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Comunale |
10/10/1965 |
h.15.00 |
TORINO - VARESE 2-0 (1-0) Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Rosato, Bolchi, Meroni, Ferrini, Orlando, Moschino, Simoni. All.: Rocco. Varese: Lonardi, Dentoni, Maroso, Gioia, Magnaghi, Burelli, Bagatti, Andersson, Strada, Cucchi, Boninsegna. All.: Gambazza. Arbitro: De Marchi di Pordenone. Reti: Poletti 35' rig., Meroni 82'. Spettatori: 14.911 di cui 6.156 abbonati e 8.755 paganti. Cronaca [Tratto da La Stampa dell' 11 ottobre 1965] Il Torino ha battuto il Varese per 2 a 0, ma questa vittoria non annulla le riserve già espresse altre volte sull'attuale efficienza della squadra granata e non attenua le critiche rivolte in precedenza sulla praticità del gioco svolto dalla formazione di Rocco. Dopo il primo successo della stagione, conseguito per giunta con un punteggio indiscutibile (2-0), certe frasi potrebbero suonar male alle orecchie del tifosi; ma in sede critica non si può evitare di muovere questi appunti ad una squadra che può e deve fare meglio come tattica e come rendimento dei singoli giocatori. Il Torino potrà assurgere alle alte posizioni di classilica (secondo le aspirazioni dei suoi dirigenti, che negli ultimi anni hanno speso milioni a centinaia) solamente se Rocco saprà modificare la situazione in campo e fuori campo, se saprà cioè scegliere i migliori senza preoccuparsi dei soldi spesi per l'acquisto degli esclusi, pretendendo poi dagli eletti una disciplina tattica che sia logica, realizzabile, utile. Bolchi e Orlando, ad esempio, ieri hanno deluso, come hanno deluso Moschino e lo stesso Simoni. Meroni ha il merito del secondo goal; un capolavoro d'artista, ma quanti errori prima! Quanta caparbietà nel voler a tutti i costi fare sempre da solo! Abbiamo accennato ai casi limite, ma il Torino attuale vive di questi estremi, ed è proprio da essi che trova origine la nostra critica. La vittoria sul Varese è stata limpida e indiscutibile nella sostanza e nel punteggio, ma superare questo Varese non è grande merito perché la squadra lombarda ha dimostrato anche ieri la sua povertà tecnica, confermando con un gioco opaco e senza idee che in certe situazioni non servono gli arrangiamenti tentati all'ultimo momento da Busini, chiamato alla carica di direttore tecnico dopo il licenziamento (qui non si sono usate frasi eufemistiche ma si è detta chiara e tonda la verità..) di Cappelli. Il comandante esonerato era per il gioco aperto, Busini si è confermato catenacciaro quant'altri mai. Pareva che la sorte volesse arridere al vecchio tecnico proprio nel giorno del suo ritorno in panchina, ma al 35' del primo tempo i granata venivano ad usufruire di un calcio di rigore. Le squadre sino allora si erano equivalse, per gioco e rendimento, per dinamismo e per concetto tattico. Un po' più classico il Torino, ma con troppi elementi in precarie condizioni di forma, con maggior volontà il Varese, che non poteva comunque nascondere le debolezze dovute all'inesperienza del terzino Dentoni (esordiente a 22 anni) ed alla fragilità del suo attacco perché Boninsegna, Strada e lo stesso Andersson sono bravi ma Insufficienti per le nostre difese. Dopo una traversa colpita da Moschino al 31', Simoni (35') tentava una digressione sulla destra; Dentoni (qui è risultata chiara la sua poca abitudine ai campi della serie A) avrebbe potuto fermare molto prima il suo diretto avversario, ma attendeva troppo, per atterrarlo poi quando era giunto a pochi passi da Lonardi. De Marchi non ha avuto esitazione nel decretare la punizione massima, che Poletti ha stangato a rete, portando il Torino in vantaggio per 1 a 0. Poteva essere l'inizio di un clamoroso successo granata, invece è continuato il non gioco di tutti, ed a scuotere l'ambiente non è bastato un palo clamoroso colpito da Strada su calcio di punizione. Il Torino pareva contento di raggiungere in qualche modo la vittoria, il Varese non poteva giocare meglio. Qualche scontro inutile, qualche ammonizione di De Marchi, molta noia. Finché ad otto minuti dalla fine esplodeva Meroni, fresco come se non avesse ancora giocato, rapido e sicuro: evitava abilmente Burelli (fermo e lento come non mai) poi tirava con tanta violenza che Lonardi non vedeva neppure la palla: 2 a 0 al 37'. Gioco fatto, ma a parte il risultato tutto da rivedere. Nel Torino e nel Varese, perché se la squadra lombarda è in piena crisi e solamente in questi ultimi giorni si sta cercando seriamente di risolverla, è egualmente vero che il Torino non gioca come dovrebbe. In difesa - ieri almeno - si è ammirato il solo Rosato, un atleta generoso, sicuro, combattente. Vieri non è mai stato impegnato. Quindi senza pecche il portiere e con pieno merito Rosato. Ma gli altri? Troppa confusione, molte indecisioni, qualche fallo inutile. Polettl è stato ammonito, Possati ha Incontrato parecchie difficoltà nel controllare Bagattl, Puja è stranamente freddo. Se l'indagine dovesse continuare non potremmo non criticare Bolchi e Moschino; da loro mai, o quasi mai, è partito un suggerimento intelligente. Che dire dell'attacco? Un Meroni grande e sconcertante nello stesso tempo, un Simoni evanescente, un Orlando che non giustifica i soldi spesi per il suo acquisto. E poi non servono certi suoi atteggiamenti scorretti verso gli avversari. Orlando deve pensare a fare i goals, non ad irritare chi gli sta di fronte. Questo modesto Torino ha battuto il Varese edizione Busini. Non vogliamo giudicare la squadra biancorossa dopo una simile esibizione. Il rigore ha tolto ai lombardi ogni possibilità di raggiungere la meta che s'erano prefissa, il pareggio. Ci vorrà tempo, e occorrerà molto lavoro per rifare di questa squadra un complesso capace di risalire posizioni di classifica. Il campionato è lungo, ma sarà bene che Busini non perda tempo. La ricostruzione risulta difficile, veramente difficile. |
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