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Comunale |
05/03/1967 |
h.15.00 |
TORINO - MANTOVA 2-0 (2-0) Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Maldini, Bolchi, Meroni, Ferrini, Combin, Moschino, Facchin. A disposizione: Sattolo. All.: Rocco. Mantova: Zoff, Scesa, Pavinato, Volpi, Spanio, Giagnoni, Spelta, Catalano, Di Giacomo, Jonsson, Salvemini. A disposizione: Girardi. All.: Cadé. Arbitro: Genel di Trieste. Reti: Facchin 13', Ferrini 24'. Spettatori: 11.301 di cui 3.453 abbonati e 7.848 paganti per un incasso di 7.434.000 lire. Note: Cielo nuvoloso, visibilitá buona, campo in discrete condizioni. Sul finire della partita Bolchi ha riportato uno stiramento alla coscia destra. Calci d'angolo 5-3 per il Mantova. Cronaca [Tratto da La Stampa del 6 marzo 1967] La cabala si è rotta. La macchina che pareva sorta appositamente per creare i risultati di parità, si è guastata. Mantova e Torino parevano, come detentrici del massimo numero di pareggi, dovessero anche questa volta chiudere alla pari. Ed in realtà, il fatto poteva avvenire anche questa volta. Perché, quando i padroni di casa già avevano segnato per la prima volta, gli ospiti riportarono le sorti alla pari con un bel tiro di Di Giacomo, ma l'arbitro annullò il punto per un puro fuori giuoco di posizione di un suo collega su segnalazione del guardalinee. Poteva voler dire parecchio, quel punto, se convalidato. Poi, subito dopo, il Torino pose al suo attivo la sua seconda rete, ed il due a zero, anche a seguito di una quantità di errori, rimase l'esito definitivo della partita. La quale, in sé e per sé, non disse gran che, dal punto di vista puramente tecnico. Il Torino, attaccando immediatamente in modo vivace, riuscì a dare vita ad un primo tempo interessante, e, per il pubblico anche entusiasmante. In esso, prima della mezz'ora e nello spazio di meno di una dozzina di minuti, i granata misero a segno i due punti che definirono il risultato della giornata. Due belle reti, gemella l'una dell'altra. Al 13° minuto un allungo di Bolchi mise in possesso Meroni all'ala destra. Questi, battuti i suoi avversari, mandava al centro un bel pallone a poco più d' mezza, altezza. L'altra ala, Facchin che si era portato al centro, piombava al volo sulla sfera, di testa la schiacciava in rete quasi a filo del montante sulla sinistra del portiere Zoff. Questi, gettandosi sulla sua sinistra, arrivava a sfiorare la palla ma non a trattenerla. Poco più di undici minuti dopo, l'azione si ripeteva in circostanze quasi identiche: unica differenza, il fatto che il centro questa volta, invece che dalla destra, veniva dalla sinistra granata. Era Combin che, portatosi in posizione di ala sinistra, centrava, ancora a mezza altezza in modo che il traversone pareva un autentico invito per gli uomini di centro. Sul pallone piombava, nuovamente al volo, Ferrini e con una forte zuccata lo deviava, ben fuori della portata di Zoff, nel preciso angolo della rete, sulla sinistra del portiere, dove poco prima era finito quello spedito da Facchin. Faceva due a zero, ed il pubblico, che finalmente vedeva i granata lanciati verso la vittoria, andava in solluchero Doveva essere, quel duplice successo, l'episodio, oltreché decisivo ai fini del risultato il più significativo, sotto l'aspetto tecnico, di tutto l'incontro. Era una conferma altisonante di cosa vogliano dire i tiri al volo. Tiri che non danno mercé al portiere avversario, che non viene messo in grado di giudicarne la traiettoria. La virtù di questo tipo di tiri - diventati così rari al giorno d'oggi - doveva ricevere una chiara conferma pochi minuti appresso quando ancora Combin, sempre sulla sinistra, piantato in asso l'avversario che su di lui si era gettato, con un tocco di rara maestria, avanzava ancora spediva al centro un pallone che andava a cadere proprio sul piede di Meroni che era accorso fin lì. L'ala destra granata era tutto libero da marcature e se avesse deviato, anche lui al volo, la palla, avrebbe voluto dire tre a zero per la sua squadra, senza ombra di dubbio. Meroni volle invece bloccare e prendere la mira e, quando fece partire il suo tiro trovò il piede di un difensore. Poco dopo, il terzino Poletti che rientrava in squadra dopo circa tre mesi di assenza, e che, per dare prova della sua ritrovata efficienza, effettuava frequenti puntate in avanti, partiva da posizione arretrata e, secondato dal compagni, andava a finire all'ala destra. Qui, su di un preciso passaggio di Combin, egli sfiorava il successo con un tiro diagonale di grande potenza. Il secondo tempo, nei confronti col primo, non aveva che uno svolgimento molto ma molto modesto. Il giuoco diventava subito confuso e caotico. La prevalenza territoriale era piuttosto degli ospiti, ma da una parte e dall'altra, venivano mancate occasioni da rete dalle ottime possibilità. Il più grave fra gli errori di questo tipo lo commetteva il granata Facchin, il quale, da un paio di passi e dalla posizione di mezz'ala destra spediva alto sopra la traversa un pallone che pareva impossibile non mandare a finire in rete Nel complesso, un Incontro alquanto fiacco e disordinato, ed un Torino che se avesse raccolto tutte le ottime occasioni di segnare che gli si sono presentate, avrebbe vinto per quattro o cinque reti a zero. In via di ripresa Poletti. Bolchi, a seguito di una lesione di una certa gravità ad una gamba, dovette rifugiarsi all'ala destra, verso la fine del secondo tempo. La vittoria fa effettivamente un gran bene al morale ed alla classifica dei granata, che scavalcano in graduatoria il Mantova stesso e si portano alla stessa altezza della Roma. |
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