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Menti
24/09/1967
h.15.00
L.R.VICENZA - TORINO 1-0 (1-0)
L.R.Vicenza
: Negri, Volpato, Rossetti, Gregori, Carantini, Calosi, Bicicli, Gori, Vinicio, Demarco, Fontana. A disposizione Bardin. All.: Silvestri.
Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Bolchi, Meroni, Ferrini, Combin, Moschino, Corni. A disposizione Sattolo. All.: Fabbri.
Arbitro: Motta di Monza.
Reti: Vinicio 44'.
Spettatori: 11.530 di cui 6.756 paganti e 4.774 abbonati per un incasso di 9.638.800 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 25 settembre 1967]
Proprio vero che è opportuno mai dire bene di una squadra che pure si trovi in progresso di forma. Il gioco del calcio vive di queste contraddizioni. Meglio quindi essere sempre severi con tutti. Ecco l'esempio di questo incontro di apertura del campionato. Tutti dicevano male del Lanerossi: parecchi fra i suoi sostenitori parlavano apertamente della porta della serie B aperta e da infilare in piena corsa da parte della loro squadra. Si parlava invece molto bene del Torino che aveva fatto una buona preparazione e che appariva, dalle ultime prove, come lanciato verso il successo. Sul campo è avvenuto che i granata sono stati battuti, e ben battuti, per quanto di stretta misura, da una compagine alla quale non si dava molto credito da parte di nessuno. Il risultato è giusto. Esso è. attribuibile essenzialmente alla differenza di comportamento delle due compagini: i padroni di casa sorprendentemente veloci, gli ospiti invece inspiegabilmente lenti. I vicentini correvano impegnandosi a fondo in ogni particolare del gioco: arrivavano a piazzarsi ogni volta vantaggiosamente, giungevano primi su ogni pallone, sprizzavano energia e rapidità da ogni mossa che facevano. I torinesi, invece, pareva giocassero da fermi: aspettavano che la palla giungesse loro nei piedi, battuti nel possesso della sfera si facevano soverchiare in velocità pura ed in attacco non ne azzeccavano una. Essi avevano finito per mettere in campo tanto Ferrini quanto Bolchi e Puja e nessuno dei tre ha mostrato di dolersi dei malanni che ne avevano messo in dubbio la presenza precedentemente. Come mercoledì scorso nel caso dell'altra squadra torinese, ogni uomo rivestente la magliai granata appariva lento, involuto, confusionario in tutto quello che faceva, e si sperò invano che, nel secondo tempo, l'avversario desse segni di stanchezza per lo sforzo sostenuto. Il Lanerossi resse alla fatica fino al termine dell'incontro e all'ultimo istante correva ancora così velocemente come al primo. La partita cominciò appunto con i veneti lanciati in avanti come tantiaculei pungenti e con i granata in difficoltà. Le magre speranze che si nutrivano nell'ambiente per la squadra locale avevano fatto sì che poco più di undicimila persone, di cui 6700 circa paganti, fossero presenti. Il campo si trovava in buone condizioni e la temperatura, con il sole splendente, era assai superiore a quella attuale di Torino. I primi minuti di gioco sono stati tutti a vantaggio del Vicenza. Già al 13' Vinicio si proiettava su un tiro di punizione proveniente dalla destra, e di testa mancava di poco il bersaglio. Quell'episodio bastava per risvegliare l'entusiasmo dell'esiguo pubblico a favore del giocatore sudamericano che, sostenuto da incoraggiamenti di ogni genere, prendeva a trottare anche lui come, un forsennato. Fortuna che Vieri era a posto: egli doveva intervenire su tiri da vicino e da lontano. Fra i difensori granata, dopo un buon inizio di Fossati, Cereser era l'unico che desse prova di energia: forse fin troppo. La prima linea però non arrivava a combinare assolutamente nulla di buono: Meroni, tenendo al solito esageratamente la palla, incassava botte su botte, e Combin non riusciva a farsi luce in alcuna occasione. In tutto e per tutto Meschino da un lunghissimo centro dall'ala sinistra mandava la palla a finire, sulla faccia superiore della sbarra trasversale vicentina. Continuava quasiininterrottamente lo sforzo dei padroni di casa e già pareva che il primo tempo dovesse chiudersi senza nulla di fatto quando, a due minuti dal segnale del riposo, giungeva quasi di sorpresa il punto che doveva decidere dell'esito della partita. Per un fallo commesso da Cereser su Gori l'arbitro decretava una punizione contro i torinesi sulla loro sinistra, qualche metro fuori dell'area di rigore. Pareva dovesse eseguire il tiro Demarco, ma questi eseguiva una finta e scattavainvece in avanti. La legnata bassa di Vinicio era fortissima. Senza alzarsi da terra la palla infilava un corridoio rimasto miracolosamente aperto in quella selva di gambe e andava a finire di precisione nell'angolo basso della rete torinese, quasi a filo del montante sulla destra di Vieri che, a visuale completamente coperta, non poteva gettarsi tempestivamente in tuffo. Precisamente come nulla doveva risultare per tutto il secondo tempo la reazione, ad azioni sporadiche, dei granata. Nel corso della ripresa il gioco non manteneva più un carattere tanto unilaterale. Qualche avanzata dei granata dava lavoro a Negri, ed un tiro di Combin su passaggio di Meroni metteva in imbarazzo il neo portiere vicentino. Ma lo slancio e i tiri da vicino e da lontano di Gori, di Vinicio e del loro compagni continuavano a gettare l'allarme nelle file dei granata. I quali proprio non riuscivano a concludere nulla di positivo. Cedevano Combin e Bolchi, non ne azzeccava una Meroni, Moschino era sempre in posizione molto arretrata e, per quanto negli ultimi dieci minuti il Torino mostrasse un qualche grado di prevalenza, il risultato più non subiva modificazioni.