WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
San Siro
15/11/1970
h.14.30
INTER - TORINO 2-0 (0-0)
Inter
: Vieri, Bellugi, Facchetti, Fabbian, Giubertoni, Burgnich, Jair, Bertini, Boninsegna, Mazzola,Corso. A disposizione: Bordon, Achilli. All.: Invernizzi.
Torino: Castellini, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti, Maddé, Bui, Sala C., Bozzi. A disposizione: Sattolo, Crivelli. All.: Cadé.
Arbitro: Angonese di Mestre.
Reti: Boninsegna 50', 67' rig.
Spettatori: 35.251 di cui 11.509 abbonati più 23.742 paganti per un incasso complessivo di 37.169.800 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 16novembre 1970]
Fraizzoli è salvo; Invernizzi festeggia il suo esordio come trainer dei titolari ed i grattata verrebbero mordersi i gomiti dalla rabbia. Non è stata infatti l'Inter a vincere, anche se molti oggi parleranno di nuovo vigore aggressivo nerazzurro. E' stato il Torino a perdere, grazie ai gol non segnati da un centravanti più immobile della statua del calciatore piantata all'ingresso del Comunale torinese e grazie ad un penalty ''inventato'' da Agroppi. La forma di Bui è apparsa ieri disastrosa. L'uomo che avrebbe dovuto dare forza ed esperienza ad un attacco di giovani è scomparso di fronte ad un modesto Giubertoni; non ha indovinato un passaggio o un tiro. Agroppi, da parte sua, ha schiaffeggiato il pallone a tre metri dalla porta di Castellini. Perché l'abbia fatto non lo sa neppure lui. Una carica di Bertini lo aveva leggermente sbilanciato, vi sono anche per i calciatori i riflessi istintivi; nulla, comunque, giustifica il fallo di mano in un'azione del tutto innocua. Verrebbe voglia di definire auto-penalty la disavventura del difensore. Per l'Inter questo assurdo rigore è stato provvidenziale. Boninsegna lo ha realizzato con fredda determinazione, prendendo anzi lo slancio per il raddoppio. Così i nerazzurri hanno ottenuto la vittoria mentre dalle gradinate alte di San Siro già stavano piovendo fischi e manifestini anti-Fraizzoli. Il due a zero a pochi giorni dal licenziamento di Heriberto Herrera evita una super-crisi, ma non toglie i dubbi su una squadra che per quarantacinque minuti è stata dominata da un ottimo ''mezzo Torino'' e che nel finale ha dovuto ancora fronteggiare affannosamente le offensive i avversarie. Soltanto per un breve periodo della ripresa i nerazzurri hanno tenuto leredini del gioco, creando anche due o tre occasioni da rete, poi il disordine è tornato 1 nelle loro file. Se si eccettuano Vieri, sicurissimo, Boninsegna e Mazzola, gli altri nerazzurri non hanno dato l'impressione di essere a posto, i Burgnich, come difensore libero, ha avuto le nostalgie e le esitazioni di un esiliato, Bellugi è stato scattante, senza tuttavia surclassare un'ala giovane ed inesperta quale Bozzi. Facchetti contro il dinamico Rampanti ha avuto il suo da fare. Che Giubertoni abbia bloccato Bui non significa nulla. Il n.9 granata poteva i essere fermato anche da un cartello di divieto di sorpasso. La manovra interista avrebbe dovuto arricchirsi della regia di Corso, lasciato fin troppo libero da Maddè, e soprattutto dall'apporto di Mazzola come terza punta. Corso anche ieri ha pensato troppo prima di passare un pallone, Jair non aveva ritmo da campionato essendo all'esordio di stagione. Mazzola ha alternato tentativi di a fondo con momenti di pausa, tanto che Poletti, suo avversario diretto, ha finito per diventare il miglior attaccante granata. Vi erano infine Fabbian, molto interessante, però ancora da maturare, e Bertini mezz'ala in posizione falsa, né decisamente avanti, né arretrato sempre in zona utile. Di fronte alla nuova Inter di Invernizzi che ha un lungo cammino da percorrere per ritornare nel gruppo delle grandi, un Torino meno autolesionista avrebbe almeno dovuto pareggiare. I granata si sono invece accontentati di dare un discreto spettacolo nel primo tempo e di impressionare gli avversari nel finale. Il reparto meno sicuro ovviamente è apparso l'attacco, dove soltanto Rampanti ha concluso in crescendo. Maddè non ha sempre fatto sentire l'autorità del regista. Bozzi, un diciannovenne dallo stile vivace, aveva il complesso di San Siro (e chi non lo capisce?) e Sala ha giocato per se stesso. Questo splendido interno ha dribblato, fintato, corso, calciato in porta: ha fatto di tutto fuorché toccare di prima verso i compagni. Quando sarà meno egoista risulterà davvero bravo. Di Bui si è detto. In una simile situazione il peso della partita è caduto sui mediani e difensori, i quali non hanno molte colpe, tolto il rigore di Agroppi e lo sbaglio di piazzamento da parte dello stesso giocatore in occasione del secondo gol di Boninsegna avvenuto in seguito ad un calcio d'angolo. Quando l'Inter aveva un calcio franco o un corner a disposizione, il lungo Puja doveva spostarsi - corazziere contro corazziere - sul lunghissimo Facchetti, mentre Boninsegna passava in carico ad Agroppi. Il n.6 granata non ha preso le misure opportune e Castellini è stato così battuto un'altra volta dal centroavanti che ieri con i suoi gol ha determinato il destino dell'Inter. Risultato troppo severo per il Torino, ripetiamo. I granata si sono visti fermare da Bellugi un pallone a porta vuota nella fase iniziale, poi, condizionati dal penalty subito, si sono sbilanciati alla ricerca del pareggio, attaccando anche con i terzini, ma Poletti è stato sfortunato e Fossati impreciso. E' venuta invece la disavventura numero due e tutto è finito in nero per l'undici di Cadè. Alla vigilia del derby il mezzo Torino che gioca appare comunque minaccioso. La Juve non può illudersi, tanto più che alcuni difetti della prima linea sono rimediabili. (E Pulici forse sarà pronto per il rientro).