento - e stato senz'altro il migliore dei laziali. Con lui bravi Carosi, tenace anche se fin troppo deciso, Bartù, un regista che si nota poco ma è senza dubbio efficace, Ciccolo, D'Amato e Governato. Del Torino si è detto. Mancava praticamente di Ferrini. I granata hanno bisogno che la mezz'ala guarisca e che qualcun altro torni presto ad essere in piena forma.