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Comunale
08/05/1966
h.16.00
TORINO - L.R.VICENZA 1-3 (0-2)
Torino
: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Rosato, Bolchi, Schutz, Ferrini, Orlando, Ferretti, Meroni. All.: Rocco.
L.R.Vicenza: Reginato, Zanon, Rossetti, Poli, De Marchi, Carantini, Fontana, Colausig, Vinicio, Campana, Maraschi. All.: Campatelli.
Arbitro: D'Agostini di Roma.
Reti: Vinicio 18', 37' (V), Schutz 66' (T), Campana 68' (V).
Spettatori: 14.061 di cui 7.905 paganti per un incasso di 8.788.900 lire più 6.156 abbonati.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 9 maggio 1966]
Doveva essere la partita del festoso commiato del Torino dal proprio pubblico, ma invece della vittoria utile a cancellare in parte le delusioni precedenti è giunta una nuova e secca sconfitta - 1 a 3 - di fronte al solido Lanerossi Vicenza, l'undici provinciale che quest'anno ha tenuto testa agli squadroni della serie A. Non c'è stata l'invasione pacifica del tifosi attorno al giocatori torinesi: al fischio finale del bravissimo arbitro D'Agostini due ragazzi hanno scavalcato la conciliate e si sono lanciati verso il gruppo degli atleti, senza poterli raggiungere a causa dell'intervento pronto del servizio d'ordine. I due giovani, bloccati dagli agenti, hanno spiegato che erano entrati in campo soltanto per cercare di avere come ricordo la maglia di Reginato, l'ex portiere granata che ieri giocava fra i vicentini. Ed all'uscita dei torinesi - che sono stati immediatamente rinchiusi nel ritiro di Alpignano - ci sono stati applausi soltanto per il bravo Meroni, mentre si sono udite frasi ostili nei confronti di Nereo Rocco. Accompagnato da molte critiche, il Torino si accinge a disputare in trasferta (sui campi di Catania e di Bergamo) le ultime due partite del torneo. Matematicamente la squadra granata non si può certo considerare fuori dal pericolo della retrocessione, e questo non fa che aumentare la tensione che regna nell'ambiente granata - dal giocatori ai tecnici, ai dirigenti, ai sostenitori - al termine di un campionato tanto deludente. E ieri il Lanerossi Vicenza ha sottolineato quasi con crudeltà - facendo il suo dovere la crisi di gioco in cui la squadra granata si dibatta da tempo. Fra torinesi e vicentini la differenza di rendimento è stata quanto mal sensibile: superiori gli ospiti in tutto, nella velocità e nella decisione, nell'impegno e nella capacità di manovra. Guida questo bel Vicenza uno splendido Vinicio, che ieri ha segnato due delle tre reti venete e propiziato la terza, ha posto nei suoi con la collaborazione del solo Maraschi tutta la difesa granata, è stato applaudito durante il gioco ed acclamato a fine partita. E' giusto dire che nel la gara di ieri al Lanerossi è toccato il compito più facile, avendo potuto giocare in contropiede. Giocatori come -appunto - Vinicio e Maraschi diventano imprendibili con molto spazio a disposizione, ed in queste condizioni anche il difensore libero non serve più, in quanto ha troppo spazio da controllare. La tattica più agevole da interpretare e toccata alla squadra che nell'occasione era di gran lunga più in forma, e questo spiega il 3 a 1, assieme alla eccezionale precisione di tiro degli avanti vicentini. Il Torino ha giocato male, e non è la prima volta nella stagione. Ieri i granata sono stati costretti - come padroni di casa, ed in particolare dopo essere andati in svantaggio - a gettarli allo sbaraglio contro una difesa giustamente famosa per la sua solidità, ed era inevitabile che avessero la peggio. Il fatto è che la situazione non è molto diversa in trasferta, quando teoricamente sarebbe il Torino a dover sfruttare il contropiede. Anche sui campi avversari la squadra non sa fare di meglio. Per trovare la causa di una situazione così irritante, non basta però risalire agli eventuali errori compiuti durante la campagna acquisti, E' sufficiente, confrontare le due squadre nel tabellino delle formazioni per accorgersi che gli uomini migliori - per fama e per quotazione di mercato - indossavano la maglia granata. Da una parte Vinicio, Maraschi, e magari Campana (affiancati da giovani come Zanon, Rossetti, Poli, Fontana, ragazzi di scarso nome anche se di certa carriera), dall'altra Vieri, Poletti, Pula, Rosato, Bolchi, Meroni, Orlando, Ferrini, otto atleti che hanno già giocato in azzurro, più il nazionale tedesco Schutz. Dei titolari mancavano solo Simoni e Moschino, questi ammalatesi nella notte fra sabato e domenica. Ed allora? Si ha l'impressione che nella squadra granata sia sparita da tempo l'armonia che in passato era una delle forze dell'undici. Fra giocatori e trainer sono sorte delle incomprensioni che vanno chiarite, sennò la prossima stagione sarà la copia di quella che si va melanconicamente chiudendo. I giri di campo e la ginnastica non servono a niente se non sono accompagnati dalla convinzione: ieri fra Torino e Vicenza c'era una differenza di rendimento atletico addirittura clamorosa, valutabile in ogni confronto diretto - di forza o di velocità - fra due avversari. Da tempo Rocco dice che l'obbiettivo è finire la stagione e non pensarci più, ma a forza di non pensarci i giocatori hanno mollato completamente (anche quelli solitamente combattivi) ed ora la posizione di classifica è il risultato di questa atmosfera di smobilitazione anticipata. Ieri i migliori del Torino sono stati quelli che hanno ancora da difendere qualche posizione personale: gli azzurri Meroni, Poletti e Rosato che pensano ai mondiali, Bolchi che cerca di riscattare le precedenti incertezze. Gli altri hanno cercato di fare qualcosa, ma a tutti mancano forza ed appunto convinzione. Sulla panchina, poi, i dirigenti ed i tecnici completano il quadro con grandi gesti di disappunto, mettendosi le mani nei capelli ad ogni errore dei propri atleti, quasi per dimostrare che la colpa è tutta dei giocatori, che loro non c'entrano per nulla il che, è da dimostrare. Di fronte ad un Torino in tali condizioni, il Vicenza è parso una squadra dì tutti campioni. Ed Invece di veri assi c'è il solo Vinicio, appoggiato come si è detto dallo scattante e funambolico Maraschi, che ha giocato con l'influenza addosso. E' stato appunto Vinicio, il quale ha confermato la sua posizione di capocannoniere, ha dare il colpo di grazia alla già vacillante formazione granata. Al 18' il centravanti ha realizzato da 25 metri su calcio di punizione (staffilata nell'angolo a destra di Vieri) concessa per un fallo di Ferretti su Colausig, ed al 37' ha raddoppiato con un colpo d'astuzia. Su un centro dal fondo di Fontana, Vinicio ha finto di volar intercettare di testa ingannando Puja, il quale è saltato ma non ha potuto allontanare la palla; l'attaccante ha raccolto la sfera e da pochi passi ha superato Vieri con un tocco preciso. Nella ripresa, trascinato da un Meroni in vena eccezionale, il Torino ha condotto qualche azione pericolosa: dopo un tiro a lato di Schutz, uno a lato di Orlando, finalmente il tedesco è andato a bersaglio. L'azione è stata di Meroni, il quale ha saltato tre avversari toccando poi all'avanzato Poletti, il cui centro breve ha trovato Schutz smarcato al centro dell'area: il tiro al volo del tedesco è stato toccato ma non trattenuto da Reginato. Era il 21', c'era ancora tempo per cercare il pareggio, ma non erano trascorsi due minuti che il distacco tornava sensibile: il vicentino Poli eseguiva una punizione calciando lungo verso l'area granata, dove Vinicio benché pressato da Puja riusciva a deviare la palla di testa verso l'accorrente Campana che la fermava con il petto e di destro al volo, batteva nuovamente Vieri.