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Comunale |
16/11/1969 |
h.14.30 |
TORINO - HELLAS VERONA 2-1 (0-1) Torino: Sattolo, Poletti, Depetrini, Puia, Cereser, Agroppi, Carelli (al 55' Bolchi), Ferrini, Sala C., Moschino, Pulici. A disposizione: Pinotti. All.: Cadé. Hellas Verona: Pizzaballa, Ripari, Sirena, Mascetti, Batistoni, Stneti, Orazi, Maddé (all'86' Mascalaito), Clerici, Ferrari, Bui. A disposizione: Colombo. All.: Lucchi. Arbitro: Panzino di Catanzaro. Reti: Clerici 36' (V), Carelli 46' (T), Puia 90' (T). Spettatori: 17.655 di cui 12.382 paganti per un incasso di 14.342.800 lire e 5.273 abbonati. Note: Giornata di sole, terreno in condizioni ideali. Ammoniti Depetrini e Mascetti per reciproche scorrettezze, calci d'angolo 4-3 per il Torino. Stiramento muscolare alla gamba sinistra per Carelli, al 44' del primo tempo Poletti ha calciato alto sopra la traversa un calcio di rigore: si tratta del secondo errore consecutivo dal dischetto per il calciatore granata. Cronaca [Tratto da La Stampa del 17 novembre 1969] Alla fine del primo tempo di Torino-Verona il giovane e troppo esuberante tifoso Giorgio Navone si è messo ad inveire contro la direzione granata, motivo per cui il vicepresidente Giuseppe Navone, prontamente alzatosi, gli ha rifilalo uno schiaffo. In determinate circostanze un padre all'antica può essere utile, risulta un vero sportivo e ridimensiona certe ragazzate, cui non è il caso di dare eccessiva importanza. Un altro sostenitore del Torino, mentre protestava con pari energia, si è lasciato sfuggire una frase di cui certo oggi sarà amaramente pentito: ''Se si va avanti così, è ora di pensare alla fusione''(con la Juventus naturalmente), il che negli ambienti dei fedelissimi suona eresia, molto più dei dubbi sulla immobilità della Terra espressi da Galileo Galilei nel 1632. Insomma i pochi ma insoddisfatti spettatori dell'incontro tra torinesi e veronesi hanno vissuto le pene d'inferno per i primi quarantacinque minuti di gara ed è logico avessero un diavolo per capello a metà partita. Se si può ora scherzare sulla tragedia calcistica sfiorata, questo è dovuto al fatto che nella ripresa tutto si è accomodato e la paurosa avventura della formazione di Cade apparentemente avviata al terzo insuccesso consecutivo in campo amico (o presunto tale, ieri il pubblico non è apparso molto indulgente) è sfumata nella gioia della vittoria conquistata in extremis. Le vicende che hanno scatenato l'irritazione iniziale sono tre: il Torino non girava, gli mancava il centravanti titolare, ha delle scuse, ma comunque rendeva poco davvero; il Verona, che nello precedenti trasferte non era riuscito a mettere a segno neppure un gol, aveva battuto Sattolo con una punizione ben sfruttata da Clerici; infine - e il fatto è quasi paradossale - un rigore, al 44', è stato sciupato da Poletti. Il terzino aveva commesso, in identiche circostanze, lo stesso sbaglio sette giorni prima contro il Bari. Quando è avanzato per calciare dagli undici metri le opinioni dei presenti sono apparse divise. Una minoranza favorevole all'audacia ha esclamato: ''Ha un bel coraggio questo ragazzo''. I prudenti si chiedevano angosciosamente: ''Ma che fa? E se risente dell'emozione per il penalty del Bari?''. Hanno avuto ragione i pessimisti. Poletti ha spedito il pallone di un paio di metri sopra la traversa. Oggi non ci sentiamo di criticarlo, poiché nel Torino giovanile è poco bloccato di ieri assumersi la responsabilità di tentare un rigore mentre la squadra sta perdendo significa avere un preciso senso del dovere ed una buona sicurezza nei proprii mezzi. Sarà bene che Poletti non insista nel perseverare (è diabolico, quando si sbaglia, ammonivano i latini) comunque ad incontro concluso non è il caso di rimproverare il giocatore. Per Cadè, trainer avveduto, il ragionamento è diverso. Probabilmente l'allenatore è stato colto in contropiede, altrimenti avrebbe certo dato ordine ad un altro suo atleta di battere il penalty del pareggio; magari a Moschino, il quale durante la settimana aveva sostenuto un allenamento speciale, ottenendo una media di dieci bersagli su dieci. L'aver saputo rimediare ad una gara nata male è il merito maggiore del Torino. La squadra era priva di Fossati, in difesa, di Petrini, all'attacco; aveva Ferrini fuori forma, Moschino meno lucido dei solito e Puia preoccupato forse di non infortunarsi per la Nazionale e certamente non al massimo del rendimento. Ha accusato parecchie battute a vuoto prima di ritrovare nella ripresa un Sala capace di mettere in difficoltà tre avversari con il suo sconcertante palleggio, un Carelli buon opportunista del gol ed un Pulici tenace nel puntare & rete (splendida una sua rovesciata che ha sfiorato il palo). Ai granata i veronesi hanno opposto un centrocampo efficace con l'ala arretrata Orazi, con Mascetti, Maddè e soprattutto con Ferrari, apparso quasi la rivelazione della giornata. Tutti aspettavano grandi imprese da Bui e Clerici, invece il brasiliano, a parte il gol su punizione, non è riuscito a liberarsi del controllo di Poletti, ed altrettanto è accaduto a Bui opposto a Puia. Ferrari al contrario si è messo più volte in evidenza. I veronesi hanno avuto il pregio di non giocare troppo chiusi: si è visto perfino il terzino Sirena scattare in avanti e cercare più volte la via del gol. Fin che hanno avuto energie fresche, i blu, hanno lottato bene; nel finale il Torino è" riuscito a prevalere. In definitiva una partita a due facce, come dimostrato dalla cronaca. Al 35' Sirena, avanzato verso la porta avversaria per raccogliere un bel passaggio del centravanti, viene messo a terra da Depetrini. Maddè tocca la punizione verso Clerici e questi, con un tiro fortissimo, scaglia in rete. I granata protestano per un fuorigioco di posizione di Ferrari (ci è parso) ma l'arbitro convalida, poiché il veronese nell'azione non ha avuto alcuna parte positiva o negativa. Con un punto al passivo ed un attacco che balbettava la situazione granata è parsa davvero preoccupante: Cade faceva segno ai suoi atleti di stare calmi, ma il nervosismo era nell'aria. Ad un minuto dal riposo su centro di Sala Pulici calciava con violenza e la palla colpiva il braccio di Ripari. Rigore. Viene battuto da Poletti. Il resto è noto. Mentre le gradinate rumoreggiavano, proprio all'inizio della ripresa, il Torino rimediava alla disavventura. Sala, ancora lui, avanzava sulla sinistra, due o tre giocatori cercavano di intervenire e Carelli da pochi passi metteva in rete, nonostante il tentativo di parata del bravo Pizzaballa. Bolchi, al 9', sostituiva Ca relli (stiramento muscolare) e Mascalaito, al 40', prendeva il posto di Maddè. La gara stava per concludersi, quando, per un fallo di Batistoni su Sala, Ferrini spediva da circa metà campo una punizione verso l'area. Anche qui l'azione proseguiva confusa finché Puia, portatosi di rigore nella zona dell'ala, raccoglieva e segnava con un destro preciso. A questo puntò l'incontro ovviamente era deciso, tuttavia Mascetti e Ferrini trovavano ancora il tempo di farsi espellere per un fallo ed un tentativo di reazione: si è trattato di pochi secondi. Mentre i due raggiungevano la scaletta degli spogliatoi l'arbitro fischiava il termine. Il Torino ha corso un grosso rischio con il Verona. L'ha superato per l'impegno con cui ha lottato nella ripresa Ora ha quindici giorni per quadrare la squadra. Il rientro del centravanti titolare Petrini e di Fossati potrebbe essere utilissimo. |
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