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Comunale
05/10/1969
h.15.00
TORINO - NAPOLI 0-2 (0-2)
Torino
: Sattolo, Cereser, Fossati, Puia, Bolchi, Ferrini, Carelli, Sala C., Pulici, Moschino (al 46' Agroppi), Mondonico. A disposizione: Pinotti. All.: Cadé.
Napoli: Zoff, Monticciolo, Pogliana, Zurlini, Vianello, Bianchi, Manservisi, Juliano, Barison, Improta, Canzi. A disposizione: Trevisan, Cavallino. All.: Chiappella.
Arbitro: Torelli di Milano.
Reti: Canzi 34', Juliano 45'.
Spettatori: 30.715 di cui 5.273 abbonati e 25.442 paganti per un incasso di 30.248.100.
Note: Cielo coperto, giornata calda, terreno in buone condizioni. Ammonito Improta per gioco scorretto su Pulici. Incidente per Moschino che al 43' del primo tempo si procura uno stiramento al bicipite femorale sinistro. Calci d'angolo 10-1 per il Torino: Nel Napoli fa il suo esordio in serie A Giacomo Vianello, stopper ventidueenne di origine veneziana.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 6 ottobre 1969]
Davanti a un Torino sprecone, che non ha saputo sfruttare almeno sei palle-gol, il Napoli ha condotto una partita in crescendo, senza mai affannarsi e senza perdere connessione tra i vari reparti. Una squadra adulta, quella di Chiappella, di fronte ai granata troppo effervescenti all'inizio ma sregolati nell'economia del gioco, nel controllo dell'ultimo tocco in area. Su tutti: Juliano. La mezzala azzurra non è un vero genio del pallone, ma lavora, cuce e ricuce ogni slabbratura del suo undici, smista palloni con intelligenza e abnegazione, sa difendere, rompere, ricostruire. Il Torino è un problema, diciamolo francamente: i suoi vecchi sgobbano, da Ferrini a Puja a Moschino a Bolchi, ma troppi giovani sono fragili o testardi nei personalismi o deboli come classe. Vediamo subito questi giovani: e cioè Pulici, Mondonico, Sala. Quest'ultimo può anche rivelarsi come un rompicapo: ha classe certa, ma non tiene alla distanza (nel secondo tempo è quasi sparito), non dialoga coi compagni ma nemmeno ha sufficiente autorità per sfondare da solo. Pulici e Mondonico hanno buttato via mezza dozzina d'occasioni da rete. Il primo per precipitazione, mancanza di lucidità e di tempismo negli ultimi metri in area, il secondo per vizio di dribbling, per scarsissima incisività. Parte, essendo ala, con le spalle voltate alla porta avversaria, come un Prati, ma non ha poi, di un Prati vero, la potenza, la cattiveria, il senso del gol. Inoltre Cade dovrebbe impartire a molti dei suoi uomini una vecchia, elementare, ma sempre valida lezione: che la palla corre più dell'uomo, e quindi è inutile portarla nel folto della difesa avversaria. Finché Moschino è stato agile e lucido, nei primi venti minuti dì gioco, i granata hanno costruito anche un piacevole football. Sono stati infilati due volte da precisi contropiede avversari, e nel secondo tempo, privi del regista sostituito da Agroppi, hanno condotto un forcing confuso, via via più moscio, senza mai minacciare seriamente Zoff. Il Napoli, con due reti in cassaforte, s'è quindi difeso bene, facendo cerniera, e se ha avuto fortuna può dire grazie solo a se stesso e ai madornali errori degli avanti granata. La cronaca inchioda il Torino alle sue responsabilità: al 2', al 5', al 9', al 10', all'11', al 14', altrettante impostazioni di Moschino e Ferrini saltano il centrocampo napoletano, e Pulici, Sala, Mondonico si trovano lanciati su palloni perfettissimi, sprecati per un soffio. C'è anche iella, in queste conclusioni degli avanti granata, ma un pochino di fortuna bisogna sapersela costruire con maggiore mira e lucidità e freschezza di tocco. Venti minuti, dunque, in cui il Torino sembra poter fare un solo boccone del Napoli, più lento a muoversi e non chiusissimo in difesa. Al 18' e al 23' ancora Carelli e Sala sbagliano due buone palle, e al 28' Moschino deve far tutto da solo: scambiare, aspettare il passaggio di ritorno, mettersi in fuga, scartare un paio d'avversari, stringere l'angolo, tentare la puntata che sbatte secca sull'esterno della rete. E qui il calcio piacevole e prodigo dei granata si sgonfia. Alla prima vera azione in contropiede, il Napoli va in gol: dal terzino Pogliana a Manservisi, un lancio impeccabile a Canzi (bella questa aletta dallo scatto micidiale), Bolchi e Cereser sono tagliati via, e non c'è scampo per Sattolo sul tiro a volo dell'azzurro. Il Torino replica, subito in affanno, Zoff al 38' vola incontro a Sala chiudendogli l'angolo di tiro. Invano Ferrini e Moschino cercano di coordinare gli impulsi sfrenati dei compagni, che si ammucchiano, favorendo la saracinesca napoletana. E il raddoppio, sul solito contropiede, avviene puntuale: fuga di Improta (un altro giovane del vivaio napoletano che conosce il football, ci sembra) e passaggio a Juliano liberissimo. Tiro da poco meno di venti metri, un sinistro teso che Sattolo mal piazzato riesce appena a sfiorare: è quasi il 45', e Moschino alza bandiera bianca, nel secondo tempo viene sostituito da Agroppi. Per il resto della gara, il Torino è in forcing: tiracci sbilenchi di Agroppi da lontano (almeno tre), Pulici, Sala e Mondonico che fanno ressa, confusione e finiscono disanimati. Gli unici a- battersi: Bolchi. Che tenta di lanciare alcuni palloni lunghi, Puja che corre sulle sue generose gambe da cicogna fin sotto l'area avversaria, e un Ferrini che in tutta umiltà cerca di rappezzare reparti sconnessi. Un Ferrini non in grandissima forma, ma più che mai rispettabile. A Questo Torino, il Napoli si oppone al suo meglio, con Juliano sempre più accorto e autoritario, con un Barison dalla grinta di combattente (lo si è visto respingere persino un pallone sulla linea di porta!), con Manservisi e Bianchi e Improta che non hanno smesso un attimo di controllare palloni, mai sprecandoli, talora impostando anche i soliti pericolosi contropiedi. Su uno di questi ultimi, al 36', solo la generosità dell'arbitro Torelli ha perdonato un fallo da rigore di Fossati su Manservisi ormai libero in area. Gli ultimi minuti sono decisamente fiacchi, con i resti dì una squadra granata che si batte solo per onor di firma, e con un pubblico eccitato ma che non ha mai fatto uso di mortaretti, per fortuna. Torino-Napoli lo si può anche leggere in questa chiave: come un piccolo derby per sportivi che abitano la stessa città ma che si dividono in schiere diversamente ispirate dal tifo. Se Chiappella respira, malgrado abbia schierato una squadra priva di importanti titolari, Cade ha le sue preoccupazioni: un Torino così fragile è, per molti, una spiacevole novità. Non basta la grinta degli onesti e gagliardi vecchioni a tenere in piedi la squadra. Il piede per il gol chi lo mette? Tanta birra a centrocampo (quando funziona) deve poi anche tradursi in reti. I giovani attaccanti granata non sfuggano all'esame di coscienza.