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Comunale |
27/09/1970 |
h.15.00 |
TORINO - FOGGIA 1-1 (0-0) Torino: Castellini, Agroppi, Fossati, Puia, Cereser, Ferrini, Sala C., Rampanti, Petrini, Maddé (all'80' Crivelli), Pulici. A disposizione: Sattolo. All.: Cadé. Foggia: Trentini, Fumagalli, Colla, Pirazzini, Lenzi, Montefusco, Saltutti, Garzelli, Bigon, Villa, Maioli. A disposizione: Crespan, Re Cecconi. All.: Maestrelli. Arbitro: Giunti di Arezzo. Reti: Sala C. 58' (T), Maioli 61' rig (F). Spettatori: 33.000 circa di cui 27.195 paganti e circa 5.000 abbonati (dato non definitivo), per un totale di 32.195 presenti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28 settembre 1970] Avevano cominciato col dire: il Toro-baby ha messo i denti e mangerà molti parenti. Ma il primo boccone è stato un Foggia assai coriaceo, che più lo mastichi e più ritorna a galla, più lo triti e più si ricompone. La squadra meridionale allenata da Maestrelli non sarà un buon cliente per nessuno, tanto meno sul terreno di casa. E anche fuori sa farsi rispettare. Senza spiccate individualità, senza veri campioni ma con un fior di portiere, una difesa rozza, un centrocampo mai distratto, un Maioli che porta il numero undici ma corre, sbriga, fa, distribuisce, i foggiani hanno portato via un pareggio che la dice lunga sulla loro organizzazione tattica. Il Torino ha sofferto, fatto soffrire, si è battuto, ha caricato per interi quarti d'ora, ha creato varie palle-gol, ma raramente è riuscito a dominare con autentica autorità. Più svelto, più fresco, ha messo in vetrina un discreto Sala, un buon Rampanti, un Pulici volonteroso e non troppo fortunato, ma ha anche denunciato sfasature e rallentamenti pericolosi: in Maddè, talvolta persino restio a giocare di prima, e in difesa, dove per eccesso di sicurezza o per smania di portarsi iti avanti lo stesso Puia è stato in sofferenza parecchie volte e Cereser ha picchiato con scarsa generosità. Il centrocampo ha elaborato un gioco stretto, qua e là affannato, senza inviti perentori per le punte. La squadra evidentemente c'è, anche i famosi e troppo elogiati dentini sono spuntati, ma la realtà del campionato è severa, caccia via di colpo le illusioni troppo facili cullate nelle blande partite estive. Cadè ha ancora lavoro di lima da sbrigare, i collegamenti tra i reparti sembrano casuali, i disbrighi dei cervelli risultano ancora lenti e casuali, non acquistano quella sicurezza che dà il via ad azioni di gioco pulite e rapide. Il pareggio non suona condanna per nessuno (se non per Maddè, che ha, a coronamento di una domenica molto grigia, sprecato anche un rigore. Ma perché farlo battere proprio all'uomo più deconcentrato e assente di tutta la squadra?). Se i foggiani ripartono da Torino con un risultato favorevole, i granata non devono certo abbattersi. La strada del campionato è lunga, il richiamo realistico di questa prima giornata è senz'altro un bene. Dal punto di vista tattico, inoltre, è chiaro che la squadra di Cadè patisce le ragnatele ordite a centrocampo dall'avversario, mentre le riesce più agevole impostare azioni di gioco sul contropiede, semprechè da dietro le punte (volonterose, decise) partano passaggi rapidi e precisi, in grado di affettare il terreno avversario. Il migliore in campo? Se è lecito dirlo, l'arbitro aretino Giunti: un autentico inquisitore, se vogliamo, ma certo la severità degli arbitri, purché equamente distribuita, non danneggia il calcio, anzi. Ha spesso interrotto, inflitto ammonizioni a catena, appioppato due rigori, ma nessuno si è mai sognato di rimbeccarlo o di discutere le sue decisioni. Cronaca in sintesi, secondo i gol: da un momento di pressione del Torino, benché caotico, esce un calcio d'angolo. Batte Rampanti, Pulici appoggia di testa al centro area e Sala infila di precisione alla sinistra del portiere. E' il 13' della ripresa, tre minuti dopo il Foggia pareggia: spiovente in area granata, Puia per contrastare un passaggio alto a Bigon schiaffeggia in modo evidente la palla. Niente da fare per Castellini sul tiro violento di Maioli dagli undici metri. Al 31' Pulici è strattonato dal suo marcatore Colla (avrà commesso dieci falli gravi sull'undici granata) e da un altro difensore foggiano. Rigore per il Torino. Maddè batte con stracca disinvoltura e già vedendolo partire verso la palla si intuisce che sbaglierà. Trentini ghermisce con un tuffo sulla sua sinistra. Negli ultimi cinque minuti, un'azione velocissima Sala-Pulici che il portiere foggiano sventa con magnifica uscita fino a centro area, e un contropiede insidiosissimo di Bigon, che, mentre esce Castellini, tocca a sfiorare il palo della porta granata. Intorno a queste fasi determinanti, un gioco spesso troppo elaborato, con rari sprazzi piacevoli e larghe pause. Il Torino, vispo e gagliardo all'inizio, più volte si è lasciato toreare a centrocampo dalla cappa stesa dai vari Montefusco, Maioli, Garzelli. Via via che il tempo passava, i granata hanno cercato di pigiare con maggior rabbia sull'acceleratore, ma non hanno quasi mai aperto un corridoio giusto, non hanno inventato che rari tocchi liberatori per un uomo lanciato all'ala o al centro, e spesso hanno finito col restringersi nell'imbuto che i foggiani - avevano impiantato dalla linea di centrocampo fino alla propria area. Non molto è cambiato quando a dodici minuti dalla fine Crivelli ha sostituito Maddè. Tutte e due squadre corsare, cioè arrembanti, cioè bisognose di rompere l'intelaiatura altrui con azioni improvvise, Torino e Foggia hanno ì subito e imposto, reciprocamente, una partita di stallo. Il tifoso assetato potrà forse dirsi insoddisfatto, il tifoso smaliziato ha visto da vicino come le due squadre abbiano una fisionomia, ancora da migliorare, ma precisa. Daranno fastidio a più di un avversario, questo è sicuro. L'uno a uno al Comunale di Torino ha più di un segreto da interpretare. |
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