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Comunale |
22/11/1970 |
h.14.30 |
TORINO - JUVENTUS 2-1 (0-0) Torino: Castellini, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti, Sala C., Pulici, Maddé, Bui. A disposizione: Sattolo, Crivelli. All.: Cadé. Juventus: Tancredi, Spinosi, Furino, Cuccureddu, Marini, Salvadore, Novellini, Marchetti, Anastasi, Capello, Bettega. A disposizione: Piloni, Landini II. All.: Picchi. Arbitro: Campanati di Milano. Reti: Pulici 76' (T), Aut.Morini 81' (T), Capello 83' (J). Spettatori: 44.491 di cui 38.311 paganti e 6.180 abbonati (dato definitivo), per un incasso di 84.997.500 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 23 novembre 1970] Hanno avuto torlo gli assenti. Questo derby meritava davvero d'essere visto, come adesso merita d'essere esaminato nella sua più segreta filigrana. V'è stato gioco, vi sono state manovre, non è mancato l'agonismo anche acre che In questi incontri è quasi scontato, ma soprattutto si sono avuti attimi di bella invenzione calcistica, all'altezza dello spettacolo, del richiamo esercitato dal pubblico, delle attese che circondavano le due squadre. I granata, perfettamente in palla, grintosi, sollecitati da grandissima determinazione, hanno messo sotto la Juventus con una serie di folate irresistibili. Possono tra l'altro lamentare un rigore negato nei primi minuti, due pali a portiere battuto. Ed hanno messo in vetrina trame e doti di sprint che i bianconeri solo con grande fatica sono riusciti a contenere nel primo tempo. Il ''motore'' della squadra di Cadè funziona quasi al massimo, registrato da un centrocampo fitto ma anche agile, da un attacco basato su due punte che però vengono Immediatamente sostenute, in fase di lancio, da inserimenti preziosi e puntuali. La Juventus ha dovuto subire quasi sempre: patisce l'aggressione, i suoi registi hanno bisogno di spazi larghi e di tempi non accelerati per connettete e costruire, proprio quegli spazi e quei tempi che il Toro non concede a nessuno. Malgrado il gran lavoro di Capello e la solida trincea di Morini, i bianconeri hanno ceduto proprio sul piano del ritmo, della volontà atletica, di quel più agonistico che non è solo un elemento caratteriale ma una pedina importante nel corso di una gara molto sentita. I duelli tra opposti avversari hanno stabilito subito la fisionomia dell'incontro: Pula, in gran giornata, ha impedito il minimo tocco ad Anastasi, che ha finito per innervosirsi oltre 'il lecito e commettere un (allo di reazione anche troppo grave: Rampanti (uno dei migliori in campo) ha costretto- Furino a un lavoro terribile; Agroppi ha avuto ottimi disimpegni pur fronteggiando Capello. D'altra parte Bettega non si è quasi mai liberato di Fossati. Novellini era chiuso da Poletti e Maddè, manovrando su Cuccureddu, si è fatto vedere più lucido e preciso nelle impostazioni. Con un inizio veemente, la partita ha messo le carte in tavola senza esitazione alcuna, e il Torino ha rivelato il suo stato di grazia: palloni veloci, smarcamenti precisi, nessun tocco in più, nessun capriccio da dribblomani intorno al nucleo essenziale del gioco. Le azioni scorrevano via rapidissime, dettate da un Rampanti che vede, imposta, rientra puntuale per i! cross, da un Bui assai lento ma con chiara visione, da un Pulici che spoletta come sa e crea affanni nel dispositivo difensivo avversario. Un pugno al pallone di Morini in area bianconera, al quinto, è lasciato correre dall'arbitro e già si vede come i bianconeri soffrano l'aggressione dei reparti granata, gli scambi in velocità e le rotture della loro manovra a centrocampo. Nel primo tempo i due portieri hanno toccato palloni di nessun conto, e a molti è sembrato che la grande agilità del Torino potesse spegnersi senza aver mietuto un risultato utile. Tre palle-gol per il Torino (non sfruttate da Bui e Agroppi e sempre su manovre impostate da Rampanti) sono ribattute da due palloni di Anastasi e Bettega, sprecati anche se difficili verso il finire dei 45 minuti. La Juventus dà l'impressione di aver saputo contenere i granata, d'averli lasciati sfogare sullo slancio e di poterli toreare con compassata grazia nella ripresa. Ma è una Juventus contratta e con una marcia inferiore: nel secondo tempo subisco, rischia, e infine incassa, malgrado Capello aumenti il suo volume di gioco. Le punte inesorabilmente marcate non sfruttano i lanci, il Torino riconquista il centrocampo e inizia la serie delle sue ventate a largo raggio, su un fronte amplissimo. Al 19', una triangolazione Rampanti-Sala-Rampanti sfocia in un passaggio secco che e un invito al gol da manuale: Pulici in corsa, da dieci metri fulmina nel sette, ed è un uno a zero che non lascia dubbi (già al terzo minuto Agroppi aveva colpito la traversa con un poderoso tiro da fuori area). La Juve è come Foster lavorato dai ganci continui di Frazier: reagisce, si porta avanti, non evita le risse, ma è più legnosa, all'armonico Capello non corrispondono invenzioni da parte di Anastasi e Bettega, imprigionati nel labirinto granata Ed è ancora il Torino a investirla con un secondo uppercut: grande azione in linea Maddè Rampanti, cross teso, Pulici è pronto, il palo respinge. Siamo al 26'. La partita sembra segnata. Pochi minuti dopo, Anastasi e Novellini si impicciano con due difensori a pochi passi dal portiere granata, sprecando un'occasione d'oro. Quindi è subito Bui: già cercato spesso come pivot. Con lunghi cross dei compagni, il lungo attaccante granata inventa un gol che Solo la malasorte tramuta, per lui e per Morini. In autorete. Punizione bassa e saettante di Rampanti dal fondo, all'altezza del corner, per un (allo su Sala. Pallone a un metro e mezzo di altezza, Bui si svita verso il basso, ruotando tocca con la fronte e spiazza Tancredi. Morini in corsa non può. Evitare l'autogol. E' la fine, con i granata che manovrano senza più fretta, speculando sardonicamente sul minuto secondo, e con un gol di Capello su punizione dal limite che attenua il risultato negativo per i bianconeri ma non annacqua l'esame inflitto dalla squadra di Cade a quella di Picchi. Ha vinto la squadra maggiormente registrata, in forma, e caricata a dovere. Stretta alle corde, obbligata in un lavoro al corpo senza respiro, la Juventus non ha mai dato l'impressione di potercela fare: il derby giovane porta il marchio di Rampanti e di Pulici, più che di Capello e Marchetti. Ma era un derby che doveva arricchire la cornice del campionato, e ci sembro che qualche lume nuovo l'abbia autorevolmente acceso. |
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