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Comunale
05/02/1967
h.15.00
TORINO - LAZIO 1-1 (1-1)
Torino
: Vieri, Cereser, Fossati, Puia, Maldini, Bolchi, Meroni, Ferrini, Combin, Moschino, Simoni. All.: Rocco.
Lazio: Cei, Adori, Maggioni, Dotti, Pagni, Castelletti, D'Amato, Carosi, Morrone, Mari, Bagatti. All.: Neri.
Arbitro: Carminati di Milano.
Reti: D'Amato 40' (L), Meroni 43' (T).
Spettatori: 11.774 di cui 3.453 abbonati più 8.321 paganti per un incasso di 7.956.100 lire.
Note: Giornata fredda, leggera nebbia nel primo tempo, poi allontanata dal vento. Ammonito Morrone per proteste. Calci d'angolo 5-0 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 6 febbraio 1967]
Il Torino ha proseguito ieri nella serie di gare senza sconfitte che continua da sei giornate di campionato. I tifosi granata si attendevano però qualcosa di più dell'uno a uno realizzato a fatica dalla loro squadra contro la Lazio. L'undici romano, dimostrando di possedere una buona organizzazione di gioco ed alcuni elementi dalle ottime doti individuali, è andato in vantaggio con una magnifica rete realizzata da D'Amato al 40' del primo tempo ed è stato raggiunto quattro minuti dopo, su calcio di rigore messo a segno da Meroni e concesso per un fallo del giovane Maggioni su Nestor Combin. Nella ripresa la Lazio si è portata con maggiore insistenza all'attacco, ed è parsa sul punto di battere nuovamente Vieri. Soltanto nel finale, più con la volontà che attraverso una manovra razionale, il Torino ha bloccato gli avversari nella loro area, costringendoli ad una affannosa difesa. Le occasioni per realizzare il punto della vittoria sono toccate a Ferrini e Puja al 42' ed al 45' della ripresa, ma i colpi di testa dei due granata non sono andati a segno: il pallone deviato da Ferrini è passato alto sulla traversa, quello toccato da Puja è finito proprio dove era appostato il bravo portiere Cei. Il pareggio ha finito per premiare le due squadre secondo i loro meriti, anche se le manovre più incisive sono state eseguite dai laziali i quali, però, avevano il vantaggio di poter giocare in contropiede, la tattica più comoda e più facile. Il Torino, dopo aver vinto a Brescia e pareggiato a Ferrara proprio con tale modulo di gioco, ieri allo stadio ha dovuto subirlo: obbligati ad attaccare dal ruolo di ospitanti e dalia posizione arretrata della Lazio, i granata sono tornati alle manovre confuse ed improvvisate del periodo iniziale del campionato, Meroni, che rientrava dopo un periodo di riposo in montagna, ha fatto della gara soprattutto un duello personale con l'avversario diretto Maggioni: la lotta fra i due è stata vivace e spesso si è risolta a favore del giovane terzino prestato dalla Juventus alla Lazio. A parte l'esito dei confronti con il rivale, Meroni è apparso, come spesso gli accade, di poca utilità pratica nel gioco: il migliore dell'attacco è stato ancora una volta Nestor Combin, ripresosi con il passare dei minuti dopo un inizio quanto mai incerto. Meroni e Combin erano le due punte del Torino: nella ripresa si è portato più stabilmente in avanti anche Simoni, con il solo risultato di perdere l'incisività dimostrata nella prima parte della gara, quando partendo da posizione più arretrata riusciva ad inserirsi efficacemente in area laziale. A centrocampo, Ferrini ha lottato duramente con Carosi, ma ha sbagliato la misura di molti passaggi, mentre Moschino ha cercato come sempre di dare ordine al gioco ma con scarso successo in quanto l'assiduo marcamento cui i compagni erano sottoposti faceva sì che il novarese non sapesse mai dove indirizzare la palla. Poteva forse inserirsi in avanti Bolchi, ma il mediano - evidentemente timoroso di commettere errori - non si è mai sganciato dal controllo di Mari, quasi che la mezz'ala laziale fosse un Pelé o un Eusebio. Anche in difesa, di fronte alle rapide manovre di D'Amato, Bagatti e Morrone, il Torino ha avuto sbandamenti. Maldini, la cui classe non si discute ed ha avuto conferma anche ieri in alcuni sganciamenti in avanti, è parso tuttavia indeciso in alcune occasioni in cui proprio a lui sarebbe toccato l'intervento autoritario e risolutore. Ad esemplo, il goal di D'Amato poteva essere evitato se Maldini fosse entrato a tempo, approfittando del momento in cui l'attaccante si era allungato troppo la palla davanti a sé. Invece il libero granata è rimasto fermo al limite dell'area. D'Amato lo ha saltato in velocità ed ha poi battuto Vieri con un secco tiro basso. Per fortuna Fossati e Puja hanno giocato molto bene, ed anche Cereser al è difeso con attenzione. Il contropiede laziale si è dimostrato pericoloso fin dalle prime battute. Al 14' uno scambio Morrone-Bagatti metteva l'ala in condizione di passare verso il centro dove si era lanciato D'Amato: sul limite dell'area Cereser respingeva palla e.. Avversario, scatenando le reazioni dei romani, le cui proteste erano punite dall'arbitro con una punizione nei loro confronti. Quattro minuti dopo, Vieri doveva volare per anticipare Carosi su colpo di testa di D'Amato, al 33' il Torino superava la difesa avversaria con uno scambio Meroni-Combin, ma il violento tiro del centravanti era deviato da Cei in angolo. Nel finale del tempo, i due goals. Al 40' D'Amato scattava da centro campo lasciando indietro Fossati, evitava l'indeciso Maldini e batteva Vieri. Durante l'immediata reazione granata, Moschino lanciava Combin che in area veniva spinto da tergo da Maggioni. Meroni calciava il rigore, segnando sulla destra del portiere laziale. In apertura di ripresa anche il Torino si faceva più prudente, forse sperando di attrarre in avanti la Lazio e giocare poi a sua volta in contropiede. Combin si rendeva pericoloso al 15' costringendo Cei a deviare con un gran volo un suo colpo di testa su centro di Moschino; calciava il corner Simoni ed ancora Combin mandava la palla sul fondo, a filo del montante. Al 33' scattava la Lazio, Fossati al limite dell'area fermava la palla con le mani, si udiva il fischio dell'arbitro, ma D'Amato proseguiva e realizzava il direttore di gara ordinava la punizione dal limite contro il Torino, tra le proteste dei giocatori laziali che reclamavano l'applicazione della regola del vantaggio, e quindi la concessione del goal. Nel finale, Ferrini e Puja non sfruttavano le occasioni favorevoli già ricordate ed il risultato di parità non cambiava. Nessuno aveva meritato la vittoria.