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Comunale |
03/12/1967 |
h.14.30 |
TORINO - BOLOGNA 0-1 (0-1) Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Agroppi, Bolchi, Albrigi, Ferrini, Combin, Moschino, Baisi. A disposizione Sattolo. All.: Fabbri. Bologna: Vavassori, Roversi, Furlanis, Guarneri, Janich, Tentorio, Pace, Fogli, Clerici, Turra, Pascutti. A disposizione Spalazzi. All.: Carniglia. Arbitro: Lo Bello di Siracusa. Reti: Clerici 10'. Spettatori: 34.603 di cui 30.463 paganti per un incasso di 38.976.100 lire, più 4.140 abbonati. Note: Espulso Moschino al 76', ammonito Clerici per proteste. Cronaca [Tratto da La Stampa del 4 dicembre 1967] Una giornata nera per il Torino. Come più nera sarebbe forse difficile trovare. Nel primi minuti della partita, i granata mancano due occasioni di andare in vantaggio: due occasioni d'oro. A provocare entrambe è il loro centravanti, Combin, che sfonda sulla sinistra, e centra. Nel primo dei due casi, il centro è basso e forte, e supera tutta la difesa dei petroniani. La palla attraversa l'intera area di rigore, dalla sinistra verso la destra. Tre attaccanti del Torino piombano su di essa, e tutti e tre, l'uno dopo l'altro, la mancano, quando basterebbe un soffio per spedirla in rete. Forse il primo degli errori ha provocato il secondo, ed il secondo il terzo. Passano pochi minuti, e nuovamente Combin si fa luce, questa volta sulla destra, e manda al centro ancora un bel pallone. Qui esso trova il terzino Poletti, che arriva dalle retrovie in corsa sfrenata e che ha metà della porta bolognese a disposizione. Forse perché ansimante per la gran corsa, Poletti rifiuta il tiro. Potrebbe voler dire per i padroni di casa, un vantaggio iniziale di due reti a zero. Passano pochi minuti, e finalmente il Bologna sferra il suo primo attacco. E Clerici, il suo centravanti che si è portato sulla destra, viene servito ed avanza per eseguire un traversone. Poletti respinge difettosamente verso la destra, Clerici si impadronisce ancora del pallone, avanza e, giunto quasi a due passi da Vieri, tira basso. Noi non giureremmo che si tratti di un tiro indovinato, ci pare sia stata quasi una puntata qualunque. Il portiere dei granata si getta in tuffo sulla sua sinistra, e tra la sorpresa generale si fa battere dal pallone che, scivolandogli sotto al braccio ed al corpo proteso nello sforzo, penetra in rete. Tacciono tutti, tanto grande è la sorpresa. Invece del due a zero, a cui ancora è rivolto il pensiero, fa zero a uno. Non sono passati che una decina di minuti dal calcio d'inizio. V'è tempo per riprendersi da quello che pare non sia stato altro che un infortunio, sembra pensare la massa del pubblico.Macché. Non succede più nulla che abbia influenza sul risultato, e praticamente la partita finisce a quel punto, con i granata battuti da quella stupidissima rete. Il Torino pare sicuro del fatto suo, dopo l'infortunio, e continua ad attaccare con lena. Ma trova pane per i suoi denti. I bolognesi, come percorsi da una scossa elettrica, si trasformano. Hanno il successo nelle mani, e non intendono lasciarselo sfuggire tanto facilmente. Si organizzano in difesa, non lasciano più libertà d'azione a Combin, si chiudono, fanno blocco, e resistono a tutti gli attacchi. E giganteggiano allora subito uomini come Janich, che fa il suo rientro dopo un lungo periodo di assenza, Guarneri l'ex interista, e Fogli che è comparso in campo col numero otto sulla schiena. Tre uomini che hanno trovato il lavoro che a loro piace. Essi, ben spalleggiati da Tentorio e da due terzini molto decisi, rompono, spezzettano tutte le azioni dei granata. Questi ottengono, l'una dopo l'altra, tutta una serie di calci d'angolo, ma più avanti non riescono ad andare. E' come picchiare su di una porta che rifiuta di aprirsi. Tutti i tiri, da vicino e da lontano, vengono bloccati in partenza. Un tiro solo, sferrato relativamente da lontano, trova il portiere Vavassori piazzato a fil di palo, ed il pallone viene deviato a lato anchequesta volta. Non si passa. Se l'undici bolognese era partito in tono un po' remissivo, per le assenze di giocatori di valore, esso è diventato ora un baluardo duro ed arcigno e, fra i simpatizzanti dei granata, parecchi cominciano a scuotere il capo dubbiosi. Giustificatamente, dovrà dire poi la ripresa. Che, cominciato il secondo tempo, si vede subito un Torino scosso e nervoso. E' mosso dall'ansia di risalire uno svantaggio che, evidentemente, gli pare di non meritare. Ed allora va all'attacco in modo poco pratico, facendo mucchio al centro e facendosi bloccare ogni volta da avversari che non scherzano e che ormai ne hanno preso la misura. Durerà per buoni tre quarti di questo secondo tempo, la supremazia dei padroni di casa. Una supremazia del tutto sterile ed mutile, occorre aggiungere subito. Che i petronani si difendono ora in modo intelligente. Essi affrontano adesso l'avversario più verso la metà campo che non nelle vicinanze della loro area di rigore. Evitano cioè la zona che, per loro, può essere pericolosa. Subiscono ancora una quantità di calci d'angolo, corrono anche qualche pericolo, e su di un tiro alto eseguito da lontano, il loro portiere esegue anche una deviazione Di fronte ad una resistenza cosi tenace e cosi chiusa, il Torino si innervosisce sempre più. E la prova pratica la si ha laggiù, di fronte alle gradinate popolari, quando Moschino, la sua mezz'ala sinistra, caricato un po' duramente da Tentorio, si vendica colpendo scioccamente l'avversario. Moschino, che non ha mai fatto gesti del genere, era stato fino a quel momento l'uomo fra i granata che aveva conservato la visione della situazione più chiara di tutti. L'arbitro, forse un po' affrettatamente, ma a ragione dopo tutto, lo espelle subito. E quello che la squadra granata non aveva potuto fare in undici, non lo fa certo in dieci. E, mentre l'andamento del campionatogli aveva dischiuso la possibilità di andare da solo in testa alla classifica, deve confessarsi ora battuto. |
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