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San Siro
10/12/1967
h.14.30
INTER - TORINO 1-0 (0-0)
Inter
: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Landini, Dotti, D'Amato, Domenghini, Mazzola, Suarez, Bonfanti. A disposizione Barluzzi. All.: Helenio Herrera.
Torino: Vieri, Trebbi, Fossati, Puia, Agroppi, Bolchi, Poletti, Ferrini, Combin, Corni, Facchin. A disposizione Sattolo. All.: Fabbri.
Arbitro: Angonese di Mestre.
Reti: Dotti 85'.
Spettatori: 47.746 di cui 34.525 paganti per un incasso di 42.388.400 lire e 13.221 abbonati.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 11 dicembre 1967]
Il Torino ha perso a San Siro uria partita che proprio non meritava di perdere. Il suo secondo tempo è staio giocatocon una volontà e con uno spirito da commuovere quasi, non solo i numerosi sostenitori granata, ma anche gli osservatori neutrali. Raccontiamo subito come sono andate le cose, perché ne vale la pena. Nel corso del primo tempo, i granata erano stati dominati a lungo, inizialmente. L'Inter veniva avanti con impeto, ma senza alcunostile. I suoi attaccanti giocavano ognuno per proprio conto, e di concordia di intenti, di intesa vera, di amalgama, non si poteva per essi proprio parlare. Suarez teneva una posizione di metà campo, e non lo si vedeva mai in prima linea. In quanto a Mazzola bisognava quasi chiedere ogni tanto se Sandrino fosse in campo, per sapere qualcosa di lui. La difesa torinese aveva relativamente, buon gioco, e poteva rompere tuttele avanzate degli avversari con facilità. Pur mantenendosi a lungo nella metà campo del Torino, i nerazzurri non effettuavano in pratica un solo tiro pericoloso in direzione della porta dei loro avversari. Se ne dimostravano nettamente incapaci. Ad un certo punto i granata, superato il timore reverenziale con cui pareva fossero entrati in campo, rompevano gli indugi e prendevano a far sentire la loro voce come attaccanti. E si vedeva allora, che nemmeno la estrema difesa degli interisti era all'altezza della situazione. Facchetti faceva come al solito qualche capatina in avanti, ma non coglieva di sorpresa nessuno, e doveva ogni volta affrettarsi a far ritorno alla sua posizione di difensore. Decisamente, dal momento in cui gli ospiti si accorgevano di poter lottare da pari a pari con chi stava loro di fronte, il gioco prendeva maggior carattere di equilibrio. A cinque minuti circa dal riposo di metà tempo, il terzino sinistro del Torino Fossati, in uno scontro con un avversario, si procurava una distorsione ad una gamba. Egli, molto coraggiosamente, rimaneva in campo, e dopo essersi sottoposto ad una medicazione durante l'intervallo, teneva validamente il suo posto fino al termine della partita. Il solo episodio saliente che si è verificato in tutto il primo tempo, lo si doveva registrare subito dopo l'incidente di Fossati, quando l'ala destra nerazzurra D'Amato, veniva a trovarsi per un istante senza avversario diretto. Egli deviava di testa un pallone alta verso la porta difesa da Vieri. Ma il portiere granata - molto attento e preciso - poteva parare con relativa facilità. Ma la parte migliore dell'incontro, per gli ospiti, non doveva giungere che nel secondo tempo. I granata, sfoderavano brio, slancio, coraggio e senso di abnegazione, tanto da far cambiare l'aspetto del gioco. Essi andavano su tutti i palloni, e riuscivano più e più volte a mettere in soggezione i loro avversari. Facevano anche maturare una favorevole occasione, maFacchin, ben servito da Combin, indugiava mentre era in buona posizione. Prima e dopo questo episodio, dal complesso di gioco del Torino, risultava evidente che i torinesi miravano essenzialmente al risultato di parità oltre a tutto avevano schierato all'ala destra il terzino Poletti. Il tempo passava con attacchi alterni, i minuti passavano inesorabilmente e ognuno fra gli spettatori, in cuore suo, ricavava la convinzione che l'esito più naturale dell'incontro dovesse essere quello di uno zero a zero. Parte degli sportivi cominciava a sfollare scoraggiata, quando a meno di cinque minuti dal fischio di chiusura, il caso decideva l'esito del confronto: Domenghini dalla destra mandava al centro un pallone alto. Avveniva un ripicco e la sfera capitava casualmente nei piedi di Dotti, il difensore che sopraggiungeva in corsa. Dotti che schiettamente era stato per tutta la durata della gara il giocatore peggiore in campo, trovandosi davanti ad una difesa granatatutta ammassata al centro alzava la palla in direzione della rete. Era un po' quello che i giocatori definiscono come un pallonetto. Al di sopra della testa di tutti, la sfera penetravain rete. Vieri, a visuale coperta dai compagni non poteva più intervenire tempestivamente, e Puja che gli stava davanti cadeva a terra anche lui nel tentativo di salvataggio. Pareva una beffa, e di grandi applausi non se ne udivano affatto. Nei pochi minuti finali. Mazzola, sfuggendo al nutrito contrattacco dei granata, per poco non metteva un compagno in posizione di raddoppiare il vantaggio. Così la generosissima prova sostenuta non ha dato modo al Torino di portare a casa quel pareggio che esso pienamente meritava. Incompleti, i granata si sono visti sfuggire un pareggio come, ripetiamo, per una beffa della sorte. La prova stessa lascia comunque una traccia luminosa per il modo ih cui i granata si sono battuti ed hanno profuso le loro energie fisiche e morali.