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Bentegodi
27/10/1968
h.14.30
HELLAS VERONA - TORINO 3-0 (2-0)
Hellas Verona
: De Min, Ranghino, Petrelli, Mascetti, Battistoni, Savoia, Maddé, Mazzanti, Traspedini, Bonacchi, Bui. A disposizione: Piccoli, Vanello. All.: Cadé.
Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Trebbi, Agroppi, Carelli, Corni, Combin, Moschino, Facchin. A disposizione: Sattolo, Depetrini. All.: Fabbri.
Arbitro: Michelotti di Parma.
Reti: Bui 5', Mazzanti 27', Maddé 72'.
Spettatori: 23.902 di cui 18.475 paganti per un incasso di 33.900.000 lire e 5.427 abbonati.
Note: Giornata primaverile, terreno buono. Calci d'angolo 6-2 per il Torino, ammoniti Maddé, Poletti, Puia e l'allenatore Fabbri.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 28 ottobre 1968]
Il Torino è stato battuto per 3 a 0 a Verona. La sconfitta è netta, senza attenuanti, e dimostra il difficile momento che la squadra granata sta attraversando. Il trainer Fabbri temeva molto questa partita, aveva avvertito nei suoi giocatori H pericolo di una colpevole rassegnazione dopo il grave infortunio capitato a Ferrini. Temeva un cedimento, uno smarrimento collettivo, quale già si poteva presagire da altre precedenti prove poco convincenti. I timori dell'allenatore si Bono dimostrati completamente fondati: a Verona il Torino ha disputato una delle sue gare più deludenti. Ha subito un goal dopo appena cinque minuti per una indecisione di Vieri e da quel momento la squadra è apparsa in crisi. Invece di reagire, di tentare con piena determinazione la rimonta, i granata si sono lasciati sopraffare, hanno ceduto di schianto, palesando gravi limiti tecnici ed imo stato di confusione collettiva davvero imprevedibile. Il Verona ha così potuto agevolmente aumentare il proprio vantaggio approfittando del vistosi errori dei rivali e la partita non ha più avuto storia. Sarebbe pericoloso credere che la sconfitta sia scaturita soltanto da una giornata negativa isolata: i difetti che la squadra granata ha mostrato derivano da motivi di fondo, non si tratta di un episodio occasionale. Il Torino si è mostrato timoroso, fragile nel morale, incapace di reagire come avrebbe fatto in passato di fronte ad un evento sfavorevole. Poletti ha ripreso il suo posto in squadra, dopo l'infortunio subito nel vittorioso confronto di Coppa Italia, proprio col Verona, ma la difesa, ieri, non ha tratto giovamento da questo ritorno. Il terzino doveva controllare Maddè, arretrato stabilmente a centro campo, ma non è riuscito a trovare la giusta posizione se non nel finale di gara, quando il risultato era compromesso dal cedimento del centrocampo, dove Moschino, generoso e bravo come sempre, trovava ben poca collaborazione da Agroppi e Corni. Il Verona tornava a giocare allo stadio Bentegodidopo circa quattro mesi di assenza. Gli incidenti capitatati lo scorso anno al termine della partita col Lecco, che avevano causato al povero Facca la perdita di un occhio, avevano costretto la squadra gialloblù a terminare il torneo di serie B e ad iniziare il campionato di A in campo neutro. Cadè, allievo di Fabbri al Mantova, ha indovinato la tattica giusta e ha dato un grosso dispiacere all'allenatore torinese. Facendo affidamento sulla bravura della coppia dei terzini - l'ex novarese Ranghino e l'ex juventino Petrelli - e sulla complessiva saldezza della difesa e del centro campo, Cade ha fatto giostrare all'attacco Bui e Traspedini, ai quali però erano pronti ad affiancarsi Maddè, Mazzanti e Bonatti. Il Torino non ha saputo trovare subito le giuste contromisure ed il Verona non ha avuto difficoltà ad imporre il suo gioco. Il primo goal della partita è giunto al 5' su azione di calcio d'angolo: il corner è battuto da Maddè, i difensori del Torino rimangono fermi, e mentre Vieri abbozza una tardiva uscita Bui realizza di testa. La squadra granata accusa il colpo in misura imprevedibile, l'orgasmo provoca errori a ripetizione. Il Torino riesce a svincolarsi dalla stretta al 22', quando Corni trova il varco giusto per il tiro, ma De Min è pronto ad abbrancare il pallone troppo centrale. I veneti tornano all'attacco, ancora Bui colpisce di testa, poi Vieri devia in tuffo un tiro di Traspedini, ma al 27' i granata cedono di nuovo. Petrelli mette in azione Mazzanti, l'interno gialloblù vin ce il duello con Agroppi, scarta, anche Trebbi, entra in area, aggira Vieri che gli si butta disperatamente davanti e tira a porta vuota: un goal che muove giustamente all'entusiasmo il pubblico. E' Puja che guida il Torino nel confuso tentativo di riscossa, ma i suoi spioventi sono bloccati da De Min che anticipa regolarmente Combin e Facchin. Proprio all'inizio del secondo tempo, pochi secondi dopo il via, la squadra torinese potrebbe tuttavia segnare: Agroppi discende in area, perde la palla, ma dietro di lui sbuca in corsa Carelli: s'accende una mischia, l'ala riesce a trovare un varco, ma gli scivola davanti Ranghino e la palla incoccia nel braccio del difensore. I granata vorrebbero il rigore, l'arbitro Michelotti però non giudica intenzionale l'intervento. I giocatori protestano, sulla panchina anche Fabbri si agita, ma si busca un richiamo dall'arbitro. Il trainer, frattanto, ha mutato le marcature difensive, Puja controlla adesso Bui, mentre Fossati sorveglia Traspedini; la squadra granata compie lo sforzo maggiore, tutta protesa all'attacco, ma i difetti della giornata di scarsa vena si notano con crudezza. Il Verona è sempre pericoloso in contropiede, la difesa granata si fa spesso trovare impreparata e al 27' accusa la terza rete: Mascetti passa a Traspedini, il centravanti smista a Maddè che aggiraFossati e tira da fuori area, la palla passa in mezzo alle mani protese di Vieri. Non c'è niente da fare, Agroppi - a due passi dalla porta veronese - al 38' sbaglia una facile occasione per rendere meno dura la sconfitta. E' finita, una giornata da scordare in fretta. Fabbri, a gara conclusa, non nasconde il suo disappunto: ''Il primo goal ha fatto perdere la testa a tutta la squadra, ma non si può giocare così male''. Le brutte notizie non sono finite, sopraggiunge ilmedico sociale prof. Cattaneo ed annuncia che Moschino, proprio nel finale, si è buscato una distorsione al ginocchio destro. Fabbri, sconsolato, scuote la testa: ''Ne avessi tanti giocatori come Moschino, oggi non saremmo stati battuti così. E adesso, dopo Ferrini, perdo anche lui''.