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San Siro |
12/03/1967 |
h.15.00 |
INTER - TORINO 1-2 (0-2) Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bicicli, Guarnieri, Picchi, Jair, Domenghini, Cappellini, Suarez, Corso. A disposizione: Minussi. All.: Helenio Herrera. Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Maldini, Cereser, Meroni, Ferrini, Combin, Moschino, Simoni. A disposizione: Sattolo. All.: Rocco. Arbitro: Francescon di Padova. Reti: Meroni 17' (T), Puia 25' (T), Bicicli 60' (I). Spettatori: 51.946 di cui 38.971 paganti per un incasso di 52.946.800 lire più 12.975 abbonati. Note: Terreno molto allentato, cielo sereno, temperatura primaverile. Ammoniti per scorrettezze Burgnich e Puia, per proteste Meroni, Domenighini e Facchetti. Calci d'angolo 8-4 per l'Inter. Cronaca [Tratto da La Stampa del 13 marzo 1967] Quando l'arbitro Francescon fischiò la fine i cinquantacinquemila spettatori di San Siro ammutolirono. Alcuni tifosi granata sventolarono le loro bandiere, ma erano tentativi timidi per animare un paesaggio dì colpo diventato triste. Le radio-transistor gracchiavano gli ultimi risultati, si ebbe la conforma della vittoria della Juventus. Rocco corse in campo ad abbracciare Maldini, e tutti i torinesi festeggiarono il loro insperato successo. Insperato alla vigilia, perché la partita aveva invece dimostrato come i granata non avessero rubato proprio nulla. E la festa fu grande: il Torino aveva superato l'Inter sul campo milanese, un avvenimento che la storia del calcio non ricordava da molti anni, esattamente dalla stagione '52-'53. L'Inter campione non perdeva a San Siro da oltre due stagioni. I suoi giocatori apparivano provati dalla fatica e nervosi. Suarez ebbe un alterco con Francescon, accusandolo di non aver ricuperato il tempo perduto durante il gioco. Intervenne un guardalinee per accompagnare Suarez negli spogliatoi, mentre Picchi si intratteneva con l'arbitro cercando di minimizzare la portata delle proteste di Suarez. La gente intanto sfollava delusa. Molti dei cinquantacinquemila presenti erano accorsi per acclamare i neroazzurri trionfatori di Madrid e vincitori di Brescia, ed il successo del Torino aveva per la verità guastato la loro festa.. Ma diciamolo pure a chiare lettere: la vittoria dei granata era meritata sul piano del gioco, sul piano del rendimento dei singoli atleti e della squadra tutta. Migliori per condizione fisica, per decisione ed anche per entusiasmo. Che l'Inter sia più forte in campo tecnico (però non c'era Mazzola) era noto a tutti. Ma che vale una superiorità solamente teorica? Nulla. Rocco aveva visto giusto quando aveva impostato i suoi uomini sulla tattica della prudente copertura per non perdere. Se i contropiede dei granata sono giunti al successo pieno la colpa sta nelle file dei neroazzurri. L'inizio aveva presentato un Torino veramente superbo: decise le marcature, decise ma non cattive le entrate e buona la vena di Meroni, che creava serie difficoltà a Facchetti, regalandogli per giunta alcune autentiche figuracce. Proprio mentre i granata reggevano il confronto a testa alta, avanzava anche Maldini per servire in profondità Combin. Il centravanti scattò, con intuito, raccolse la palla e tirò a rete: Sarti intervenne e respinse verso il centro. Simoni, arretrato secondo le disposizioni di Rocco, intercettò il rinvio e lanciò sulla destra Poletti; abilissimo, il terzino deviò verso Meroni che stava in quel momento al suo posto naturale di interno sinistro. Meroni controllò la palla, se l'aggiustò e fiatando un cross, ingannò tutti. Sarti compreso. Il suo tiro è stato diabolico, la palla si innalzò come per volare via, ma al momento giusto ripiegò, sfiorò l'incrocio del pali e si adagiò in goal: una rete stupenda (17'). L'Inter quasi non reagì, ed il Torino sulle ali dell'entusiasmo continuò a comandare le azioni con l'autorità di una grande squadra. Difesa attenta, centrocampisti in perfetto e continuo movimento, attaccanti impegnati in rapidi contropiede. Non capivamo perché Herrera si ostinasse a lasciare Facchetti su Meroni. Il divario di rendimento nella giornata era enorme. Evidentemente anche i maghi sbagliano.., e difatti Meroni, servito da Moschino, sfuggiva a Facchetti per tirare secco a rete, Sarti con la punta delle dita deviava sul palo destro. L'azione continuava con Picchi, avanzava però Puja a contrastarlo, ed il takle serviva Simoni che rilanciava di fretta a Puja il quale, frattanto, aveva continuato la sua corsa. Palla al piede, il mediano granata superò la linea del rigore e mandò in goal con tiro radente: 2 a 0 al 26'. L'Inter era in evidente difficoltà, e la sua reazione non ebbe esito pratico sia per la franca prova dei granata sia per i troppi errori di Domenghini, di Corso, di Jair e dello stesso Suarez. Cappellini, solo ed isolato, non diede molti grattacapi a Cereser. Nella ripresa finalmente Herrera capiva la necessità di controllare meglio Meroni, ed il compito di custodia del beatle granata toccò al rigido Burgnich. Cappellini al 2' fallì una facile occasione, e poco dopo (7'), una fuga di Meroni permise a Combin di presentarsi solo davanti a Sarti. La palla svirgolò stranamente sul piede del franco-argentino e la grande occasione sfumò. Come per condanna venne la rete del neroazzurri a riaccendere una partita che pareva oramai decisa: punizione diagonale di Corso, con palla a Domenghini che serviva sulla destra Suarez, tocco intelligente e breve dello spagnolo, e gran tiro di Bicicli, contro cui Vieri non potè opporre valida barriera: 1 a 2 al 15'. Mezz'ora per ricuperare, ma i neroazzurri, ieri, non erano in giornata, ed il Torino sia pure con qualche apprensione potè raccogliere il frutto del bel gioco dimostrato nel primo tempo, rischiando in una sola occasione, al 32' quando un rabbioso tiro di Bicicli in piena mischia mandò la palla a schiacciarsi alla base del palo destro della porta di Vieri. Per uno strano effetto la sfera attraversò tutta l'area del portiere senza che nessuno potesse intervenire. Fu quello il vero ultimo episodio di gioco, gualche ripicco in campo, alcuni ammoniti (Poletti, Meroni, Puja, Facchetti e Burgnich), poi la fine. Una giornata veramente valida per il Torino, rientrato di colpo agli onori della cronaca per aver rilanciato l'interesse del campionato. Con pieno merito, con pieno elogio. |
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