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Comunale di Bergamo |
05/11/1967 |
h.14.30 |
ATALANTA - TORINO 1-1 (1-0) Atalanta: Cometti, Pesenti, Nodari, Tiberi, Cella, Signorelli, Danova, Salvori, Savoldi, Dell'Angelo, Rigotto. A disposizione Valsecchi. All.: Tabanelli. Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Agroppi, Bolchi, Carelli, Ferrini, Combin, Moschino, Facchin. A disposizione Sattolo. All.: Fabbri. Arbitro: Pieroni di Roma. Reti: Savoldi 3' rig. (A), Moschino 75' (T). Spettatori: 22.254 di cui 7.754 abbonati e circa 14.500 paganti, il dato esatto non è stato comunicato. Cronaca [Tratto da La Stampa del 6 novembre 1967] Il Torino, sceso in campo a Bergamo con l'intenzione di impostare la partita su un'accorta tattica difensiva, di colpo, dopo tre minuti soltanto, si è trovato in svantaggio. Un'azione d'attacco dell'Atalanta proiettava in avanti, sulla destra, Salvori, che eseguiva verso centro campo un passaggio apparentemente non troppo pericoloso. Sulla traiettoria, appena dentro l'area di rigore, c'era Moschino, che tentava di intercettare, ma la palla, con una strana carambola sfiorava la gamba e toccava il braccio della mezz'ala granata. Fallo intenzionale o no? Un attimo di esitazione. Poi si udiva il trillo del fischietto dell'arbitro, che sanzionava il rigore. Tirava Savoldi: goal. Una doccia fredda per i granata, mentre, sugli spalti, le folte schiere di tifosi che sostenevano il Torino s'invelenivano di rabbia e cominciavano un serrato duello (per buona sorte verbale..) con gli spettatori di parte avversa. I granata, che già avevano dovuto rinunciare a Trebbi, sostituito nel ruolo di libero da Bolchi, dovevano, d'improvviso, rivedere i piani e la cosa non era facile, dal momento che l'Atalanta, compagine fresca, giovane e ricca di brio, si buttava all'arrembaggio, sullo slancio di una rete conquistata con fatica (e con merito) cosi relativi. Un brutto momento, per il Torino. Al 12' un pallonetto insidioso di Dell'Angelo sfiorava la traversa e finiva fuori, un minuto dopo Puja interveniva su un tiro di Salvori e dava il brivido di un possibile autogoal. Un brutto momento davvero e chissà quante squadre non avrebbero trovato lo slancio di reagire e sarebbero andate alla deriva. Ma i granata dì Fabbri rappresentano una solida realtà. Di fronte al pericolo di un crollo, hanno saputo reagire e, a poco a poco, superata l'ansia e vinto l'orgasmo, hanno dato un altro volto alla partita. La retroguardia, con Puja che marcava alla perfezione lo svelto Savoldi, lavorava ormai senza affanno e, sotto la spinta generosa di Moschino, di Agroppi, di Ferrini, gli attaccanti prendevano a spingersi in avanti, con azioni magari confuse, ma sempre vivacissime. Impossibile, ricordarle tutte. Ma due bisogna comunque segnalarle. Una capitava al 22', allorché Facchin, in area di rigore mentre stava per raccogliere un passaggio di Combin, veniva spostato con notevole energia da Pesenti e l'arbitro, così severo a giudicare il fallo di Moschino, se ne stava zitto. La seconda si verificava verso lo scadere del tempo, quando Fossati, a pochi metri da Cornetti, si trovava nella migliore delle occasioni per raggiungere il pareggio e, sbadatamente, metteva a lato. Due episodi di rilievo, che, per i granata, avrebbero potuto significare un meritato 1 a 1, Ed invece le squadre rientravano negli spogliatoi con il Torino ancora in svantaggio, mentre cominciava a serpeggiare il timore che ben difficile sarebbe stato raddrizzare le sorti di un incontro che pareva segnato dal destino. Le fasi Iniziali della ripresa non mutavano, la fisionomia della gara, il Torino sviluppava gran mole di gioco, ma non centrava il bersaglio e l'Atalanta, dal canto suo, si muoveva con disinvoltura, e, di tanto in tanto, controbatteva in rapidi contropiede e, ogni volta, suonava, per Vieri, il campanello d'allarme. Il match, a tratti, si faceva duro, spigoloso, con i nervi a fior di pelle. I granata, con orgoglioso puntiglio, non s'arrendevano, Puja al 5' di testa colpiva il palo, Combin, al 7', obbligava Cometti ad una bella parata, al 12' il portiere bergamasco fermava ma non tratteneva la palla, giungeva di corsa Facchin, il cui bolide si smorzava casualmente su una gamba di un difensore avversario, al 21' Ferrini calciava al volo, sul pallone piombava Combin che falliva la conclusione di un soffio. Mezz'ora di gioco,qua e là qualche scontro, per buona sorte senza guai seri, con un arbitro che quasi divertiva ad impartire ammonizioni a destra ed a manca ed a spezzettare le azioni, nella paura di guai. Si giungeva al 31'. Fallo su Carelli, la punizione veniva tirata da Bolchi, che serviva,lo stesso Carelli. La giovane ala destra, con splendida scelta di tempo, intravedeva un varco e lanciava Moschino. Moschino scartava Cella, dribblava un altro atalantino, arrivava in zona giusta e scoccava il tiro. Goal! E gli spalti si accendevano di mille vessilli granata, questo Torino che tiene duro, d'incanto ha ritrovato l'incoraggiamento e la passione dei tifosi. Ultimo quarto d'ora al piccolo trotto. Il pareggio - giusto - accontentava i contendenti, molti dei quali avevano ormai il fiato mozzo dalla fatica. Alla fine, tutti, sostanzialmente, soddisfatti, Con Fabbri a dire che l'Atalanta è fior di squadrone e che saranno in parecchi a constatare quale trabocchetto rappresenti la trasferta a Bergamo. E con Tabanelli a magnificare le doti del Torino, da lui ritenuto, per lo meno, sul livello della Roma capolista. Effettivamente, nerazzurri e granata sono una fresca realtà dell'attuale torneo. Giocano e lasciano giocare, senza esasperare tattiche ostruzionistiche. E conoscono il secreto di un bel football, veloce e divertente. Nelle file dei bergamaschi, ottimo è stato Cella, nelle, funzioni di libero. Savoldi, controllato molto bene da Puja, ha reso un po' meno di quanto si prevedesse. Al suo posto; si sono messi in luce Dell'Angelo, infaticabile lavoratore, Danova, Signorelli. Per i granata e per Fabbri, un caldo elogio in blocco. L'andare in svantaggio, su discutibile calcio di rigore al terzo minuto, ha costituito una specie di trappola nella quale si poteva inciampare a tradimento. Il Torino non ha perso la testa. Ha serrato i ranghi con calma, ha superato la burrasca, piano piano ha risalito la china, pure avendo difronte tuia compagine svelta e sbrigativa come l'Atalanta. I granata, forse, avrebbero anche potuto vincere. Ma un pareggio, conquistato in queste circostanze, e risultato da non disprezzare. E serve di buon augurio per il futuro. |
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