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Comunale |
09/11/1969 |
h.14.30 |
TORINO - BARI 0-1 (0-1) Torino: Sattolo, Poletti, Depetrini, Cereser, Bolchi, Agroppi (al 61' Quadri), Carelli, Ferrini, Sala C., Moschino, Pulici. A disposizione: Pinotti. All.: Cadé. Bari: Spalazzi, Loseto, Colautti, Diomedi, Spimi, Muccini, Fara, Furlanis, Spadetta (al 68' Zuckowski), Pienti, Cané. A disposizione: Colombo. All.: Pugliese. Arbitro: Pieroni di Roma. Reti: Cané 11'. Spettatori: 19.320 di cui 5.273 abbonati e 14.047 paganti per un incasso di 16.484.100 lire. Note: Giornata fredda, cielo coperto, terreno leggermente allentato. Espulso Diomedi al 55' per un fallo di reazione su Pulici. Al 45' Poletti ha fallito un calcio di rigore; ammoniti Ferrini e Pienti per proteste, Spadetto per gioco falloso. Calci d'angolo 6-1 per il Toro, esordio in Serie A per Giovanni Quadri, nato a Cornate d'Adda (MI) il 6 marzo 1951. Cronaca [Tratto da La Stampa del 10 novembre 1969] Una partita penosa, e non consola neppure il fatto che l'andamento di Torino-Bari fosse stato facilmente previsto, leggendo le formazioni annunciate alla vigilia. Un Bari pieno di difensori e - quel che più conta - con chiare intenzioni di puntare allo zero a zero; un Torino chiamato ad attaccare senza avere gli uomini per farlo. Sul campo, poi, è successo che i pugliesi sono andati in vantaggio dopo soli dodici minuti di gioco con l'astuto Cane (la sola punta di vera classe nei due schieramenti), e da quel momento non hanno fatto che accentuare via via la loro gara difensiva sino a sostituire nel finale il centravanti Spadetto con un elemento di manovra, l'esordiente Zukowski. Il Torino è andato all'assalto per tutto il tempo ma senza idee chiare ed è già miracoloso che, sia pure attraverso una manovra arruffata ed improvvisata, abbia creato sei occasioni da gol: purtroppo per i granata sono state tutte fallite, compreso un rigore calciato alto da Poletti al 45' del primo tempo. Così il Bari ha vinto, malgrado abbia giocato quasi tutta la ripresa in dieci uomini per l'espulsione di Diomedi,. Autore al 9' di un plateale fallo su Pulici. Al Bari, incitato da una folta e simpatica rappresentanza dei tifosi, va il merito di aver realizzato il suo programma, addirittura al di là delle sue stesse speranze. Il Torino ha fallito in pieno, disputando la peggiore partita della stagione (contro il Napoli, pur perdendo in casa sbagliando molte occasioni, aveva giocato meglio). Le assenze di Puia e Fossati in difesa hanno indebolito la squadra alla base, malgrado Depetrini e Bolchi (specie il primo, alle prese con il pericoloso Cane) abbiano giocato secondo le loro possibilità e con notevole impegno. Il gol in apertura del brasiliano ha contribuito ad aumentare le preoccupazioni difensive dei granata: così goletti, pur libero dal controllo di avversari per la posizione arretrata degli attaccanti pugliesi, si è spinto in avanti senza molta convinzione, mentre a centrocampo Ferrini - in giornata negativa - e Moschino sono apparsi incerti anche perché si sentivano poco sicuri alle spalle. In avanti, un disastro completo: Carelli e Pulici (per quanto alle prese con Loseto e Colauttì, bravi ma non certo dei draghi) hanno fatto più confusione che altro; Sala sembra giocare una partita diversa da quella dei compagni in quanto scatta, dribbla, va avanti ed indietro, conquista (raramente) e perde (spesso) la palla tutto per conto suo. Nel finale della gara il trainer Cade ha chiamato in campo il tredicesimo giocatore, il diciannovenne Quadri, che ha giocato in tutto mezz'ora scarsa. Ha fatto poco o niente, e del resto non si poteva certo pretendere da lui che raddrizzasse la partita storta del Torino, ma non ha dato impressione di aver molto coraggio, tirando indietro il piede in alcuni contrasti. Brutto inizio per un uomo dal quale si attende molto, in futuro, nelle affollate aree di rigore. Per far posto a Quadri, Cade ha mandato negli spogliatoi Agroppi. Una decisione che non ha giustificazioni. Non regge quella fornita dal trainer (''Ho tolto un mediano por avere un attaccante in più''), in quanto il livornese era stato dei centrocampisti granata il più deciso ad inserirsi in area avversaria provocando, tra l'altro, il rigore del primo tempo, ed aveva dimostrato, sino a quel momento, notevole vigore. Sarebbe stato ben meglio fermare Ferrini, evitando al generoso capitano granata di proseguire in una prova avviata ormai in modo negativo. Non vorremmo che al Torino ci siano davvero degli intoccabili e che Cade non diriga in pieno la squadra; sarebbe un bel guaio per i granata. Le occasioni da gol fallite danno la misura dell'inettitudine (unita ad un pizzico di sfortuna) dei granata al momento del tiro: 38' del primo tempo: azione Agroppi-Moschino, centro radente dal fondo della mezzala. Carelli arriva in corsa sulla linea di porta e riesce a calciare fuori. 44': Carelli va via solo, entra in area, ma Spalazzi gli chiude la porta e respinge con il corpo il tiro dell'attaccante. 45': scambio Agroppi-Poletti-Agroppi, il mediano è atterrato da quattro baresi. Rigore: Poletti mira al sette alla sinistra di Spalazzi ma non è preciso e la palla vola alta oltre l'incrocio dei pali. 2' della ripresa: centro di Poletti, Ferrini si inserisce bene ma sbaglia netto il colpo di testa a cinque metri da Spalazzi. 16': manovra Agroppi-Moschino-Ferrini-Moschino, che scatta bene per ricevere il lancio del capitano, si presenta solo davanti al' portiere, calcia forte ma alto. 17': Colautti sbuccia la palla e favorisce lo scatto di Pulici verso Spalazzi; l'attaccante è solo, calcia forte raso terra ma la palla esce sulla sinistra del portiere. Una sola, ma ben più positiva, azione da gol del Bari in apertura di partita: punizione lunga di Furlanis, deviazione di testa di Spadetto che approfitta di una incertezza di Balchi e Cereser, fulmineo scatto di Cane e tocco rasoterra, preciso, nell'angolo alla sinistra di Sattolo. Con Cane, i migliori del Bari sono stati il portiere Spa lazzi, il liberoMuccini, il centrocampista Fara. Le doti tecniche di quest'ultimo non sono da scoprire: purtroppo la tendenza che l'alessandrino ha ad ingrassare, priva il calcio italiano di un secondo Rivera. |
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