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Comunale |
06/11/1966 |
h.14.30 |
TORINO - INTER 0-2 (0-1) Torino: Vieri, Poletti, Trebbi, Puia, Maldini, Cereser, Simoni, Ferrini, Meroni, Moschino, Facchin. All.: Rocco. Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarnieri, Picchi, Domenghini, Mazzola, Cappellini, Suarez, Corso. All.: Helenio Herrera. Arbitro: Pieroni di Roma. Reti: Facchetti 44', Mazzola 77'. Spettatori: 23.132 di cui 3.453 abbonati e 19.679 paganti per un incasso di 28.534.100 lire. Note: Cielo coperto, pioggia a tratti, terreno fangoso per le recenti piogge; calci d'angolo 5-4 per il Torino, ammonito Simoni per proteste. Cronaca [Tratto da La Stampa del 7 novembre 1966] E' difficile, in questi tempi, parlare dell'Inter senza ricordare il recente Italia-Urss in cui nove giocatori interisti hanno fatto parte della Nazionale. Anche ieri, per Torino-Inter, il confronto con la gara di San Siro veniva spontaneo. Sfiorando il paradosso, si può osservare che i granata hanno suscitato un'impressione migliore dei russi, mentre la squadra di Helenio Herrera in maglia nerazzurra è piaciuta un po' meno che nell'edizione tipo rappresentativa italiana. Con tutto questo l'affermazione della capolista, la settima consecutiva dall'inizio del torneo, è pienamente meritata per lo stile funzionale ed efficace con cui è stata ottenuta. Dall'uno a zero del successo sulla Torpedo - un successo riportato in due partite, una a San Siro dove gli interisti segnarono, l'altra a Mosca dove si pareggiò senza reti - all'uno a zero di Italia-Russia la storia della superiorità interista è tutta basata su pochi punti essenziali. Difesa sicura, sorretta dall'autorità di Picchi, terzini che sono pure degli abili attaccanti - ci s'è messo anche Burgnich ad imitare Facchetti - punte avanzate pericolose, regìa di Corso e Suarez (ieri non al massimo della forma), gioco scarno che diventa ancor meno legato allo spettacolo quando si è raggiunto l'obbiettivo di un goal. Il trainer del Torino aveva indovinato le marcature, affidando a Puja l'ingrato compito dì. Bloccare Corso e spostando su uno dei due centravanti avversari, precisamente su Mazzola, l'irruente Poletti. Quest'ultimo si è trovato talvolta in difficoltà, altro è giocare da terzino, altro da stopper; Puja invece ha contrastato validamente Corso, togliendo ai nerazzurri la principale fonte di gioco. Per il resto le coppie erano Ferrini-Bedin, Cereser-Cappellini, Meroni controllato da Guarneri, Moschino-Suarez ed i terzini sulle ali, ad eccezione di Poletti come si è detto. Maldini e Picchi, due maestri in fatto di esperienza, svolgevano l'abituale ruolo di difensori liberi. Le marcature risultavano attente ma senza uno schema rigido. Da una parte e dall'altra vi è stato come uno sforzo per dimostrare che ci si può difendere benissimo senza rinunciare all'attacco. Il Torino, in modo particolare, ha ripetuto con maggior brio ed utilità la tattica messa in opera nel derby con la Juventus. Si è difeso andando all'attacco. Questo naturalmente a prezzo di molti sforzi, poiché la superiorità dei neroazzurri non poteva essere compensata che da un maggior dinamismo dei granata. La squadra di Rocco, proprio per la intelligente mobilità, non ha tardato ad impegnare il portiere Sarti. Prima che Facchetti riuscisse con il suo goal improvviso a mettere k.o. con un colpo d'incontro i giocatori granata ed il loro morale, il Torino ha avuto in fatti ben quattro occasioni da rete. Al terzo minuto di gara una splendida azione in profondità Poletti Meroni, Simoni-Meroni metteva il centravanti torinese in condizione di segnare. Meroni, che ieri ha disputato una delle migliori partite della sua carriera superando in modo netto lo stopper della Nazionale Guarneri, calciava con potenza, ma Sarti con la punta del piede riusciva a deviare. Il portiere è stato fortunato, però è apparso anche pronto e soprattutto intelligente nel piazzamento. I nerazzurri si facevano vivi con un cross di Domenghini, (ieri all'ala al posto di Jair non del tutto guarito del male alla caviglia) quindi il Torino gettava ancora carte buone sul tappeto Al 18' Puja in posizione di estrema destra sferrava un forte traversone che rimbalzava su un nerazzurro, Picchi ci è parso: Sarti toccava con la punta delle dita e deviava sui palo. Poi, per due volte, Moschino ha avuto la palla da goal sul piede, ma trovandosi distante ha cercato di forzare e la sfera in entrambi i casi è terminata a lato. Con un po' più di fortuna il Torino avrebbe dunque dovuto trovarsi in vantaggio. Invece la buona sorte non lo ha sorretto e prima che si arrivasse alla metà gara gli ha voltato addirittura le spalle. Quarantaquattresimo minuto: un complicato fallo in cui Puja, Cereser e Ferrini sono a volta a volta piombati addosso a Bedin, fallo sia detto per inciso non a tutti apparso tale, viene fischiato dall'arbitro. Corso calcia da distante, Vieri interviene in tuffo senza però trattenere la palla. Facchetti, un terzino, si è portato nell'area opposta, invano ostacolato da Puja. Un tocco preciso. E' il goal su cui ha fatto perno tutto l'incontro. Da quel momento il Torino ha ancora continuato a lottare con slancio ma si è capito che a meno di una grossa distrazione da parte della difesa guidata da Picchi, il pareggio ben difficilmente si sarebbe verificato. Al contrario il contropiede degli interisti era sempre pronto a scattare con efficacia irrimediabile Questo appunto si è verificato. II Torino ha messo all'attivo un tentativo di testa di Facchin su cross di Trebbi e uni tiro di Meroni, una sicura parata di Sarti su Facchin ed un'altra su Simoni, ma è stata l'Inter a segnare. I nerazzurri, in contropiede come previsto, rispondevano al 33' all'azione con cui Facchin e Simoni avevano impegnato Sarti; Suarez allungava a Bedin e questi anticipando l'intervento di un difensore, dai limiti dell'area toccava a sinistra verso Mazzola. In piena corsa Sandrino metteva a segno il punto che lo pone oggi al primo posto tra i marcatori del campionato. Lo zero a due costituisce una conclusione amara per la bellissima partita disputata dal Torino, ma è anche una conclusione logica. L'Inter al Comunale è apparsa davvero molto forte. |
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