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Comunale |
22/10/1967 |
h.14.30 |
JUVENTUS - TORINO 0-4 (0-2) Juventus: Colombo, Gori, Leoncini, Bercellino, Sarti, Salvadore, Simoni, Del Sol, Zigoni, Sacco, Menichelli. A disposizione Fioravanti. All.: Heriberto Herrera. Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Trebbi, Agroppi, Carelli, Ferrini, Combin, Moschino, Facchin. A disposizione Sattolo. All.: Fabbri. Arbitro: Francescon di Padova. Reti: Combin 3', 7', 60', Carelli 67'. Spettatori: 56.204 di cui 50.800 paganti per un incasso di 70.500.000 più 5.404 abbonati. Note: Giornata di splendido sole, temperatura ideale, terreno in perfette condizioni. Poco prima del fischio d'inizio, da un aereo, è caduto un cofanetto di fiori: grandissima la commozione per il ricordo di Gigi Meroni, da parte di tutto il pubblico presente, a prescindere dalla fede calcistica. Ammoniti Trebbi e Agroppi per gioco falloso, Sacco per proteste. Calci d'angolo 9-3 per la Juventus. Cronaca [Tratto da La Stampa del 23 ottobre 1967] Una partita, questa, che quasi meriterebbe maggiormente un commento morale che non una descrizione tecnica. Una partita che è un piccolo inno al valore del carattere. Una partita che è come una conferma di quella grande legge di natura che vuole che spesso, dalle grandi disgrazie - dalla morte stessa - scaturiscano reazioni insospettate di energia e di vigoria. Il Torino ha fornito ieri una prova dei tesori di forza morale che teneva in serbo. Alla morte del suo Meroni ha risposto con la volontà. Ci ha ricordato quel battaglione alpino che visto cadere il proprio comandante, conquistò - in Albania - la cima e portò il superiore, morto, colà dove egli aveva giurato di giungere vivo. Carattere. La squadra entrò in campo unita, compatta, chiusa nella volontà di vendicarsi della mala sorte. Ed ancora non erano trascorsi tre minuti dall'inizio dell'incontro, che già essa si trovava in vantaggio. E, decorsi altri tre minuti, già aveva raddoppiato il vantaggio. C'entrava un po' il caso in quella doppia prodezza iniziale. Un caso, che, come spesso succede, avendo letto nell'animo schietto degli uomini, aiutava il destino. Nell'ottenimento della prima delle due reti venne a mettere il suo zampino un rimbalzo inaspettato del pallone. Calciata da Combin su calcio di punizione da fuori area, la sfera picchiò sulla linea bianca dell'area della porta, e rimbalzò alta invece di strisciare bassa ed il portiere Colombo se la vide passare alta sopra il corpo già proiettato in tuffo. E uno. Tre minuti dopo, Combin, che dalla sinistra era venuto a convergere al centro, faceva partire un gran tiro verso la sua sinistra. Se la traiettoria del pallone fosse proprio quella intenzionale è un po' difficile stabilire. Fatto sta che il pallone stesso percorse la maggior parte della distanza in volo teso, e poi, afflosciandosi, andò a cadere nell'angolo alto della rete, sulla destra del povero Colombo. Il quale, fin lassù non poteva arrivare. Faceva due a zero, dopo di appena sei minuti di giuoco. Il centrò avanti franco-argentino del Torino, che aspirava a dedicare, proprio in questa partita, una rete alla memoria del suo compagno ed amico Meroni, poteva dedicarne un paio. Prova, questa, che l'omaggio era veramente sentito. Da quel momento, l'undici granata prese a comportarsi come sotto la spinta di una ispirazione. Sentiva la causa. La Juventus ' reagiva con lena, e, territorialmente, dominava. Ma il Torino reggeva con fermezza. Non faceva confusione. Qualche entrata un po' dura di Trebbi, il sostituto di Cereser, contravveniva in qualche modo alla regola di correttezza che imperava sul giuoco, ma i difensori granata, muovendosi con grande sincronia e coprendo l'uno gli eventuali errori dell'altro, rompevano tutte le offensive, bloccavano tutto. Ed il portiere Vieri forniva ai suoi compagni un raro esempio di calma e di antiveggenza. Gli attaccanti bianconeri ottenevano tutta una serie di calci d'angolo sulla sinistra e sulla destra, ma nulla più. Zigoni divagava un po' su di un'ala, un po' sull'altra, ma non arrivava a concludere nemmeno lui. Del Sol faceva, al solito, un gran lavoro, ma trovava sempre chi finiva per fermarlo. Non sipassava e la controffensiva del Torino era ogni volta pericolosa. Era Bercellino che riusciva spesso a bloccare la furia scatenata di Combin. Proprio sul finire del tempo una bella avanzata di Carelli lanciava ancora una volta Combin stesso, e l'attacco veniva stroncato miracolosamente in extremis. Due a zero per gli ospiti a metà tempo. Tutta la Juventus proiettata in avanti, alla ripresa. I bianconeri dominano, ma vengonoogni volta respinti. Tutta una numerosa parte del pubblico aiuta e sostiene i granata. I juventini non passano nemmeno quando, colto Vieri fuori posizione, Simoni spara nella porta rimasta scoperta: la gamba d'un terzino giunge in tempo a deviare il tiro. Non si passa. Passa invece ancora una volta il Torino. Ancora Combin sgattaiola via fra tutti, riprende un passaggio dalla sinistra, ed ostacolato a metà da Salvadore, devia in rete da pochi passi. Fa tre a zero, e praticamente l'esito della partita già sta scritto. Gori, già rimasto vittima di una distorsione nel corso del primo tempo, è andato a finire fra gli attaccanti ed ogni tanto rimane a terra. E, per la quarta ed ultima volta, il Torino sfonda e segna. Carelli la spunta su Leoncini, gettandosi alla disperata su di un allungo sulla destra: viene fatto oggetto di una carica fallosa, ma riesce a stare in piedi e l'arbitro gli concede la regola del vantaggio. Va avanti e batte Colombo, che, impaurito, non sa più che pesci pigliare. E' la fine di tutto. La Juventus continua ad attaccare, ma si disunisce e si urta come contro di un muro che presenta tutti i valichi chiusi. Il Torino, come sotto l'effetto di una ispirazione superiore, vince per quattro reti a zero. E, quando l'arbitro fischia il termine della tenzone, parte del pubblico rimane attonita, quasi incredula, e parte osanna, e, dopo le lagrime sparse in settimana, va ora letteralmente in delirio. |
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