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Comunale |
22/01/1967 |
h.14.30 |
TORINO - NAPOLI 0-0 Torino: Vieri, Cereser, Fossati, Puia, Maldini, Bolchi, Meroni, Simoni, Fanello, Moschino, Facchin. All.: Rocco. Napoli: Bandoni, Nardin, Girardo, Ronzon, Panzanato, Emoli, Cané, Juliano, Altafini, Sivori, Orlando. All.: Pesaola. Arbitro: Sbardella di Roma. Reti: - Spettatori: 28.152 di cui 24.699 paganti per un incasso di 37.715.500 lire più 3.453 abbonati. Note: Giornata grigia, terreno in buone condizioni. Il Torino scende in campo con Vieri, Meroni, Cereser e Fossati febbricitanti e, quindi, praticamente a mezzo servizio. Al termine della gara Cereser presentava sintomi di angina. Ammoniti Girardo e Nardin per gioco scorretto, Altafini per ripetute proteste. Calci d'angolo 3-2 per il Napoli. Al 6' della ripresa Meroni ha picchiato la nuca sul terreno di gioco, riportando una lieve commozione cerebrale. Nel dopo partita ha dichiarato di aver giocato d'istinto tutta la ripresa. Prontamente visitato, è stato riaccompagnato a casa, dove dovrà restare in assoluto riposo per almeno 24 ore. Cronaca [Tratto da La Stampa del 23 gennaio 1967] Questo incontro fra il Torino ed il Napoli, che prometteva parecchio, è riuscito ad essere interessante, senza aver detto alcunché di concreto. Ambedue le squadre erano incomplete: il Napoli per l'assenza di Micelli e di Bianchi, ambedue influenzati, il Torino per avere Ferrini squalificato e Combin colpito da influenza lui pure. Li sostituivano Girardo ed Emoli, da una parte, e Bolchi e Fanello dall'altra. La giornata, più che fredda, era scura e coperta. Si trattava più di smog che di nebbia incombente. Aveva piovuto leggermente nella mattinata, e le condizioni di visibilità rimanevano ben cattive per tutta la partita. Gli spettatori pananti erano più di 28.000 dando luogo ad un incasso superiore ai 32 milioni di lire. Il terreno di giuoco era viscido più che gelato. Tutta la colonia napoletana di Torino era presente. L'incontro in sé fu disputato con velocità e con relativo accanimento. L'arbitro seppe contenere gli scontri entro i limiti della correttezza, e di casi di vera violenza se ne verificarono pochissimi. La prima metà del primo tempo vide i granata proiettati in avanti, alla ricerca di un immediato vantaggio. Fu, dopo della mezz'ora, che si ebbe un periodo di prevalenza del partenopei. Il primo tempo è stato il migliore ed il più avvincente dei due. Il periodo centrale della ripresa segnò un notevole decadimento del livello tecnico del giuoco. Poi gli scambi tornarono ad essere vivaci ed interessanti, ambe le squadre essendo tornate a fare uso della velocità a mezzo di azioni aventi il carattere del contrattacco. Ma, verso il termine, si notava chiaramente che la stanchezza faceva sentire i suoi effetti sugli elementi di ambedue le squadre. Di modo che da una parte e dall'altra, il risultato di parità finì per essere accolto con un sospiro di sollievo e quasi di soddisfazione. La caratteristica principale dell'incontro è stata quella dell'assenza di spirito conclusivo al momento terminale delle azioni. Assenza totale di decisione e di precisione. I tiri in porta furono tutt'altro che scarsi, ma finirono tutti o sopra la sbarra trasversale od a lato dei relativi montanti. Di modo che né l'uno né l'altro del due portieri è stato chiamato, nel corso dei novanta minuti della partita, a parate che si possano definire come veramente difficili. Forse, nel complesso, Bandoni ha avuto da sbrigare una maggior quantità di lavoro che non Vieri. Qualche buono sprazzo tecnico si verificò sporadicamente durante i novanta minuti di giuoco. Nelle file del Napoli, Sivori è stato, nel complesso, relativamente quieto: funzionò da ottimo distributore, da buon regista, senza impegnarsi soverchiamente dal lato fisico. Molto lavoro materiale fu invece compiuto da Altafini, senza successo nemmeno per lui nei tiri o nei tocchi conclusivi. Il vecchio juventino Emoli fu il primo a risentire della stanchezza: nell'ultima mezz'ora egli fu colpito da crampi e dovette venire sostituito da Juliano nella marcatura dei più pericolosi fra gli attaccanti avversari. Juliano stesso lo si vide raramente fra gli attaccanti suoi, occupato come fu, quasi costantemente, in compiti difensivi. Il terzino Girardo fu il più deciso - si potrebbe quasi dire il più cattivo - fra i partenopei. Nel secondo tempo egli atterrò Meroni in modo così brusco, che il granata, cadendo a riverso, per poco non riportò una brutta lesione e rimase come intontito fino al termine della partita. Ottima fra i torinesi la prova di Maldini, che sta attraversando un periodo di seconda giovinezza. Fu lui a domare completamente lo slancio a cui tentò dì ricorrere Altafini. E Moschino si portò da ragazzo intelligente, come visione generale del giuoco e come inscenatore generale di azioni. E Simoni, con lui, fece ottime cose dal punto di vista tecnico. Menzione onorevole merita pure il lavoro di Cereser, di Puja, di Bolchi e di Meroni, prima che venisse stroncato. La intera squadra granata giuoco con grande impeto, tenendo testa in modo lodevole, ad un avversario che, come virtù tecniche e giuoco collettivo certo la sovrasta. Un rilievo speciale merita il contegno del pubblico. La colonia napoletana si è portata correttamente ed il settore granata degli spettatori, senza sdilinguersi in esagerato appoggio per il Torino, si è astenuto totalmente da ogni gesto di disapprovazione o di protesta verso quegli elementi della squadra contro i quali era solito ultimamente di inveire. Buon segno. Il buon senso che torna gradualmente a regnare. |
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