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Martelli |
26/11/1967 |
h.14.30 |
MANTOVA - TORINO 0-0 Mantova: Bandoni, Scesa, Corsini, Pavinato, Spanio, Giagnoni, Spelta, Catalano, Di Giacomo, Micheli, Salvemini. A disposizione Girardi. All.: Cadé. Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Agroppi, Bolchi, Carelli, Ferrini, Combin, Moschino, Facchin. A disposizione Sattolo. All.: Fabbri. Arbitro: Di Tonno di Lecce. Reti: - Spettatori: 10.235 di cui 3.800 abbonati e 6.435 paganti per un incasso di 9.580.000 lire Note: Tipica giornata di mezzo inverno, umidiccia e fredda, calci d'angolo 3-2 per il Torino, ammonito Facchin per proteste. Oltre mille i tifosi del Torino presenti sugli spalti, provenienti con un treno speciale e numerosi mezzi privati. Cronaca [Tratto da La Stampa del 27 novembre 1967] Dalla stazione di Mantova, ieri, nel tardo pomeriggio, è partito un treno di gente felice. Sette vagoni, un migliaio di persone, cento e cento bandiere festose a sventolare dai finestrini. Qualche urlo di evviva, a voce un po' roca, come lieto saluto, Erano i tifosi del Torino, che tornavano a casa dalla trasferta, ben contenti di come avevano trascorso la domenica. A conti fatti, la realtà - per loro - aveva un piacevole aspetto. Perché, se i granata di Fabbri non erano andati più in là dello 0-0, anche il Milan aveva pareggiato e la Roma capolista addirittura era incappata nella sconfitta. D'accordo, bisognava considerare la vittoria del Napoli: ma, gira e rigira, il caleidoscopio dei risultati, alla fine, offriva un quadro soddisfacente, giusto con il Torino di nuovo al comando della graduatoria, sia pure in coabitazione con ilMilan, con la Roma e con il Napoli. Lo 0-0 insomma, era bastato e, così come erano andate le cose, nemmeno si poteva recriminare su un successo malamente sfuggito di mano. La gara: nel suo complesso non certo entusiasmante, ma combattuta, aveva rispecchiato infatti un equilibrio di valori, quasi per dar ragione a Fabbri, che, lungo l'intera settimana, era stato se non pessimista almeno prudente nelle sue previsioni. Fabbri temeva questo match, aveva avvertito un lieve calo nel rendimento complessivo della sua squadra e, d'altra parte, sapeva che il Mantova si sarebbe gettato a testa bassa nella mischia, per sfuggire dagli inciampi della zonaretrocessione. E la partita, una volta tanto, ha rispettato i pronostici, i granata sono stati meno brillanti che in altre occasioni, mentre i mantovani, invece, hanno fornito una prova superiore persino a quanto fosse lecito aspettarsi. Ne è nato così un incontro teso, a tratti ardente ed a tratti confuso, dominato forse dal timore di perdere: e il pareggio è soluzione logica, accettata di buon grado da entrambi i contendenti. La cronaca, non ricca di episodi, rispecchia fedele questo equilibrio sostanziale. Le azioni di spicco sono state poche, al 10' uno spintone di Pavinato ad Agroppi in area di rigore non rilevato dall'arbitro, qualche discreto intervento di Bandoni (tornato a difendere la rete del Mantova, in sostituzione di Girardi, per una improvvisa decisione dell'allenatore mantovano Cade), al 44' uno splendido intervento di Vieri che salvava un goal sicuro su colpo dì testa di. Di Giacomo. Brìciole d'interesse, briciole soltanto. Il Mantova teneva validamente il campo e, sul terreno fradicio di pioggia, erano gli anziani - Pavinato, Corsini, Giagnoni, Scesa, Di Giacomo - a mettere in mostra le doti di maggiore grinta e di maggior esperienza; il Torino, da parte sua, sembrava per così dire sbiadito. Nulla da eccepire sulla difesa, con un eccellente Fossati. Ma l'attacco, ecco l'attacco, proprio non funzionava a dovere. Ferrini e Moschino si limitavano a mantenere una posizione di copertura nella zona centrale, in avanti vagavano, legando a fatica, Facchin, Carelli e Combin. Un Facchin magari con tanta buona voglia, però di scarsa efficacia, un Carelli che, al suo rientro dopo lo stiramento, pareva spaesato, un Combin che stazionava in eterna attesa delle occasioni buone, e mai una volta che si decidesse ad andarsele a cercare. L'impressione, comunque, era che il Torino, nella ripresa, sarebbe riuscito a salire di tono, prendendo in mano le redini del match. Ed invece, nei primi minuti, la sorte giocava un brutto scherzo a Carelli. Ancora uno stiramento, di nuovo alla coscia destra, il giovane attaccante non abbandonava la lotta, ma, da quel momento, il suo apporto praticamente era nullo. Cresceva il Mantova allora. Al 10' l'arbitro si metteva la coscienza in pace e, come non aveva fischiato l'intervento falloso di Pavinato su Agroppi, così stava zitto su un contrasto di Vieri a Di Giacomo, inopinatamente lanciato verso la rete da un passaggio alla cieca di Agroppi. Il Mantova premeva, però in modo farraginoso, senza idee chiare, e il Torino - con Puia, con Moschino e con Ferrini in evidenza - controllava la situazione. Il Mantova ebbe l'ultimo sprazzo efficace al 34', allorché Di Giacomo sferrò un tiro violento obbligando Vieri a una grande parata per deviare la palla in corner. Poi, piano piano, vennero a galla i granata e toccava a Bandoni, al 42', di intervenire su un insidioso traversone di Agroppi, mentre Facchin - di testa - un minuto dopo mandava il pallone alto di un soffio sulla traversa. Meglio così, a rispettare la giustizia. Negli spogliatoi, strette di mano, scambi di complimenti, atmosfera distesa, con Fabbri, amico di tutti e primo attore. Un Fabbri che si sfogava a parlar bene del Mantova e che, per il Torino, concedeva al cronista dichiarazioni attente. Nessun atleta direttamente tirato in ballo, soltanto dei cenni vaghi di ordine generale. Comunque, il riconoscimento onesto di qualcosa che non era Alato come si sarebbe voluto e il proposito di un lavoro serio e immediato per tornare al normale livello dì gioco. Peccato, in proposito, l'infortunio a Carelli. Una diagnosi precisa sarà possibile solo oggi, ma c'è la fondata paura di una parentesi di riposo abbastanza lunga. L'unica nota negativa, in sostanza, di una giornata lieta. |
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