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Wiesbaden Stadium
10/06/1967
h.18.15
EINTRACHT FRANKFURT - TORINO Sospesa al 77' sullo 0-0
Eintracht Frankfurt
: Siegbert, Kraus, Lindner, Krazyk, Schämer, Sztani, Huberts, Grabowski, Bronnert (al 46' Abbé), Bechtold, Lotz. All.: Schwartz.
Torino: Vieri, Poletti, Trebbi, Puia, Cereser, Bolchi, Simoni, Ferrini, Meroni, Moschino, Facchin. All.: Rocco.
Arbitro: Tschenscher (Germania).
Reti: -
Spettatori: 12.000 circa.
Note: Cielo sereno, giornata fredda, terreno in ottime condizioni. La partita venne sospesa al 77' per invasione di campo sul punteggio di 0-0 e omologata con il risultato acquisito al momento della sospensione. La gara venne disputata sul campo di Wiesbaden per l'indisponibilità del Waldstadion di Frankfurt.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 11 giugno 1967]
A Wiesbaden è successo un piccolo disastro. La partita valevole per la Coppa delle Alpi tra il Torino e l'Eintracht di Francoforte non ha potuto giungere al suo termine. E' stata sospesa a tredici minuti dalla fine dall'arbitro Tschenscher il medesimo che aveva diretto il confronto di Lisbona fra il Celtic e l'Inter per la finale della Coppa dei Campioni. Il direttore di gara aveva dimostrato fin dall'inizio di trovarsi in imbarazzo perché il gioco dei tedeschi era violento anzichenò. Il fischio d'avvio è stato dato alle ore 20 locali, che equivalgono alle 21 italiane. In quel momento le luci non erano ancora accese. Dopo un paio di minuti, Facchin, che si era portalo dall'ala sinistra all'ala destra e che dava prova di grande attività, veniva sgambettato al momento di entrare nell'area di rigore. Egli cadeva sulla spalla destra, riportando una lussazione, per cui doveva essere portato fuori del campo senza più rientrare. Il suo posto veniva preso da Baisi. Per lungo tempo il dominio fu tutto dell'Eintracht, il quale giocava con grande forza e grande vigoria, cercando evidentemente di rendere cauti gli avversari. Al 30' l'unico giocatore della squadra nazionale tedesca compreso nella formazione del Francoforte, Gravbowski, segnava, ma l'arbitro annullava giustamente il punto per fuorigioco del giocatore tedesco. Il provvedimento causava grande, clamore fra il pubblico. Comunque, nel corso del primo tempo, non avvenne nulla di straordinariamente grave, ma l'atmosfera già si faceva cupa cosicché si potevano quasi prevedere incidenti per il secondo tempo. Infatti nella ripresa i giocatori di Francoforte si lanciavano nuovamente all'attacco con foga e durezza. Essi avevano sostituito il loro centravanti Bechtold con Abbè. L'impeto dei tedeschi era eccessivo. Ogni due minuti un giocatore rimaneva steso a terra, o da una parte o dall'altra. Il pubblico prendeva decisamente a parteggiare per l'Eintracht, ma disapprovava con alte grida ogni volta che un giocatore granata rimaneva disteso a terra. In effetti i giocatori di Francoforte andavano sull'uomo sempre col piede in avanti. Ad un dato punto i giocatori del Torino presero a reagire e da quel momento ne successero di tutti i colori. L'arbitro interveniva in ogni occasione possibile. Meroni riceveva una quantità di colpi e finiva per non poter mai incominciare una delle sue azioni pericolose. Ad un dato punto, appena superata la mezz'ora di gioco, l'arbitro fermava le azioni e dichiarava ad alta voce, secondo quanto ci è stato poi detto, che, se il pubblico, che aveva invaso con un centinaio di persone il campo, non si decideva a sgomberare il campo stesso con immediatezza, egli avrebbe sospeso la partita. Malgrado ciò la ''caccia all'uomo'' continuava e prima l'ala sinistra Lotz e poi un altro tedesco che non fu possibile identificare cadevano a terra; uno di essi veniva portato fuori in barella. Allora i giocatori prendevano liberamente a fare a calci e a pugni. L'arbitro, forte della dichiarazione che aveva fatto prima, abbandonava il campo agitando le braccia e dicendo che per lui la partita doveva considerarsi come terminata. Da quel momento fu il caos in campo: gli spettatori entravano a centinaia sul terreno di gioco (detto fra parentesi questi spettatori saranno stati sì e no 12 mila; vi erano fra essi parecchi italiani che provenivano dalla zona e principalmente da Francoforte, ma il nucleo più forte era dato proprio dai sostenitori dell'Eintracht. I giocatori del Torino, passando attraverso il sottopassaggio sotto la protezione della polizia che aumentava di forze di mano in mano che gli inconvenienti continuavano, si rinchiusero negli spogliatoi e di lì non poterono più muoversi nemmeno per fare la doccia, che non si trovava negli spogliatoi. Chi scrive queste righe si venne a trovare coinvolto nella mischio ed assieme a un paio di dirigenti del Torino e a qualche calciatore ritardatario venne rinchiuso anch'egli negli spogliatoi senza possibilità di muoversi. L'assedio durò circa tre ore, col pubblico che picchiava ai vetri dello spogliatoio stesso, minacciando di romperli ad ogni minuto. Quando la polizia si sentì in forze bastanti per far fronte a quella piccola sommossa, allora si mise alla ricerca dell'autista dell'autobus che doveva riportare i torinesi all'albergo, ma l'autista era scomparso. Ci volle circa un'ora perché egli fosse ritrovato e perché poi egli potesse portare la macchina davanti ad un'uscita riservata. Una volta raggiunto l'autobus però non successe più nulla. Bisogna dire comunque che l'autobus stesso era protetto da un paio di auto della polizia. La partita può considerarsi come del tutto irregolare. Anche l'ambiente è apparso stranamente nervoso. La polizia voleva arrestare addirittura il vice commissario del Torino, Traversa, accusandolo di aver dato un pugno ad un tedesco, cosa che il signor Traversa escludeva in modo assoluto, dicendo di non avere mai colpito in simile modo nessuna perso un al mondo. C'è stato un invito da parie dei dirigenti del Wiesbaden, nel tentativo di metter pace fra le due squadre, ad una cena dopo la partita, quando si era già fra le 23,30 e le 24, ma il signor Traversa non ha accettato l'invito, dicendo che se le due formazioni si fossero trovate di fronte l'una all'altra anche a tavola, le ostilità sarebbero riprese. Così, soltanto dopo essere tornati in albergo, con mille stenti, i giocatori poterono finalmente sfamarsi poco prima dell'una. Era presente, con i dirigenti granata, il futuro allenatore della squadra torinese, Edmondo Fabbri, mentre da direttore tecnico fungerà fino alla fine del mese, prima che Fabbri possa prendere la squadra ufficialmente sotto il suo comando.