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Comunale di Bergamo |
22/05/1966 |
h.16.30 |
ATALANTA - TORINO 0-0 Atalanta: Pizzaballa, Pesenti, Anquilletti, Casati, Gardoni, Signorelli, Danova, Milan, Hitchens, Merenghetti, Nova. All.: Angeleri. Torino: Vieri, Poletti, Bolchi, Puia, Cereser, Pestrin, Gualtieri, Ferrini, Meroni, Moschino, Simoni. All.: Rocco. Arbitro: Francescon di Padova. Reti: - Spettatori: 15.776 di cui 8.962 abbonati e circa 6.814 paganti per un incasso di 5.727.200 lire. Note: Calci d'angolo 3-3. Cronaca [Tratto da La Stampa del 23 maggio 1966] Fra Atalanta e Torino è finita 0 a 0, in una salva di fischi assordanti, che stavano a significare il malcontento dei Quindicimila presenti per il modo con il quale le due squadre avevano disputato il secondo tempo. Diciamo subito che in tutto questo il Torino non c'entra direttamente, non sono stati i granata i primi a dar segno evidente di rinuncia, ma i neroazzurri locali. Anzi, i granata avevano fornito nel primo tempo una prestazione maiuscola, forse una delle migliori di tutto il campionato, non riuscendo a concretizzare in goal la loro superiorità per i soliti difetti della prima linea. Un primo tempo, dunque, accettabilissimo, che anche l'Atalanta aveva disputato con volontà e puntiglio, pur se era evidente la paura che attanagliava i suoi atleti. Che cosa è successo nell'intervallo per far mutare così radicalmente volto al tono della partita? Una cosa, semplicissima, che i padroni di casa (ancora coinvolti nella lotta per la salvezza) avevano appreso telefonicamente i risultati dei primi tempi delle gare in cui erano impegnate Sampdoria e Spal. Essendo in svantaggio sia la compagine ligure che quella emiliana, risultava chiaro che il pareggio era un risultato più che accettabile per l'Atalanta, tanto è vero che a fine partita Gardoni, capitano dei bergamaschi, non ebbe esitazione a dire: "Chi ce lo faceva fare a sbilanciarci, in avanti, con il rischio di essere poi infilati in contropiede?". Per questo motivo, dunque, l'Atalanta iniziò la ripresa al piccolo trotto, paga dello 0 a 0, e se un appunto si può muovere al Torino è quello di essersi lasciato irretire in questo trantran, di non aver più giocato con il ritmo della prima parte della gara. Insomma, per tutta la ripresa non si registrò un solo tiro in porta, da nessuna parte, e si finì addirittura in modo irritante, con giocatori impegnati a perdere il maggior tempo possibile. Una cosa che avrebbe anche potuto indurre l'arbitro a richiamare i rispettivi capitani per l'evidente scarso impegno agonistico. Logico che di fronte a questo stato di cose il pubblico, rovesciasse sugli atleti urla e fischi a non finire: in fondo, quello che si verificava in campo era una specie di presa in giro a chi aveva pagato il biglietto. Eppure, come abbiamo accennato, le premesse erano state ottime, specie da parte del Torino. Rocco aveva preferito Bolchi a Fossati per il ruolo di terzino poiché gli serviva un uomo di peso da contrapporre a Nova, e all'ultimo momento aveva deciso di affidare a Gualtieri la maglia n. 7. Poetti prendeva in consegna Danova e non gli faceva toccare la palla per tutta la gara, mentre Pestrin, Moschino e Ferrini dominavano a centrocampo, dove il solo Casati si opponeva loro con una certa efficacia. Dopo quattro minuti i granata avevano l'occasione buona per andare in vantaggio: Simoni metteva in azione Gualtieri sulla sinistra, che passava prontamente a Meroni; il centravanti con una finta si liberava di Pesenti e Gardoni, ma Pizzaballa gli usciva incontro e al granata non restava che tentare il pallonetto, dosando però male il tiro, che il portiere atalantino neutralizzava. Pronta risposta dei locali, con un gran tiro di Hichens: Vieri parava a terra senza trattenere, la respinta di Cereser veniva ripresa da Mereghetti, che spediva la palla a fil di traversa. Ma per l'Atalanta si trattava di un fuoco di paglia, poiché era il Torino a comandare in campo; con una volontà e un senso tattico insospettabili nell'ultima giornata del torneo. Il gioco fluiva rapido e piacevole dal centro campo, e in avanti Meroni gettava lo scompiglio nella difesa bergamasca. Anche Gualtieri si metteva in evidenza, ma insisteva troppo nell'azione personale, finendo così con il farsi bloccare da qualche avversario. E che la gara fosse assai sentita dal Torino lo dimostra il fatto che Rocco si fece richiamare dall'arbitro per aver borbottato contro la decisione di un segnalinee avversa ai granata. Insomma, una partita che prometteva emozioni e che finì invece con l'indispettire il pubblico, non fornendo nella ripresa che due appunti di cronaca: l'ammonimento di Poletti al 27° per gioco scorretto e l'infortunio di Bolchi al 32', che riportò la distorsione al ginocchio destro in un contrasto con Nova. |
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