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Comunale |
12/10/1969 |
h.15.00 |
JUVENTUS - TORINO 1-2 (1-0) Juventus: Tancredi, Furino, Leoncini, Marini, Salvadore, Favalli, Leonardi, Haller, Anastasi, Vieri, Zigoni (al 46' Rinera). A disposizione: Anzolin. All.: Carniglia. Torino: Sattolo, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Carelli, Ferrini, Sala C., Bolchi, Pulici. A disposizione: Pinotti, Mondonico. All.: Cadé. Arbitro: Carminati di Milano. Reti: Zigoni 19' (J), Carelli 67' (T), Ferrini 88' (T). Spettatori: 65.351 di cui 56.500 paganti e 8.851 abbonati, per un incasso di 75.400.000 lire. Note: Giornata calda, pienas di sole, terreno in ottime condizioni. Al 35' ammonito Morini per simnulazione. Calci d'angolo 9-2 per il Torino; non è presente alla partita, contrariamente alle previsioni, il tecnico tedesco Schoen, il cui volo è stato annullato in Germania a causa della nebbia. Cronaca [Tratto da La Stampa del 13 ottobre 1969] La Juventus ha perso il derby ed ha compromesso il suo campionato. E' stata battuta dal Torino con il gol dell'ultimo minuto che sa di beffa ed ha accumulato In classifica un ritardo praticamente incolmabile nel confronti delle prime. Le ambizioni dei bianconeri sono crollate di fronte allo slancio ed alla miglior organizzazione dei rivali. Per uno strano paradosso, la Juventus ha incominciato a perdere quando è andata in vantaggio. Al momento della rete di Zigoni nessuno l'avrebbe previsto, eppure il punto segnato in sospetto fuorigioco ha rotto una specie di incantesimo. I granata, già privi di Moschino e Petrini, si sono sentiti più che mai liberi da ogni responsabilità. Non avevano davvero nulla da perdere. Per i juventini il bilancio attivo è diventato un peso un bene prezioso da difendere con affanno. Invece di insistere nell'offensiva per vibrare il colpo decisivo, si sono chiusi in difesa e lì è terminata la loro parabola ascendente. Non è servito a richiamarli alla realtà di un pericolo incombente neppure la puntata di Pulici che ha obbligato Tancredi a parare con eccezionale colpo di reni un pallone difficilissimo. L'allarme è passato inosservato e tra il primo e secondo tempo la squadra ha completato l'opera con una sostituzione imprevedibile: Zigoni è rimasto negli spogliatoi, in campo è entrato Rinero. La scusa ufficiale è che l'attaccante aveva ricevuto da Poletti un duro colpo allo zigomo. Se il malanno era davvero così grave da impedire a Zigoni di continuare l'incontro, nulla da aggiungere. Se invece si è preferito utilizzare un difensore in più, allora la mossa appare assurda. Ieri Zigoni non si trovava logicamente al massimo del rendimento, poiché ha disputato la sua prima gara del torneo. E' però una punta vera e l'aveva dimostrato con il gol. Collaborava con gli altri avanti. Rinunciando a lui, la Juventus che ha in prima linea gli elementi di maggior valore, ha spostato il perno della partita nei settori in cui appariva meno salda: a centrocampo, dove Favalli è stato tolto e spedito all'ala e dove mancava l'indisponibile Del Sol e soprattutto in difesa, zona in cui Salvadore, forse per la prima volta da quando lo seguiamo, non è risultato l'atleta sicuro di sempre. Il Torino con finta umiltà e molto pratico lavoro di Sala, Bolchi e Ferrini ha continuato a macinare palloni su palloni. Ad un certo punto Puja, il miglior uomo in campo, si è accorto che il turno negativo in cui cadono di volta in volta gli assi della Juventus - Haller, Vieri e Anastasi - era toccato a quest'ultimo. Ha allentato la marcatura rigida dell'avversario diretto, concedendosi scorrerie in avanti. Sarà un caso, ma il gol del pareggio granata è nato proprio dall'azione di Puja gettatosi all'offensiva. La prova di carattere dei granata giustifica l'esplosione d'entusiasmo dei suoi sostenitori. La squadra era partita nel derby nettamente sfavorita: ha capovolto le previsioni. Oltre a Bolchi e Sala, il rientrante Poletti, Possati che ha saputo tenere a freno Leonardi, e Ferrini a parte qualche rudezza, hanno disputato una buona gara. E non va trascurato Pulici, il centravanti improvvisato che ha richiesto a Morini un enorme dispendio di energie. La Juventus? Ieri appariva più incomprensibile di un libro giallo con le ultime pagine strappate. Ha incominciato in modo franco, sorretta da un Morini che continua a migliorare, poi si è persa per la strada; nervosismo del derby, questa forse la spiegazione. Per quanto valore possano avere le considerazioni di una partita sola si può insistere nel ritenere che Furino è più utile a centrocampo, non come terzino, e soprattutto vi è da sottolineare il calo di Anastasi. Il centravanti è stato poco servito nel primo tempo. Vieri e Haller si trovano tra di loro, forse perché hanno lo stesso stile di gioco; Anastasi, se gli mancano i lanci di Leonardi, non riceve palloni giocabili. Ieri, però, il centravanti della Nazionale ne ha avuti due e li ha sbagliati banalmente, crollando nel morale. Pietruzzo è giovane, ha avuto un inizio facile, ma la serie A non riserva solo momenti di gloria. Ne sanno qualcosa Rivera, Mazzola, tanto per citare due esempi famosi. La personalità del fuoriclasse sta anche nel saper reagire alle avversità. Anastasi, più che in forma negativa, sembra sotto choc. Coraggio, ragazzo, nel football si è sempre soli quando è necessario risalire la corrente. Chi vale (e Anastasi vale) ci riesce. La cronaca del derby è tutta nei tre gol. Al 18', su una bella azione della Juventus, Anastasi serviva di tacco Haller, che lanciava in profondità Zigoni. I granata si fermavano credendo che l'avversario fosse in fuori gioco e tale è parso a quanti erano in tribuna. Fossati, al momento del passaggio di Haller, si trovava però più avanti di Zigoni verso la porta granata. L'arbitro ha tenuto conto del particolare e, con l'approvazione del guardalinee, ha convalidato. Nella ripresa, al 21', Sala passava a Puja scattato fino nella zona dell'ala sinistra. Lo stopper centrava e Carelli, di testa, batteva Tancredi. Al 34' lo stesso Tancredi usciva a respingere di piede e regalava a Pulici un pallone d'oro ma l'attaccante sbagliava la mira verso la porta vuota. Quando già molti spettatori stavano uscendo, Ferrini, su punizione, toccava a Bolchi che calciava. La barriera juventina rinviava, e dopo un batti e ribatti la palla finiva sui piedi di Salvadore che stranamente non respingeva di brutto. Pulici, svelto, interveniva e passava a Ferrini. Di piatto il capitano spediva in rete nonostante una disperata acrobazia di Morini per evitare il guaio. Era l'ottantottesimo minuto. Troppo tardi, perché la Juventus potesse ripartire decisamente all'offensiva ed applicare la tattica che forse le avrebbe evitato un finale tanto amaro. A gara conclusa uscita dei juventini a testa bassa. In mezzo al campo restano Cade ed i suoi atleti: salutano il pubblico, saltano di gioia. Per loro il derby si conclude in trionfo. |
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