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Comunale
29/10/1967
h.14.30
TORINO - S.P.A.L. 1-0 (0-0)
Torino
: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Trebbi, Agroppi, Carelli, Ferrini, Combin, Moschino, Facchin. A disposizione Sattolo. All.: Fabbri.
S.P.A.L.: Cantagallo, Pomaro, Tomasin, Bertuccioli, Bozzao, Reja, Massei, Parola, Reif, Lazzotti, Brenna. A disposizione Cipollini. All.: Petagna.
Arbitro: Genel di Trieste.
Reti: Carelli 47'.
Spettatori: 23.396 di cui 4.140 abbonati e 19.256 paganti per un incasso di 18.472.000 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 30 ottobre 1967]
Ieri, allo Stadio Comunale, s'era verso il trentacinquesimo minuto della ripresa,il Torino stava vincendo per 1 a 0, contro una Spal, che, alla resa dei conti, dava ragione ai timori espressi da Fabbri alla vigilia. La squadra ferrarese, infatti, reggeva bene il confronto, di tanto in tanto si faceva pericolosa. Ma la partita, ormai, s'avviava verso la fine, senza promettere grosse emozioni e gli spettatori, come sempre succede, seguivano la gara un po' distratti, guardandosi le fasi della partita, ma anche prestando orecchio alla trasmissione della radio, che, in rapida carrellata, raccontava quanto andava capitando negli altri incontri. D'un tratto, un urlo. La radio aveva informato che, all'Olimpico, la Roma era stata raggiunta dall'Atalanta. Il Milan pareggiava con la Juventus, il Bologna addirittura perdeva ed il Torino, se i risultati fossero rimasti tali e quali sino allo scadere del novantesimo minuto, si sarebbe trovato in testa alla classifica. L'urlo improvviso si trasformò in un incitamento a gran voce, la partita, da scialba che era si infiammò dell'interesse di un'ansiosa attesa. Ancor qualche brivido in campo, la Spal proprio non voleva arrendersi. Poi, il fischio finale dell'arbitro. E infine l'esito delle gare di serie A. Una sfilza di conferme ai risultati che già si sapevano, una sfilza di conferme salutate da un'esplosione di gioia. Perché il Torino era davvero al comando della graduatoria, sia pur in compagnia della Roma; e si ridestava così, di colpo, un entusiasmo nuovo, mille vessilli granata garrivano al vento. Bisognava andar indietro nel tempo, bisognava contar a ritroso diciotto anni bisognava risalir ai giorni del Grande Torino di Mazzola e di Loik, per ritrovar i granata in testa, a torneo ormai avviato, non cioè dopo la prima o la seconda giornata. E, mentre sugli spalti si ripeteva un applauso lungo e nutrito, negli spogliatoi, i dirigenti, a poco a poco, assaporavano una soddisfazione intensa. Tutti i responsabili granata, nella felicità del momento, pur senza eccedere in dichiarazioni macchiate di vana presunzione, già guardavano al futuro. Primi in classifica. Un onore, d'accordo. Ma anche un grosso impegno, da sostener con slancio e con passione. E quasi quasi si era portati a dimenticar la partita con la Spal, una partita appena conclusa con una vittoria, una partita che, conclusa bene, pure aveva fatto vivere qualche attimo di perplessità. Nulla di imprevisto, intendiamoci. Il confronto era difficile. I granata venivano dal successo contro la Juventus e Fabbri non s'era stancato di ammonire della necessità di non illudersi troppo. Bella, per il Torino, era stata l'affermazione nel derby. Ma la Spal, ultima in classifica, si presentava come avversaria pericolosa, che non andava sottovalutata, i ferraresi, così poveri di punti, si sarebbero impegnati allo spasimo per cercar di risalire la corrente. E, in effetti, la Spal s'è battuta bene, con slancio, con coraggio, con abilità. Massei, nel ruolo di libero, sorreggeva una gagliarda difesa, e la compagine allenata da Petagna di tanto in tanto abbozzava azioni in contropiede, rapide e pericolose, impostate da Reia, ottimo mediano, e risolte, per lo più, da Reif, sbrigativo centravanti. Il Torino si trovava di fronte ad un compito forse più arduo ancora di quanto fosse lecito prevedere, e, a complicar le cose. Facchin sbagliava due facili occasioni da rete, mentre Cantagallo, il portiere che nella Spal sostituiva Mattrel si produceva in un paio almeno di interventi davvero di classe. I granata esercitavano un indubbio predominio, però non riuscivano a tradurlo nella sonante moneta del goal. Ed anzi, con il trascorrere dei minuti, i ferraresi davano l'impressione di accelerare il ritmo: in due occasioni, manovrate benissimo, senza però trovar un compagno di squadra capace di farsi luce al momento risolutivo. Il Torino premeva, spesso in modo un po' disordinato. Faceva gran gioco, non s'apriva però il varco per passare, tanto da far pensare allo spettro di uno 0 a 0. Senza reti, l'intero tempo. Quindi, alla ripresa, subito l'episodio che doveva esser conclusivo. Secondo minuto. Poletti dava il pallone a Combin, che, dopo essersi tirati addosso tre avversari, passava a Carelli. Tiro fulminante, il pur bravo Cantagallo era costretto ad arrendersi. La fine di un incubo, la manovra dei granata si spiegava libera da affanni. Il Torino avrebbe I potuto segnare ancora. Sfiorò la seconda rete due volte con Ferrini, una volta con Combin e due volte con Carelli che, ormai rinfrancato, colse un palo (al 36') e si l vide parare da Cantagallo (al 39') un tiro eccezionalmente indovinato. Però ci sembra giusto sottolineare che la Spal andò ben vicina al pareggio ed ai suoi attaccanti mancò spesso solo un briciolo di fortuna per con eludere ben combinate trame di gioco. E' quindi comprensibile che, negli spogliatoi, i ferraresi recriminassero sul risultato. Perché la Spal, ineffetti, almeno a giudicare dalla prova sostenuta ieri, vale ben di più del suo piazzamento in classifica ed allinea nei ranghi atleti che, come Reia, come Lazzotti, come Reif, troverebbero posto in compagini di ben maggiore rilievo. Comunque, il Torino nullra ha rubato. Ha conquistato una vittoria senza brillare - questo è vero -, a tratti è stato messo in difficoltà dal gran movimento degli avversari. Ma la difesa granata è sempre salda, a centrocampo Moschino e Ferrini mettono a frutto una valida esperienza. Qualche nota stonata in prima linea. Dove però s'è confermato una volta di più Carelli. Un bilancio, insomma, positivo. Nessun incidente di rilievo: Combin s'è prodotto un lieve stiramento dorsale. Trebbi ha buscato un colpo ad una gamba. Mali di poco conto. La squadra, nel suo complesso, pure in una giornata non entusiasmante, è salita in vetta alla classifica. E promette ora di raddoppiare l'impegno. Nessuna vana presunzione. Il desiderio piuttosto di tener duro, il più a lungo possibile, in una posizione che, d'incanto, ha riportato indietro negli anni. Una vecchia passione ha palpiti nuovi.