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Olimpico di Roma
24/12/1966
h.14.30
ROMA - TORINO 4-0 (1-0)
Roma
: Pizzaballa, Sirena, Sensibile, Scala, Losi, Carpenetti, Colausig, Peirò, Enzo, Tamborini, Barison. All.: Pugliese.
Torino: Vieri, Fossati, Pestrin, Puia, Maldini, Ferrini, Meroni, Moschino, Combin, Simoni, Facchin. All.: Rocco.
Arbitro: Lo Bello di Siracusa.
Reti: Colausig 27', Enzo 47', 54', Peirò 65'.
Spettatori: 36.103 di cui 14.374 abbonati e 21.729 paganti per un incasso di 26.745.000 lire.
Note: Tempo splendido, campo in ottime condizioni, ammonito Sensibile per gioco falloso.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 27 dicembre 1966]
Il Torino sabato scorso ha perso a Roma per 0 a 4. un risultato posante, un punteggio clamoroso, una sconfitta che deve preoccupare. Alla fine della partita, Rocco era demoralizzato; ha atteso parecchio prima di uscire dallo spogliatoio, ed ai giornalisti che lo circondavano per chiedergli le sue impressioni, il trainer granata ha detto semplicemente: ''Siamo venuti per allenare la Roma, e la cosa non mi è piaciuta affatto. Fare settecento chilometri per ricevere applausi e per buscare goals non è un programma allettante. Ma questo Torino gioca così. Forse può piacere agli avversari, non certo ai suoi tifosi ed ai suoi dirigenti. A me poi non piace affatto''. Non era una affermazione polemica, era forse la espressione accorata di un uomo deluso, e davvero il Torino visto a Roma è stato deludente. Sabato, la squadra granata ha giocato in modo abbastanza piacevole, ma la sua manovra era senza idee pratiche. Nella prima mezz'ora i giallorossi parevano sconcertati dall'azione dei torinesi. Sconcertati, ma attenti, anche perché se si esclude Combin (il migliore dell'attacco), tutti gli altri non hanno mai dato gran lavoro ai difensori locali. Rocco, che aveva dovuto rinunciare a ben quattro difensori - Poletti, Trebbi, Cereser e Bolchi - aveva tentato una impostazione tattica prudente, con Simoni mezz'ala impiegato a controllo di Colausig, con Moschino interno arretratissimo, con Ferrini e Pestrin dietro la linea dei mediani. Una tattica forse discutibile, ma logica. E' successo invece che sia per la controtattica di Pugliese sia per una certa confusione di alcuni elementi granata, il Torino si è trovato ben presto a manovrare a pieno regimo in zona di attacco. Avonzavano tutti, facendo proprio il gioco della Roma.. Così dopo mezz'ora circa di predominio tattico o tecnico dei piemontesi, ecco il primo goal romanista: per un fallo di Maldini su Tamborini, Lo Bello fischiava una punizione dal limite dell'area sulla sinistra di Vieri. Barison con un bellissimo tiro d'effetto colpiva la traversa, Puja di testa respingeva ed Enzo di sinistro saettava a rete. Vieri era superato, sulla palla interveniva Colaussi che di testa segnava (27'). Il Torino aveva lavorato molto ed era invece passata in vantaggio la Roma: tutti si aspettavano la reazione dei granata ed invece la squadra di Rocco ancora una volta ha dimostrato di mancare di quell'orgoglio e di quel temperamento assolutamente indispensabili por emergere sui nostri campi. Di fronte all'apatia del Torino, è successo così che la Roma ha arrotondato il bottino con notevole facilità. All'inizio della ripresa un errore di Ferrini (forse Tamborini ha commesso un fallo ma Lo Bello non è intervenuto) ha dato la palla a Tamborini, che ha servito sulla sinistra Enzo. L'atletico centroavanti giallorosso, superato facilmente Puja, è giunto in area però in una posizione difficilissima. Ha avuto comunque tempo di aggiustarsi la palla e di crossare. Vieri è rimasto ingannato dall'effetto impresso alla sfera, che è finita rotolando in rete (3'). Un goal alla Mortensen, ma un goal assurdo per la somma di errori che lo hanno determinato. Da quel momento la Roma ha preso a dominare. Compito lieve giocare bene sul 2 a 0, tanto più se l'avversario accetta la superiorità senza il minimo accenno di reazione. Ed al 9' è venuto il terzo punto: l'azione è nata da Peirò (ottima la sua gara), è stata condotta da Tamborini che ha servito ancora lo spagnolo. Maldini e Puja si sono ostacolati a vicenda, così che Peirò ed Enzo si sono trovati soli davanti a Vieri. Il tiro dell'attaccante spagnolo è stato malamente respinto da Vieri, ed Enzo poteva ancora far centro: 3 a 0. Al 21' Peirò (a cui Ferrini concedeva troppo spazio) veniva servito da Colausig, il tiro dello spagnolo finiva contro il palo, ma la palla tornava a Peirò che di testa realizzava: 4 a 0, con Pugliese che si agitava per invitare il pubblico a fare festa, con il Torino sconfitto ed umiliato, con la Roma in cattedra ad impartire lezione di tecnica. Ma in certe condizioni, cioè quando l'avversario praticamente non c'è o, se c'è, gioca al rallentatore, tutto riesce facile, e pertanto prima di osannare ad una grande Roma, conviene parlare ili un modesto Torino. Vorremmo dire troppo modesto, con una difesa fragile, con un centrocampo confusionario, con un attacco così assurdo per cui sta inaridendosi anche l'estro di Meroni. C'è da temere il peggio, e le preoccupazioni ed i timori di Rocco sono validi e giustificati. Che si può fare? Sabato a Roma non c'erano i massimi dirigenti della società, ma qualcosa si dovrà pur tentare per evitare i rischi di un torneo disputato in fondo alla classifica. Basterà un severo richiamo ai giocatori oppure si renderanno necessari rimedi più severi e radicali? La Roma ha avuto la fortuna di azzeccare il primo goal proprio nel bel mezzo dell'offensiva (forse fragile ma senza dubbio insistente) del Torino. Poi la squadra giallorossa ha meritato pienamente la vittoria: grazie a Peirò, che rimane il più accorto suggeritore di tutto il gioco della squadra. Enzo deve allo spagnolo buona parte del suo rendimento. La coppia si completa a meraviglia: Peirò è la mente, Enzo l'esecutore. Però ci è lecito chiedere se questa sia vera forza oppure se a rendere facile il gioco della Roma sia stata la fragilità del Torino. Il dubbio rimane, perché il Torino visto all'Olimpico è una ben povera squadra.