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Comunale |
18/05/1969 |
h.16.00 |
TORINO - ROMA 2-0 (1-0) Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Carelli, Ferrini, Combin, Crivelli (al 46' Bolchi), Facchin. A disposizione: Sattolo. All.: Fabbri. Roma: Pizzaballa, Sirena, Carpenetti, Salvori, Spinosi, Santarini, Scaratti (al 65' Ferrari), Peirò, Landini, Capello, Cordova. A disposizione: Ginulfi. All.: Helenio Herrera. Arbitro: Gussoni di Tradate. Reti: Fossati 7', 62'. Spettatori: 15.089 di cui 5.162 abbonati e 9.927 paganti per un incasso di 682.300 lire. Note: Ammonito Cordova per gioco falloso. Cronaca [Tratto da La Stampa del 19 maggio 1969] A Torino il campionato di calcio si è concluso tra la apatica indifferenza di circa quindicimila spettatori. Soltanto in due settori dello Stadio gli sportivi sono rimasti indaffarati fino alla fine. Uno era il gruppo che fischiava Combin alla minima occasione. Umana ingratitudine. Combin nel girone di andata è stato l'artefice della vittoria di Roma, una delle partite del rilancio verso la serie d'oro: ora si sa che il centravanti sta per passare al Milan; eccolo diventato straniero sul suo campo. Gli altri tifosi attenti erano quei cinquanta - sessanta ragazzetti, che a pochi minuti dall'alt si sono slanciati verso il rettangolo verde, in una pacifica invasione. Dei mini-tifosi non si sapeva se ammirare maggiormente il fresco entusiasmo o l'agilità con cui scavalcavano la rete di protezione irta di aculei. Purtroppo uno di questi babies del tifo si è infilzato in uno spuntone. Guarirà presto, ma ha corso un brutto rischio. Una proposta: nel prossimo anno, se tutto andrà come nelle previsioni e nell'augurio di ogni torinese, per l'ultima gara del Torino (o della Juventus) apriamo un cancello alla gioia dei tifosi. Nel vecchio campo di via Filadelfia questo avveniva. Si può farlo anche allo Stadio. In fondo, la festa della fine campionato ha una ingenua spontaneità che vai la pena di favorire. Ed eccoci alla partita dell'addio. In tribuna d'onore il consigliere juventino Giampiero Boniperti osservava con una certa attenzione Pizzaballa. E' quanto è bastato a rendere nervoso il portiere della Roma, pregiudicandogli forse le possibilità di passare ai bianconeri. Ma Boni sostiene che la sua società non ha mai parlato di Pizzaballa. Sul campo, dove si è molto sentita l'assenza di Moschino, Poletti è stato dirottato a guardia di Peirò, mentre Puja ha avuto un compito facile contro il dinoccolato Landini. La Roma, oltre a marcare le ali ed il centravanti dell'undici avversario, ha adottato la tattica della diagonale: Capello, Cordova, Scaratti, Salvori venivano spesso a trovarsi in una disposizione che ricordava quella dei rugbisti quando si lanciano verso la mèta. La punta più vicina al portiere avversario era di solito un terzino, per lo più Sirena, apparso migliore in fase offensiva che in difesa. Sirena ha trovato però in Fossati un concorrente che lo ha annullato nella corsa agli applausi. Il numero tre granata, come già gli era successo contro il Varese, ha realizzato tutti e due ì goals della vittoria. Al settimo minuto si è trasformato in centrattacco, per raccogliere un cross di Carelli appena sfiorato di testa da Combin. Con un tuffo, il giovane difensore ha spedito in rete. Nella ripresa, Peirò avrebbe potuto pareggiare ma la sua deviazione, pure di testa, è finita contro la traversa. Fossati al 17' si affrettava a mettere al sicuro il risultato, sbucando in piena velocità nel settore dell'ala sinistra per concludere a rete un'azione Facchin-Combin-Ferrini. Dato che era di servizio, salvava anche la propria area, quando Landini dalla destra anticipava l'uscita di Vieri, calciando nella porta rimasta senza difensori. Fossati si è precipitato a cacciar via il pallone. Uno strappo muscolare a Bolchi e il cambiamento di Scaratti con Ferrari hanno poi concesso ai giallorossi qualche occasione in più, ma sempre entro limiti modesti. Una gara, dunque, condotta da entrambe le squadre con l'impegno che la situazione in classifica richiedeva, cioè con ben scarsa combattività. La Roma di Helenio Herrera si è trovata ben presto di fronte ad un'impresa più grande delle sue possibilità e non ha tentato di scalare una parete a picco. Il Torino, più che per questo suo successo, è stato applaudito perché presenta un buon bilancio finale del torneo. Ha attraversato momenti difficili, specialmente per le assenze di elementi-base, poi si è ripreso con autorità. Ora ha Vieri, che l'Inter vuole, disposta a pagarlo molto bene, ha due terzini che sono tra i giocatori più richiesti del mercato calcistico (ma Pianelli e Traversa hanno detto che non li vendono), possiede una mediana in cui lo stile giovanile di Cereser e Agroppi si fonda con l'esperienza di Puja, uno degli stoppers più continui del torneo. All'attacco i Carelli, i Crivelli (questi ieri per la verità un po' in ombra), i Pulici sono le forze nuove, ed accanto ad essi Ferrini, per il quale, limitatamente alla gara con la Roma, vale lo stesso discorso di Carelli, Moschino, Facchin e altri. C'è stato anche Combin a dare un apporto essenziale, ma il franco-argentino, salvo sorprese, se ne andrà. Senz'altro se ne va Fabbri, allenatore che ha avuto dai granata l'appoggio in un momento decisivo della carriera, ricambiandolo con l'impostare una bella squadra che forse non ha finito di offrire soddisfazioni sportive ai suoi tifosi. I granata, dopo aver terminato con un buon sesto posto il lavoro in campionato, possono puntare al trionfo in Coppa. Purché non si distraggano come hanno fatto contro il Foggia nella prima prova finale. |
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